Dall’incipit del libro:
Finalmente ecco il pastore sul pergamo…
I parrocchiani rialzarono il capo! Ah, ah, eccolo davvero! Ci sarebbe dunque funzione oggi: non andrebbe come domenica passata, e come tante altre domeniche!
Il pastore era giovane, alto, slanciato. Aveva gli occhi profondi di un poeta, e il mento energico di un uomo di guerra. In lui tutto era singolare bellezza, e fuoco di vita interiore.
Il popolo si sentì stranamente soggiogato. Era più avvezzo a vederlo uscire barcollante dall’osteria, circondato da compagnoni allegri quali Berencreutz, il colonnello dai folti balli bianchi, ed il forte capitano Cristiano Bergh. Egli aveva bevuto tanto che da più settimane non aveva potuto accudire alle sue funzioni, e la parrocchia si era lamentata prima al suo curato, poi al Vescovo ed infine al Capitolo. Ed il Vescovo era venuto per procedere ad una inchiesta. Era là, nel coro, colla croce d’oro sul petto: ed i teologhi di Karlstad ed i pastori dei comuni vicini gli sedevano attorno.
A quell’epoca, verso il 1820, si era indulgenti per i beoni. Ma Gösta Berling, questo giovane pastore, aveva dimenticato nel bere perfino i più semplici doveri del suo ministero. Era naturale glielo ritirassero.

