Figlio di Michele Mulè e Angela Bertòlo aveva sei sorelle e quattro fratelli. I nonni furono tra i primi abitanti del comune natio di Villalba. Rimase orfano di padre a nove anni. Si sposò, civilmente nel 1898 a 61 anni, con la sua cameriera di venti anni più giovane.
Morì ad 81 anni il 12 gennaio 1917 alle 14,30.
Studia prima filosofia ed estetica a Palermo e poi giurisprudenza a Catania, dove consegue l’abilitazione notarile nel 1862 a 25 anni; quindi si trasferisce a Caltanissetta dove lavora prima come funzionario e poi, dal 1887, come segretario generale nell’Amministrazione Provinciale nissena; carica che manterrà ininterrottamente per i successivi 18 anni, fino a tutto 1905.
Fu presente in modo attivo in varie organizzazioni civili che si svilupparono nella città, tra queste la CRI.
Abitò, fino al 1912, in una casa attigua alla Chiesa di Sant’Agata al Collegio dove oggi una targa marmorea lo ricorda, dal 1912 si trasferì in campagna poco lontano il centro cittadino in Via Messina.
È stato un cittadino onorario di Caltanissetta, esperto di storia della città in epoca prefascista.
Diede un importante impulso alla crescita della Biblioteca Scarabelli di Caltanissetta, alla quale donò 4.400 opere tra opuscoli, giornali e manoscritti che si riferivano alle vicende della provincia nissena, opere che iniziò a raccogliere sin dal 1876.
Note biografiche tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Mulè_Bertòlo