Ettore Modigliani nacque a Roma il 20 dicembre 1873.
Fu direttore della Pinacoteca di Brera dal 1908 al 1934. Durante il primo periodo della sua direzione, tra il 1908 e il 1914 incrementò il ritmo degli acquisti, mentre nelle fasi successive si dedicò soprattutto alla risistemazione e all’abbellimento delle sale, rifacendo cornici e ricomponendo anche alcuni polittici, suscitando in questo senso anche alcune critiche.
Nel frattempo era giunta, nel 1910 la nomina a Soprintendente alle Gallerie, ai Musei Medievali e Moderni e agli Oggetti d’arte di Milano, e nel 1925 quella a Soprintendente ai Monumenti della Lombardia. Nel 1926 divenne anche Soprintendente della Certosa di Pavia.
Rifiutò sempre di iscriversi al Partito Fascista, e per rappresaglia, nonché per intervento del “quadrumviro della rivoluzione” Cesare Maria De Vecchi, col quale aveva avuto uno screzio, nel 1935, non appena quest’ultimo divenne ministro dell’istruzione, venne spostato all’Aquila come Soprintendente all’Arte Medievale e Moderna degli Abruzzi. Gli attacchi verso di lui erano cominciati nel 1925 dalle colonne del “Popolo d’Italia” che aveva paragonato i suoi atti a quelli di un criminale che aveva colpito con una bastonata la Tazza Farnese al Museo di Napoli. Il dissidio più grave era avvenuto in merito alla ripartizione delle spese per i lavori nel complesso di Santa Maria delle Grazie, per i quali Modigliani sosteneva che una parte fosse da accollarsi da parte dei dominicani.
All’Aquila, privo, come lui stesso afferma, di strumenti di lavoro, compila in quegli anni l’operaMentorecon l’aiuto della sua allieva Fernanda Witggens (che aveva preso il posto da lui precedentemente occupato alla pinacoteca di Brera) che gli forniva i materiali. La stessa Wittgens si assunse l’onere della provvisoria paternità dell’opera poichè nel frattempo, in seguito all’approvazione delle leggi razziali, Modigliani, che era di famiglia israelitica, era stato espulso dall’Amministrazione dello Stato e non avrebbe potuto altrimenti pubblicare il suo lavoro.
Durante gli anni della guerra, per sfuggire alla deportazione nei campi di sterminio nazisti, si nascose cambiando continuamente residenza nelle campagne del centro Italia insieme alla famiglia.
La Wittgens aveva provveduto nel frattempo a mettere le opere della pinacoteca in salvo in posti più sicuri dell’Italia centrale e settentrionale. Fu così scongiurata la loro distruzione quando, nell’agosto 1943, i bombardamenti danneggiarono gravemente il palazzo facendone crollare volte, tetti e pavimenti.
Nel maggio 1945 Modigliani rientrò a Milano grazie all’intervento di Perry Cott, “monuments man” in Italia nell’immediato dopoguerra, e il 12 febbraio 1946 fu reintegrato nel suo incarico di soprintendente a Brera. Rimasti in condizioni relativamente discrete sette saloni verso l’uscita, Modigliani e Fernanda Wittgens, anche lei reduce da quasi un anno di carcere per attività antifascista e a favore degli ebrei, riescono in collocazione provvisoria a radunare circa 150 tra i capolavori dell’istituto.
Poiché i due terzi della spesa necessaria alla ricostruzione aveva trovato finanziamento, Modigliani dichiara che «spera di potere entro due o tre anni riuscire a ottenere che non più la “Piccola Brera” ma la “Grande Brera” vasta come prima e forse più bella di prima riapra le sue porte, rinnovato segno di spiritualità della martoriata Milano».
Non potè vedere il completamento dell’opera perché morì prematuramente il 22 giugno 1947. Ma grazie all’opera dell’architetto Piero Portaluppi, fin dagli anni ’20 suo collaboratore, e Franco Albini e sotto la direzione di Fernanda Wittgens che rimase poi fino alla morte alla direzione della pinacoteca, i lavori procedettero celermente: nel dicembre del 1948 erano già compiuti il consolidamento statico dell’edificio e la copertura delle trentaquattro sale distrutte. In soli tre anni il progetto andò a compimento e il 9 giugno 1950 la Galleria potè riaprire i battenti nella sua ritrovata completezza. Nel 1972 venne poi acquisito Palazzo Citterio, come era nei desideri di Modigliani, ma i progetti per il suo recupero sono tuttora in corso.
Fonti:
- Introduzione al Catalogo della pinacoteca di Brera, Milano, 1950.
- R. R. Edsel, Monuments men, Missione Italia, Milano 2014.
- G. Biasco, Vado a Brera, Brescia, 2008.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- A Londra durante la guerra
L’interessante opuscolo descrive Londra durante la prima guerra mondiale. Al contrario che a Parigi, dove la guerra è molto più presente nella vita quotidiana anche per la vicinanza del fronte, a Londra, nonostante lo stato di tensione, la vita continua. - Mentore
Guida allo studio dell’arte italiana
Manuale di conoscenze basilari, che potrebbe essere definito come una piccola enciclopedia, offre una panoramica generale dell'arte italiana nelle sue varie forme. Per ragioni di persecuzione razziale, che l’autore espone in prefazione (“Un chiarimento”) alla seconda edizione, fu pubblicato in prima edizione nel 1940 con l’aiuto di Fernanda Wittgens che prestò il proprio nome come autrice, con grave rischio. Corredato di 128 tavole di opere pittoriche, scultoree e architettoniche e con 5 grafici.