Enrico MorselliEnrico Morselli (Modena, 17 luglio 1852 – Genova, 18 febbraio 1929) è stato uno psichiatra e antropologo italiano.

Nel 1855, divenuto orfano di padre, si trasferì con la madre, in attesa della secondogenita – Giuseppina -, presso Correggio, ponendosi sotto la protezione di un potente prozio. Per volere di questi, Morselli frequentò prima un noto collegio religioso nel comune emiliano, poi un liceo privato a Modena.

Studiò presso la facoltà di Medicina e Chirurgia nell’università di Modena, dove prese parte alle lezioni di Giovanni Canestrini, zoologo, e di Paolo Gaddi, anatomista, che lo introdusse all’antropologia ed alla craniologia. In particolare questi gli mise a disposizione i reperti del Museo Anatomico Universitario da lui fondato. Nel luglio del 1874, infine, si laureò con una tesi, poi pubblicata da Loescher, dal titolo La trasfusione del sangue, in cui si provò a negare l’efficacia di tale pratica in ambito psichiatrico.

Sotto invito di Carlo Livi, professore di Igiene e Medicina Legale, e direttore dell’Istituto Manicomiale di Reggio Emilia, il giovane prese la decisione di occuparsi di psichiatria, ed il 15 agosto 1874 fu assunto come medico praticante nel frenocomio da quegli diretto. Per di più, sempre sotto suggerimento di Livi, frequentò un corso di perfezionamento in Antropologia presso l’Istituto di Studi Superiori di Firenze tenuto da Paolo Mantegazza fondatore della Società Italiana di Antropologia e Etnologia.

Qui il dibattito culturale era condotto da filosofi come Felice Tocco e scienziati come Moritz Schiff; cosicché in un ambiente tanto vivace Morselli si trovò costretto ad una revisione degli approcci che aveva tenuto nei confronti della craniologia, nonché del metodo antropologico. Da queste influenze sarebbe poi nata La rivista di filosofia scientifica, che sarebbe divenuta organo del Positivismo Italiano per tutto un decennio, radunando intorno ad essa la maggior parte degli uomini di cultura e dei pensatori aderenti all’indirizzo positivo.

Contemporaneamente, dal 1875, Morselli lavorò, come assistente di Carlo Ghinozzi, nell’Arcispedale di Santa Maria Nuova in Firenze, occupandosi in particolare di neuropatologia come dimostrato dai costanti interventi su Lo sperimentale – Rivista medica fondata da Maurizio Bufalini – in cui si prediligeva un approccio clinico nei confronti del malato inteso nella sua interezza di uomo e non in relazione alla sua patologia.

Nel febbraio del 1877, all’età di 25 anni, sposata Maria Pia Regália, sorella del noto paleontologo positivista, si trasferì a Macerata dove era stato assunto come Direttore Medico Amministrativo del Manicomio di S. Croce: seguendo gli insegnamenti di Carlo Livi mirò alla definizione di un indirizzo terapeutico e non custodialistico dell’Istituto. In ossequio a questa sua visione dei fatti Morselli sarà il primo in Italia a concedere a gruppi di malati di uscire dall’Istituto di ricovero, di frequentare luoghi e locali pubblici.

Vinse il concorso indetto dal Regio Istituto Lombardo con il saggio Il suicidio. Saggio di statistica Morale comparata – 1879 -, opera che sarebbe stata pubblicata in lingua inglese nel 1887, ed ottenne così a Pavia la prima docenza in Clinica Psichiatrica.

L’opera ebbe subito un rilevante successo, tanto che attrasse l’attenzione di Emile Durkheim, il quale utilizzò in gran parte le analisi statistiche di Morselli come base empirica per la redazione di uno dei suoi libri più significativi: Il Suicidio. Studio di sociologia, uscito nel 1897.

Quindi iniziò l’insegnamento della disciplina a Torino dove diresse anche il Regio Manicomio della città. Dal 1887, poi, tenne dei corsi di Antropologia da cui sarebbe stato ricavato il saggio Antropologia generale. L’uomo secondo la teoria dell’evoluzione (1911). A questi anni risalgono alcune di quelle affermazioni che avrebbero fatto di Morselli uno di pionieri nel panorama della psichiatria in Italia.

In ambiente Torinese conobbe sia Cesare Lombroso, con il quale aveva avuto occasione di compiere un viaggio estivo in Lunigiana, Lucchesia e Garfagnana per ragioni di studio antropometrico, che Eugenio Tanzi, con il quale condusse un lavoro di ricerca che avrebbe portato alla pubblicazione de Il magnetismo, la fascinazione e gli stati ipnotici. In questo testo, e nei successivi articoli pubblicati in varie riviste, difende l’interpretazione psicologica portata avanti dalla scuola di Nancy che, in contrapposizione alla lettura neurologica di Charcot, vede l’ipnotismo strettamente legato alla suggestione: facoltà presente in maggiore o minore quantità nell’individuo, sano o malato.

Morselli e il suo gruppo di ricerca fu tra i primi in Italia a sostenere la lettura psicologica dell’ipnotismo in una psichiatria a orientamento fortemente organicista. Al VI Congresso della società Freniatrica Italiana (Novara, 8-14 settembre, 1889) Tamburini, inizialmente Charcotiano, propone una “teoria conciliativa” che fornisce una sintesi fra scuola di Nancy e scuola della Salpêtrière, sostenendo di fatto una lettura psicologica legata strettamente alla suggestione. Opera, questa, che finì per rappresentare la rottura totale con quell’ambiente accademico torinese all’interno del quale, Morselli, era già individuato come personalità “scomoda”. Proprio per tale ragione questi rassegnò nel 1888, all’età di 37 anni, le proprie dimissioni e chiese il trasferimento presso l’Università di Genova.

Nel 1890 Morsell fu chiamato ad occupare la vacante cattedra di clinica psichiatrica dell’ateneo ligure, rimasta libera alla morte di Dario Maragliano nel 1889. Portò qui con sé Tanzi ma coltivò comunque un nutrito nucleo di allievi, tra cui ricordiamo Giuseppe Portigliotti, Giuseppe Vidoni, Moisey Kobylinsky. Negli anni gli fu affidato l’insegnamento di un numero variegato di discipline: da Psicologia forense e sperimentale, a Neuropatologia ed Elettroterapia, senza dimenticare Antropologia per la Scuola di preparazione per viaggiatori, istituita dalla Facoltà di Scienze. Nel 1894 accettò la direzione del dipartimento di Neurologia del policlinico, dove già alcuni anni prima aveva fondato una sezione ambulatoriale per le patologie psichiatriche, dove venivano offerti sia consulti gratuiti in favore di indigenti, che prestazioni a pagamento.

Qualche anno dopo inaugurò Villa Maria Pia ad Albaro che prometteva cure modernissime per psicopatici, neuropatici e morfococainomani; il tutto dopo aver diretto nel 1887 lo stabilimento idroterapico di S. Maurizio Canavese, rivolto in particolare a donne affette da isterie e senza dimenticare la direzione dell’Istituto Paedagogium per bambini tardivi a Nervi. Proprio su queste numerose e variegate esperienze si basa la competenza che condusse Morselli alla definizione dei due fortunati volumi del Manuale di Semeiotica delle malattie mentali in cui tentò per la prima volta a coniugare empirismo e rigore classificatorio, e nella cui seconda edizione si dedicò particolare attenzione all’Esame psicologico della pazzia.

In questi anni iniziò ad interessarsi di fenomeni medianici, prima approcciando ai temi con grande scetticismo; quindi, avendo fatti propri gli indirizzi della Society for Psychical Research, giunse alla redazione nel 1908 di un minuzioso diario dal titolo Psicologia e Spiritismo, dopo aver partecipato da attento osservatore delle sedute di Eusapia Palladino, tra le più note medium dell’epoca.

Fondò nel 1914 i Quaderni di Psichiatria, affidati alle cure redazionali del figlio, anch’egli psichiatra, nato nel 1879, che divennero, in tempo di guerra, luogo di scambio di opinioni relative ai nuovi problemi che il conflitto pose e che gli alienisti si trovarono a dover fronteggiare. Convocato alla partecipazione alla guerra, presiedette l’Unione dei Medici Italiani per la Resistenza Nazionale, ed al termine della stessa iniziò a dimostrare i nuovi interessi per profilassi sociale ed eugenica, prendendo parte al Primo congresso Internazionale a Londra nel 1912.

Negli ultimi anni della sua vita si dedicò in particolare alla divulgazione delle nuove istanze psicanalitiche di matrice freudiana già diffuse in Europa, ma ancora del tutto sconosciute in Italia. Così pubblicò due volumi col titolo La psicanalisi, che inviò allo stesso Freud, accompagnati da un pamphlet sul Sionismo, dimostrazione del nuovo interesse che la già poliedrica personalità di Morselli iniziava a coltivare. Interesse che avrebbe condotto il medico bolognese ad analizzare i nuovi panorami che la scienza freudiana offriva: quelli relativi a libido e sessualità. Di questi tardi studi ci rimangono, però, soltanto pochi scritti, raccolti in un’edizione postuma, editi sotto la curatela del figlio, e recanti il titolo Sessualità umana secondo la psicologia, la biologia e la sociologia, Torino 1931.

Note biografiche tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Morselli

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autore:
Enrico Morselli
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Morselli, Enrico
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