Dall’incipit del libro:
Tanta è la vaghezza e il desiderio che io da qualche tempo aveva di far nota al mondo la stima, e il rispetto mio verso la persona di V. S. Illustriss., svegliatami in cuore dalle sue signorili doti acquistate, e da’ maggiori in retaggio venute, che Quasi torrente, che alta vena il preme, di mandarla ad effetto, ovunque aperta mi si fosse la via, trascurare io no ‘l poteva giammai: e bene a porla in opra fui assai volte vicino. Congiuntura però più acconcia, e favorevole non parmi ora possibile d’incontrare, che la presente innovata edizione d’un libro, che nella Lingua Toscana i pregiudizi del volgo togliendo, informa delle più opportune regole di essa, per offerirlo, e sotto la protezione passarlo di un cavalier letterato e d’ogni più pregiata erudizione ricolmo, il quale sì fattamente della medesima Favella è geniale e parziale, talchè nulla più peravventura, che l’amor di lei il mosse tra l’altre cose ad annidarsi personalmente in queste contrade di Etruria, e nella regia del bello idioma, ed a spiegare ne’ più puri eleganti termini le sue filosofiche meditazioni. Forse io ben mi appongo, Illustrissimo Signore: ma certamente del come in quelle arride la bellezza de’ vostri talenti chi non si maraviglia? Più però sarà cospicua per le edite Opere vostre, e per quel che in breve della stessa ornata penna si spera vedere.



