La contessa Maria Pasolini-Ponti, che fu un’educatrice, storica, attivista sociale e che fondò a Roma una biblioteca per le donne, alla VIa riunione della Società Bibliografica che si tenne a Firenze – ottobre 1903 – fece una proposta culturalmente e socialmente molto interessante. Dato che il loro intento era di preoccuparsi della cultura della popolazione pose in quell’assemblea una serie di domande su quali fossero le tipologie di libri che erano presenti nelle biblioteche sparse per il territorio nazionale. In base a quale scelta venivano selezionati. Quali fossero i gusti letterari degli italiani. Cosa leggevano e perché?

Tutte queste domande entusiasmarono la riunione che le trovarono un interessante quesito per la creazione una sorta di catalogo ragionato per la formazione delle biblioteche popolari, così facendo, adempivano ad uno degli scopi di ordine istitutivo.

Per svolgere ciò organizzarono un’apposita commissione composta dallo stesso Presidente della Società, Giuseppe Fumagalli, che fu bibliotecario in varie università italiane, tra cui la biblioteca Nazionale Centrale di Roma; Ettore Fabietti, professore e bibliotecario a Milano; Conte F. Tommaso Gallarati Scotti, scrittore e diplomatico italiano; Antonio Martinazzoli, professore e dottore in pedagogia; Fausto Pagliari, professore; la stessa Contessa Maria Pasolini-Ponti; Umberto Pestalozza, dottore e Alessandro Schiavini, giornalista, sociologo e redattore editoriale.

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  • I libri più letti dal popolo italiano
    Primi resultati della inchiesta promossa dalla Società bibliografica italiana
    I risultati di questo sondaggio, promosso dalla Società bibliografica italiana nel 1906, nonostante le difficoltà ad ottenere le risposte, evidenziano le preferenze letterarie dell’epoca, divise per genere, età, classe sociale e impiego.
 
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