Dall’incipit del libro:
Canto le strane guerre e memorande
Che della gran Moscovia al nobil regno
Mosse a’ dì suoi Domizïano il grande
Sol per cagione d’un amoroso sdegno;
E s’il desio che l’ali audace spande,
Giunger potrà di sì grand’opra al segno,
Spero con le mie penne illustre e solo,
A par di voi ch’io canto, alzarmi a volo.
Grilli, voi che con chiari acuti accenti
L’aria addolcite ai più cocenti ardori,
E trattenete ad ascoltarvi intenti
Satiri, semidei, ninfe e pastori,
Date forza al mio stil, sì ch’io rammenti,
Fra così degne imprese, i vostri onori:
Siete voi le mie Muse, e da voi intanto
Chieggio, a soggetto tal, conforme il canto.
Ne la città fra le città sublime,
Che del gran Tebro siede in su le sponde
E sempre fu maggior che l’altre prime,
Quanto il ciel che le stelle, il mar che l’onde,
Viveasi Olinda, in cui natura imprime
Rara beltà fra trecce aurate e bionde,
Che detto avresti: — Indomita è ben Roma,
Ma sol costei la signoreggia e doma.


