Il componimento mistilingue (latino-italiano con tratti dialettali)
Te Maurum Laudamus è una parodia del canto liturgico di ringraziamento Te Deum Laudamus.
L’invettiva satirica è diretta a Lodovico Sforza, il Moro, (Maurus del titolo). L’autore, il lucchese Filippo Manucci (Mannutio Lucense), non è conosciuto per altri scritti o da altre fonti. Il componimento è sopravvissuto grazie a Marin Sanuto che l’ha trascritto nei suoi Diari.
Dall’incipit del libro:
Negli anni 1482-84 Ludovico il Moro era stato protagonista, con Federico da Montefeltro, della “guerra di Ferrara” (narrata in un’opera giovanile da Marin Sanudo), guerra che aveva messo fine all’espansionismo veneto in Lombardia. Pacificati gli animi, nel 1491 Ludovico il Moro aveva sposato Beatrice d’Este, figlia del duca di Ferrara (per questo, scrivendo da Ferrara, vien chiamato Pater). Dapprima neutrale nei confronti di Carlo VIII, che discese in Italia nel 1494, Ludovico Sforza aderì poi alla Lega Santa (a fianco di Venezia, del Papa Alessandro VI (lo spagnolo Rodrigo Borgia, padre del Valentino) e dell’Imperatore Massimiliano) che indusse Carlo VIII a risalire le Alpi (battaglia di Fornovo, 6 luglio 1495).


