Gottfried Wilhelm von Leibniz nacque a Lipsia nel 1646; il padre fu un insegnante universitario e il nonno materno pure, il livello culturale della famiglia perciò non fu irrilevante nello stimolare la notevole intelligenza del giovane Leibniz che, dopo una precocissima ma approfondita preparazione da autodidatta fatta sui libri di casa, si iscrisse, appena quindicenne, alla facoltĆ delle arti dellāuniversitĆ di Lipsia ottenendo appena due anni dopo il baccellierato in filosofia con una tesi che lasciava giĆ intravvedere la concezione della materia che svilupperĆ durante tutta la sua vita da filosofo.
Dopo di ciò, allāuniversitĆ di Jena compƬ studi di teologia, legge, filosofia e matematica e si laureò in legge nel 1666. Aveva ventāanni!
Lāincontro, lāanno successivo, con il barone von Boynenburg segna lāinizio della carriera professionale di Leibniz, una carriera non ben definita secondo gli archetipi professionali del mondo contemporaneo ma si può dire che fu il consulente di corte e lāideatore di diversi progetti con effetti il più delle volte di lunghissimo termine. Grazie al barone e, ovviamente, alle sue grandi capacitĆ e competenze fu inviato a Parigi dal 1672 al 1676. La fervida intelligenza del Leibniz non rimase indifferente ai forti stimoli del nuovo ambiente culturale e, in particolare, la conoscenza con Huygens gli permise di perfezionare i suoi ragionamenti sul calcolo infinitesimale e di elaborare nel suo saggio Nova metodus pro maximis et minimis una teoria completa e coerente su questa nuova algebra. SarĆ questo il āpomo della discordiaā di una disputa che si protrae ancora oggi sulla paternitĆ di questo metodo contesa tra Leibniz e Newton; la disputa in realtĆ interessò solo marginalmente i due protagonisti che si conobbero e si stimarono reciprocamente per i risultati raggiunti autonomamente.
Alla fine del soggiorno parigino il genio di Leibniz si mise a disposizione della famiglia degli Hannover e in questi anni di compiuta maturitĆ si prodigò per la realizzazione di quante più opere fosse possibile, illuminato sempre dallāintenzione di conciliare le divergenze di vedute e risolvere i problemi contingenti dellāumanitĆ con lāatteggiamento tipico dei filosofi più saggi, anche nostri contemporanei, consapevoli del fatto che un sistema teoretico anche perfetto ĆØ completamente inutile se non serve a risolvere i problemi contro cui si scontra quotidianamente lāuomo.
Si prodigò cosƬ di tentare di risolvere le divisioni tra la chiesa cattolica e quella protestante, risolse dei notevoli problemi tecnici per il drenaggio delle aree agricole del nord, si occupò anche della soluzione di diversi problemi delle miniere di ferro dellāOberharz, fu tra i padri fondatori dellāAccademia delle scienze di Berlino nonchĆ© suo primo presidente nel 1700 e non si stancò mai di studiare e illustrare i risultati dei suoi studi a principi e monarchi del suo tempo. La Gottfried Wilhelm Leibniz Bibliothek di Hannover custodisce circa 100.000 pagine di manoscritti di Leibniz tra cui 20.000 lettere con un migliaio di corrispondenti, una produzione decisamente imponente.
Ciò non gli impedì di congegnare anche una macchina per la meccanizzazione delle moltiplicazioni che ampliava le possibilità già comprese nella macchina per le somme ingegnerizzata da Pascal.
Nonostante tutto questo impegno e la dimensione dei risultati raggiunti Leibniz, come molti grandi uomini, morƬ solo e abbandonato da chi lo aveva voluto con sĆ© per sfruttarne il grande talento: il suo magnate Giorgio Ludovico di Hannover, divenuto re dāInghilterra il 1° agosto 1714 con il nome di Giorgio I preferƬ non portare con sĆ© a Londra il genio di Leibniz che morƬ senza onori ad Hannover nel 1716.
Fonti:
- Skepsis : la filosofia come ricerca vol. 2A, di Gianni Gentile, Luigi Ronga, Mario Bertelli. Brescia, Il Capitello.
- Wikipedia allāindirizzo: https://it.wikipedia.org/wiki/Gottfried_Wilhelm_von_Leibniz.
Note biografiche a cura di Luca Alzetta
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Discorso di metafisica
Con questo testo fondamentale Leibniz suggerisce una visione del mondo che concili le proposte di Descartes e le scoperte di Newton in campo metafisico e fisico con la dottrina cristiana, le possibilitĆ offerte dal ānuovoā metodo scientifico con la dottrina creazionistica e geocentrica della chiesa alla fine del 1600.