Carlo Malinverni nacque a Genova nel 1855 in una famiglia di estrazione borghese.
In gioventù partecipò al movimento repubblicano e mazziniano collaborando ad associazioni e riviste della sinistra moderata. Come giornalista scrisse sul quotidiano “Caffaro”, su “La Liguria illustrata” e su “Il Successo”; nel 1879 è promotore della breve esperienza scapigliata della “Rivista Azzurra”.
Dal 1877 fino alla morte lavora come impiegato alla Cassa di Risparmio di Genova. Forse proprio questa sua consuetudine con la banca e con chi la frequentava spiega la capacità di minuta osservazione e la freschezza di linguaggio.
Dopo le prime composizioni liriche in italiano, per lo più di sapore retorico e politico – Guardando all’Avvenire (1905) – passa ad esprimersi in dialetto genovese, continuando ad ispirare a Mazzini la propria vita solitaria che sente le ricorrenze della patria, i casi dell’amicizia, del dolore, e dell’infanzia.
Letterariamente vicino alle tematiche crepuscolari e scapigliate, descrive in versi il grigiore e l’insoddisfazione della sua vita borghese, oppressa dalla gnàgnoa, l’angoscia esistenziale, in perenne attesa di un riscatto impossibile, che può essere lenita solamente dall’arte, dalla solitudine, dalla frequentazione dei luoghi cari dell’anima.
Si rivolge alla donna, all’amico, al consolatore, sempre con misura e garbo. La celebrazione dei piccoli piaceri intimi o della natura è realizzata con un’arguzia e una disinvoltura colloquiale che lo colloca ormai lontano dalla scapigliatura. I suoi versi sono in ogni caso di indubbia musicalità e raggiungono forse la maggior efficacia in chiave evocativa.
Le sue poesie sono raccolte nei due volumi Due brocche de viovetta (1908) e Bolle de savon (1921). L’anno successivo alla sua morte fu pubblicata la raccolta di poesie dedicata all’infanzia Sinite Parvulos (1923).
Postuma è uscita la raccolta Così al vento nelle foglie lievi… (1955), ed alcune sue liriche sono leggibili, oltre che nella classica Antologia della poesia dialettale genovese curata da F. Donaver nel 1910, nelle antologie Cento poesie genovesi (1976), Poesia dialettale genovese (a cura di M. Boselli 1960).
Morì il 9 gennaio 1922.
A Genova vi è una strada a lui intitolata (la ex via dei Cinque Santi) e un suo busto fu collocato in via Martin Piaggio. È intitolata a Carlo Malinverni la scuola elementare di Isola del Cantone (GE).
Il poeta, scienziato e internazionalista Giulio Tanini dedicò un’ode a Carlo Malinverni (vedi in questa biblioteca).
Fonti:
- L. Cattanei: Poesia giornalismo e cultura del secondo ottocento. In: La letteratura ligure dell’ottocento. Genova, 1990.
- F. Pastorino, M. Venturini: Dizionario degli scrittori liguri, Genova 2007.
- M. Boselli: Poesia dialettale genovese, Genova, 1960.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti