Aldo Mieli nacque a Livorno nel 1879 da Mosè e Marietta Balimbau. La sua era una famiglia ebraica benestante, proprietaria di vasti possedimenti attorno a Chianciano.
Fu proprio a Chianciano che Mieli iniziò la sua attività politica, nel 1901, come animatore di un circolo socialista. Nello stesso anno divenne consigliere comunale per il PSI e membro del comitato esecutivo del collegio di Montepulciano. Collaborò al periodico «La Martinella», organo ufficiale del comitato e promosse numerose iniziative rivolte in particolare ai mezzadri anche organizzando, nel 1902, uno sciopero dei contadini mezzadri della zona della Valdichiana, pur appartenendo egli alla classe dei possidenti.
Nelle elezioni amministrative del giugno 1902 il PSI toscano entrò in grave crisi. Il partito fu sciolto alla fine dell’anno e ricostituito subito dopo senza Mieli, espulso perché accusato di “pederastia passiva”, accusa dalla quale non fu in grado di difendersi. L’anno successivo si dimise da consigliere comunale, diminuì il suo impegno e dopo la Grande Guerra lasciò definitivamente la politica. Questi suoi trascorsi avrebbero destato più tardi i sospetti del fascismo.
Trasferitosi a Pisa, cominciò a studiare scienze matematiche e fisiche presso la locale Università ma presto passò a chimica e conseguì la laurea nel 1904. Nel semestre invernale del 1904-05, fu a Lipsia per perfezionarsi in chimica con Wilhelm Ostwald. In seguito, sotto la protezione di Stanislao Cannizzaro, dal 1905 al 1912 fu assistente di Emanuele Paternò presso il laboratorio di chimica generale dell’Università di Roma. Dal 1908 fu libero docente nello stesso ateneo.
I primi lavori scientifici di Mieli furono pubblicati in importanti riviste di settore e riguardavano argomenti specifici di chimica organica e di chimica teorica e sperimentale, ma contemporaneamente apparvero suoi studi critici su Beethoven, mentre la rivista «Roma letteraria» ospitò, tra il 1910 e il 1913, le sue cronache dei concerti di musica sinfonica e da camera tenuti all’Augusteo di Roma. I lavori del Mieli pubblicati nel primo decennio del Novecento rivelano dunque l’ampia gamma dei suoi interessi culturali che rimase una costante nella sua vicenda intellettuale.
Già dal 1910 egli espresse l’idea di una sola specie di attività intellettiva, per cui i confini tra scienza e filosofia erano evanescenti (Scienza e filosofia, in «Rivista di filosofia», II [1910], 5, p. 599). L’identificazione di filosofia e scienza però non trascurava le specifiche scienze: Mieli era consapevole della complessità del panorama delle discipline prodotte dallo spirito (Per una classificazione delle arti, ibid., VI [1914], 4, p. 427), ma per lui filosofia significava soprattutto gnoseologia e assiologia, pertanto l’identificazione di filosofia e scienza non era sorprendente.
Dal 1912 cominciò a occuparsi professionalmente di storia della scienza e dello sviluppo del pensiero scientifico. Con F. Enriques e G. Vailati, divenne uno dei pionieri italiani, noti a livello internazionale, di una storia professionale della scienza, attività nella quale impegnò anche il suo ingente patrimonio finanziario. Si distinse dunque come autore di monografie, di saggi, di recensioni e come organizzatore, editore, curatore di classici scientifici italiani e di strumenti bibliografici.
Nel 1916 pubblicò a Firenze il primo volume della sua Storia generale del pensiero scientifico dalle origini al secolo XVIII con il titolo di La scienza greca. I prearistotelici, che costituiva parte di un ambizioso progetto per una grande storia generale della scienza in più volumi che egli cercò di realizzare nel corso di tutta la sua vita.
Oltre alla sua attività di storico della scienza, che fu di grande rilevanza, Mieli è noto anche per le sue ricerche nel campo della sessualità. Nel 1916 pubblicò la prefazione, contenente aforismi e riflessioni sull’amore, de Il libro dell’amore, opera mai interamente pubblicata. In quanto omosessuale e intellettuale animato da profondi ideali umanitari, era interessato sia alla comprensione scientifica della sessualità umana sia alle riforme volte a eliminare le discriminazioni nei confronti dei cosiddetti “diversi”.
Nel settembre del 1921 partecipò ufficialmente come oratore a Berlino alla prima Internationale Tagung für Sexualreform auf sexualwissenschaftlicher Grundlage, organizzata da M. Hirschfeld, medico, riformatore e creatore dell’Institut für Sexualwissenschaft di Berlino, che Mieli visitò in varie occasioni e che sarebbe stato distrutto dai nazisti nel maggio del 1933.
Nello stesso 1921, fondò la «Rassegna di studi sessuali» che diresse fino al 1928. L’attivismo di Aldo Mieli nel campo della liberazione sessuale fu intrinsecamente legato a questa rivista, nella quale venne dato ampio spazio alle questioni legate all’omosessualità e che toccò spesso temi difficili e di grande attualità quali il divorzio, l’aborto, l’insegnamento dell’educazione sessuale nelle scuole e la chiusura delle “case chiuse”.
Nel 1925 si recò da turista in Germania e l’anno successivo fu di nuovo a Berlino per partecipare a un congresso internazionale di sessuologia su invito di A. Moll, celebre sessuologo. Mieli fornì un resoconto di queste esperienze nel volume Un viaggio in Germania. Impressioni e appunti di uno storico della scienza (Roma 1926), che conferma il suo debito profondo nei confronti della cultura storico-scientifica tedesca.
Nel 1928 per ragioni politiche si trasferì in Francia e si concentrò nei suoi studi scientifici. Da questo momento in poi sembrò abbandonare gradualmente il campo della liberazione sessuale mentre iniziò una collaborazione col Centre international de synthèse di Parigi, al quale donò la sua biblioteca in cambio di un vitalizio.
Al congresso internazionale di scienze storiche di Oslo (1928), Mieli prese l’iniziativa di creare un Comitato internazionale di storia della scienza e, come segretario, fu incaricato di organizzare a Parigi, nel maggio del 1929, il primo congresso internazionale di storia della scienza. Nel 1932 il Comitato si trasformò nell’Accademia internazionale di storia della scienza e la rivista «Archeion», diretta da Mieli, ne divenne l’organo ufficiale.
Nel 1936 una riunione dell’Académie internationale a Bucarest gli offrì l’opportunità di delineare un quadro dell’Europa centrale (Un viaggio in România, in «Archeion», XVIII [1936], pp. 191-203) e di entrare in contatto con M. Eliade.
Nel 1939, temendo l’invasione nazista della Francia, si rifugiò a Buenos Aires. In Argentina esisteva un Grupo de historia de la ciencia che nel 1938 aveva fondato un Instituto de historia y filosofía de la ciencia presso la Universidad nacional del litoral nella città di Santa Fe. Mieli, che aveva trasferito in Argentina la sua biblioteca, fu nominato direttore di questo istituto e poté proseguire lì la sua attività di storico e organizzatore.
Nel 1945 uscì sempre a Buenos Aires il Panorama general de la historia de la ciencia, I, El mundo antiguo. Griegos y romanos, e nel 1946 uscì il secondo volume dedicato a El mundo islámico y el Occidente medieval cristiano. Tre volumi successivi preparati dall’autore furono pubblicati postumi e l’intero Panorama in dodici volumi giunse a completamento nel 1961 a opera di J. Babini e D. Papp.
Mieli non mancò mai di denunciare con forza i crimini culturali e politici della Germania hitleriana; nel 1944 il governo militare argentino, instaurato dopo un colpo di Stato, decretò la soppressione definitiva dell’Instituto de historia y filosofía de la ciencia dell’Università. Mieli si stabilì a Florida, un quartiere periferico di Buenos Aires, fu costretto a interrompere le sue attività scientifiche e si trovò a vivere in condizioni economiche disagiate.
Morì il 16 febbraio 1950 a Buenos Aires.
Gli omaggi più grandi alla sua opera di organizzatore della storia della scienza a livello internazionale vennero, significativamente, dalla Francia e dagli Stati Uniti.
Scritti:
Una raccolta consistente di lavori ed estratti si trova nella Biblioteca dell’Istituto e Museo di storia della scienza di Firenze.
Per la bibliografia degli scritti
- Lavori e scritti di Aldo Mieli, I, 1906-1916, Firenze 1917
- J. Babini, Para una bibliografia de Aldo Mieli, in «Physis», XXI (1979), pp. 357-424.
Ricche bibliografie su Mieli sono presenti su:
- Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Mieli - Ferdinando Abbri, Aldo Mieli – Dizionario Biografico degli Italiani – Volume 74 (2010)
https://www.treccani.it/enciclopedia/aldo-mieli_(Dizionario-Biografico)
Note biografiche elaborate da Wikipedia e dal Dizionario biografico degli italiani Treccani
a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- L'amore omosessuale
L’opuscolo contiene sette articoli, non tutti di Mieli, sul tema dell’omosessualità che spaziano da questioni storiche a esperienze locali e all’esperienza tedesca, da Mieli conosciuta nel suo viaggio in Germania, oltre ad altre questioni specifiche. - Lavoisier
Aldo Mieli, sopraffino storico della scienza, in questa opera coglie con una notevole abilità di sintesi i vari aspetti della figura di Lavoisier come figura-simbolo di spartiacque tra la chimica alchemica e la chimica moderna. - La storia della scienza in Italia
Saggio di bibliografia di storia della scienza
Il notevole saggio ha l’intento di promuovere una maggiore e migliore conoscenza della storia della scienza in Italia, materia assai poco sviluppata nei primi anni del ‘900. - Un viaggio in Germania
Impressioni ed appunti di uno storico della scienza
Anche in occasione di questo viaggio in Germania, che aveva come scopo la partecipazione al congresso internazionale di sessuologia a Berlino (1926), Mieli dà un saggio notevole del suo metodo di storico scientifico. Argomento di questo resoconto non è solo il Congresso ma anche gli incontri che egli, spostandosi in varie città della Germania, ebbe con medici, ingegneri, storici della scienza e della tecnica. - Un viaggio in Romania
Un diario del viaggio compiuto da Aldo Mieli, storico della scienza, per incontrare i suoi corrispondenti in Romania, rappresenta una curiosità sotto l'aspetto turistico oltre che culturale, in un'epoca in cui quasi non esistevano manuali per turisti su quel paese.