Gina Lombroso

Gina Elena Zefora Lombroso (Pavia, 5 ottobre 1872 – Ginevra, 27 marzo 1944) è stata una divulgatrice scientifica, medico e scrittrice italiana.

La sua intensa attività pubblicistica, la militanza attiva nella vita politica e gli studi condotti sulla condizione femminile la resero nota nell’ambiente intellettuale italiano e internazionale dei primi anni del Novecento.

I contributi scientifici e le recensioni che pubblicò sulla rivista del padre, l’Archivio di psichiatria, sono di portata considerevole. Iniziò nel 1894 con una serie di recensioni di argomento psicologico e psichiatrico, a cui seguono, L’atavismo nel delitto e l’origine della specie (1899), Ambliopia isterica guarita coll’ignatia (1901), Epilessia psicomotrice con coscienza degli accessi e manifestazioni criminose di origine sifilitica (1901) e Pazzia morale da nefrite (1902).

In questa delicata fase di passaggio da un’attività condotta nell’ambito privato della famiglia all’assunzione di un impegno pubblico, l’incontro con Anna Kuliscioff, esponente del PSI, giocò un ruolo determinante. Dopo essersi trasferita a Torino sul finire degli anni ottanta, Anna Kuliscioff divenne assidua frequentatrice di casa Lombroso e vi fece irrompere un modello di vita femminile prima di allora ignoto a Gina e inconsueto per i tempi, quello di una donna votata alla politica, autonoma e emancipata.

Al contrario della sorella, Gina mantenne nei confronti del socialismo un atteggiamento critico e distaccato. Pur condividendone l’interesse per i problemi economici e sociali, Gina Lombroso riteneva, in accordo con le sue idee liberal-positiviste, che l’uguaglianza auspicata dal socialismo contraddicesse l’evidenza di una realtà troppo complessa e diversificata per essere ricondotta ad uniformità.

A questi anni di maturazione politica, risale una serie di lavori di inchiesta e di denuncia della realtà condotti da Gina Lombroso come premessa per un intervento riformatore. Nel 1896 pubblicò su Riforma sociale il saggio dal titolo Sulle condizioni sociali economiche degli operai di un sobborgo di Torino, realizzato sulla base di un’indagine statistica da lei personalmente condotta intervistando cento famiglie del quartiere torinese Crocetta. A questa prima ricerca seguì, nel 1897, la stesura del saggio I coefficienti della vittoria negli scioperi, che fu pubblicato su Critica sociale. Si trattava di un’analisi interamente permeata dalla fiducia positivista nella possibilità di individuare le leggi dell’agire sociale e di prevederne gli avvenimenti con il rigore proprio della scienza. Infine, nel 1898, pubblicò su Riforma sociale l’articolo Sulle cause e sui rimedi dell’analfabetismo sociale in cui affermava che l’unica soluzione efficace al problema dell’analfabetismo fosse far nascere l’esigenza dell’istruzione.

Gina Lombroso sposò Guglielmo Ferrero il 2 gennaio 1901 con rito civile e in forma strettamente privata. Gaetano Mosca fece loro da testimone. Alle nozze si giunse dopo un lungo e travagliato periodo di fidanzamento. Gina ebbe grandi difficoltà a lasciare gli orizzonti rassicuranti della propria casa e ad accettare l’idea di dover interrompere o comunque allentare i rapporti di cooperazione scientifica con il padre. A questo si aggiunsero le sue perplessità nei confronti della complessa personalità del marito, uomo grave, ponderato ma anche introverso e individualista.

Una volta sposatasi, Gina Lombroso avvertì l’esigenza di una maggiore vicinanza alla vita e agli interessi del marito e si impegnò a costruire con lui un solido rapporto di collaborazione intellettuale, come quello che ebbe con il padre. Questa generosa dedizione all’attività lavorativa dei suoi cari era il modo in cui Gina esprimeva il proprio affetto nei loro confronti.

Il 16 ottobre 1903 nacque il primo figlio, Leo. Questo evento ebbe l’effetto di rasserenare i rapporti tra Gina Lombroso e Guglielmo Ferrero.

Sul finire del 1906 Guglielmo Ferrero fu invitato a tenere un ciclo di lezioni al College de France. In seguito al successo ottenuto in questa occasione, gli fu offerto di tenere a Buenos Aires un altro ciclo di conferenze sui temi già affrontati a Parigi. A fine maggio 1907 Gina Lombroso accompagnò il marito in America latina con il figlio Leo. In sei mesi visitarono Argentina, Uruguay e Brasile. Durante il viaggio Gina visitò le istituzioni carcerarie e manicomiali la cui organizzazione, soprattutto in Argentina, aveva subito un certo influsso da parte del pensiero lombrosiano. Inoltre, accettò di fare alcune corrispondenze per la Gazzetta del popolo e per l’Avanti! e pubblicò nel 1908 il libro Nell’America meridionale.

Il presentarsi di un nuovo incarico lavorativo per Guglielmo Ferrero presso le principali università degli Stati Uniti, spinse Gina Lombroso ad accompagnare il marito in un nuovo viaggio. Alla fine del 1908 i due s’imbarcarono per l’America del nord. La permanenza negli Stati Uniti fu proficua per Gina Lombroso, che ebbe l’occasione di fare incontri interessanti.

Nel 1909, poco dopo il rientro in Italia, la morte del padre Cesare Lombroso fece piombare Gina in uno stato di terribile disorientamento interiore. Tuttavia, questo periodo di crisi le consentì di maturare e di rafforzare la propria identità intellettuale attraverso l’individuazione di interessi autonomi. Durante questi anni, Gina Lombroso si dedicò ad un arduo lavoro di raccolta e sistematizzazione delle carte e degli scritti paterni, con l’obiettivo di scrivere una storia della vita e delle opere di Cesare Lombroso.

Nel 1910 la famiglia si accrebbe in seguito alla nascita di una bimba, Nina, evento che portò alla creazione di un nuovo e più stabile equilibrio nella vita di Gina Lombroso. La morte di Cesare Lombroso e la nascita di Nina spinsero Gina e il marito a trasferirsi a Firenze con i figli. Così nel 1916, andarono ad abitare in una villa isolata al viale Machiavelli.

I primi anni della Grande guerra videro Gina Lombroso impegnata in una campagna a favore dell’intervento dell’Italia a fianco dell’Intesa. Inoltre, Gina iniziò a frequentare l’ambiente del Lyceum, associazione femminile in cui tenne delle conferenze, e fondò l’Associazione divulgatrice donne italiane (Addi).

Nel 1930 Gina Lombroso e la famiglia si trasferirono a Ginevra per sfuggire all’isolamento culturale in cui li aveva confinati il fascismo, per via del loro orientamento democratico. Qui, Gina Lombroso poté dedicarsi ad un’intensa attività pubblicistica e con il marito fece parte del gruppo dei fondatori della casa editrice Nuove edizioni di Capolago.

Il 27 marzo 1944, due anni dopo la morte di Guglielmo Ferrero, Gina Lombroso morì assistita dalla sorella Paola e il suo corpo fu sepolto nel cimitero ginevrino di Plainpalais.

Note biografiche tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Gina_Lombroso

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autore:
Gina Lombroso
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Lombroso, Gina
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L