Narrazione divulgativa della famosa rivolta del 1282 della Sicilia nei confronti degli angioini. Scritto nel 1939 non fa mistero fin dalla prefazione del suo intento “anti-francese” che alla vigilia dell’inizio della seconda guerra mondiale appare chiaramente strumentale. Dal punto di vista documentaristico fa spesso riferimento al ben più noto e probante testo di Michele Amari. Ricca appendice dedicata alla commemorazione del sesto centenario del Vespro, commemorazione alla quale prese parte anche Garibaldi ormai all’epilogo della sua vita. Presente anche una rassegna dei commenti della stampa nazionale e francese sull’evento della commemorazione.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
La Sicilia, dalla calata dei Barbari, tolto il periodo bizantino, storicamente imbelle e passivo, contò prima dell’abborrita dominazione angioina, quattro secoli di vero e massimo splendore, nei quali salì in prima linea fra i popoli del tempo.
Fortunati avvenimenti, circostanze accidentali e propizie, uomini preclarissimi in ogni attività, concorsero a segnare, per l’Isola il più nobile e famoso corso della sua grande storia.
LA DOMINAZIONE ARABA
Sotto gli Arabi, per quanto attraverso la furia e le travagliate vicende della conquista, avesse visto saccheggiare e distruggere oltre quaranta delle sue vetuste città, la Sicilia, assestatasi la nuova dominazione, vide fiorire, specialmente in Palermo, per circa 243 anni, quella civiltà orientale, che fece della Conca d’Oro una terra d’incanto e di alta ispirazione al più fantastico e raffinato senso del bello.
La Sicilia, infatti che, dalle primissime civiltà, per tradizione millenaria, aveva sentito e conservato l’influenza dell’arte Greca, che, pure, col suo sobrio classicismo, avevale portato la vistosa policromia che decorava i templi dorici di Selinunte, di Siracusa e di Agrigento, potè essere campo fecondo ai Saraceni che, qui venuti, fusero il loro sentimento con quello della terra ospitale, attratti dal fascino della natura, che rese più fervido l’instancabile impulso della loro fervida fantasia orientale.

