Dall’incipit del libro:

È morta la poesia civile? Questo libretto dice di no. Per bizzarria si può insistere nell’ammirare come sola arte l’arte cosiddetta pura, che trova suo fine in sè stessa: ma uno dopo l’altro gli idoli di questa scuola finiscono al meritato manicomio e proprio ora l’umanità intiera si scuote glorificando Schiller e Hugo, Cervantes e Mazzini. Viene quindi in buon tempo questa raccolta di poesie civili. Esse sono d’un discepolo del Mazzini che intende l’arte come questi la intendeva. Non già che basti, a fare della poesia, la nobiltà del fine. La massima che il fine giustifica i mezzi non è mai così falsa come in letteratura. Qui il lettore noterà subito tutto quel culto amoroso della forma, di che, in giorni di battaglie per la patria, il Mazzini faceva quasi rimprovero al dilettissimo Saffi.
Ecco un poeta veramente italiano, di concetto e di stile. Dante e Mazzini sono come i due poli del suo pensiero. Dell’Alighieri gli fiorisce tratto tratto sul labbro spontanea la reminiscenza di taluni di quei versi scultorii in cui la natura, più ancora che l’arte sua figliuola, pare avere gettato in forma assoluta immutabile l’idea.

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titolo:
Guardando all'avvenire
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Guardando all'avvenire
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opera di riferimento:
Guardando all'avvenire / Carlo Malinverni. - Genova : Stabilimento Tipografico del Successo, [pref. 1905]. – 109 p. : ill., ritr. ; 21 cm.
licenza:

data pubblicazione:
21 luglio 2010
opera elenco:
G
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it
pubblicazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
revisione:
Paolo Oliva, paulinduliva@yahoo.it