Dall’incipit del libro:
Un solo manoscritto fra quanti contengono la collezione delle opere di Giustino, manoscritto del secolo XIII o XIV, passato dalle mani di Giovanni Reuchlin ad un convento alsaziano e poi disgraziatamente arso nell’incendio della Biblioteca di Strasburgo nel 1870, conteneva dopo il De Monarchia pseudo-giustineo un trattatello apologetico in forma di lettera diretta ad un tal Diogneto sul culto e sul costume dei cristiani e sul divino ordinamento della Redenzione. Ma quest’operetta in realtà consta di due parti diverse. Già il primo editore, Enrico Stefano, ebbe a sospettare che dopo la seconda lacuna, col cap. XI, cominciasse l’opera d’altra mano, distinta di carattere da Giustino, troppo alieno da siffatte profonde speculazioni più proprie d’un omelista del sec. III che si rivolgesse non già ad un pagano come si suppone il Diogneto cui è indirizzata la lettera, ma a persone già iniziate alla fede.


