Gustav MeyrinkGustav Meyrink nacque a Vienna il 19 gennaio 1868. Era figlio naturale del ministro del Württemberg, barone Karl von Varnbüler e dell’avvenente attrice Maria Wilhelmine Sdelheid Meyer. Fu battezzato nella chiesa protestante di Mariahilferstrasse (era nato in un albergo nella stessa strada) col nome di Gustav Meyer. La sorella maggiore, Dustmann-Meyer, nata nel 1841, era cantante presso il Vienna Court Opera fin dal 1857. La scelta di Vienna come città di nascita di Gustav è probabilmente legata alla presenza della sorella in questa città.

La sua infanzia e adolescenza furono piuttosto travagliate; non poté radicarsi in una residenza stabile. Prima fu ad Amburgo presso la nonna e poi con la madre a Monaco dove iniziò le scuole secondarie al Wilhelmsgymnasium, e poi tra il 1881 e il 1883 al Johanneum. A 15 anni, nel 1883, si trasferì a Praga, sempre con la madre, e qui terminò le scuole secondarie, non seguendo più la madre nella sua nuova sede a San Pietroburgo. Rimase a Praga fino al 1904. Secondo Max Pulver, Meyrink parla della madre (sempre fu restio a discorrere della sua famiglia e delle sue origini) nel breve racconto Master Leonhard pubblicato nel 1916 nella raccolta Fledermäuse.

Negli anni praghesi completò le scuole commerciali, probabilmente espletò il servizio militare e, dopo un breve periodo da tirocinante presso una ditta di esportazioni, fondò una banca, la Meyer & Morgenstern, in società con un nipote del noto scrittore tedesco di versi filosofici “nonsence”, Christian Morgenstern. Il capitale necessario sembra che sia stato quello proveniente da un deposito fatto da suo padre e svincolatosi alla maggiore età, mentre gli interessi erano pagati alla madre per finanziare gli studi e l’educazione del figlio.

Il fallimento finanziario alla guida di questa banca fu causa della seguente crisi esistenziale che lo portò alle soglie del suicidio, al quale rinunciò per la fortuita, ma provvidenziale, scoperta dell’occultismo. Questa fu la materia dei suoi studi per il resto della sua vita, spaziando dalla magia cabalistica alla massoneria, allo yoga, alle dottrine segrete del taoismo e del buddhismo.

Abbandonato il nome della madre si diede alle prime prove letterarie, inizialmente nell’ambito satirico, sarcastico e parodistico, avendo come bersaglio la Germania prussificata e l’Austria-Ungheria priva di una sua identità autonoma, ma esistente solo come satellite del potente vicino.

Trasferitosi nella tranquillità del lago bavarese di Starnberg, divenne presto uno dei principali collaboratori del periodico umoristico viennese “Der liebe Augustin” e successivamente del “Simplicissimus” che era la più importante rivista satirica tedesca.

La sua affermazione letteraria è legata però ai suoi romanzi dove viene rivisitata la fantasmagoria occultistica della Praga magica degli alchimisti e cabalisti: Der Golem (1915), Der grüne gesicht (La faccia verde) (1916), Die Walpurgisnacht (La notte di Valpurga) (1917), Der weisse Dominikaner (Il domenicano bianco) (1921).

Nel 1927 va alle stampe il suo ultimo romanzo (probabilmente scritto in parte dal suo amico e vicino Alfred Schmidd Noerr) Der Engel vom westlichen Fenster (L’angelo della finestra d’occidente), dove emergono i temi cari al Meyrink della ricostruzione romanzata di un personaggio realmente vissuto (l’alchimista John Dee in questo caso) e il riapparire di un uomo contemporaneo in personalità di età precedenti, come nel Domenicano Bianco e nello stesso Golem; questo per dar vigore alla idea esoterica apprezzata dal Meyrink di varie vite successive come testimonianza di diverse manifestazioni di un’unica entità. Non manca di testimoniare la delusione sia verso la medianità che verso una certa pratica magico-cerimoniale ed evocatorio-rituale.

Max Brod lo ricorda nella sua autobiografia e lo descrive come uno dei principali interpreti di una generazione di romanzieri che pare si intrattenessero al Café Central di Praga. E lo stesso Kafka lo ricorda intuendo lo spessore storico-poetico del Meyrink, pur rimanendo esente da un’influenza diretta della sua scrittura, ma proponendosi come abile sintetizzatore delle fantasie occultistiche praghesi che Meyrink contorna con una ridondanza stilistica che talvolta appare superflua.

Questo non gli impedisce di proporsi come forse il più efficace coordinatore dei più vari sistemi dottrinali misteriosofici (cabala, sciamanesimo, taoismo, alchimia) verso una coerente sintesi dell’esoterismo. Aspetti messi in rilievo da studiosi dell’argomento come Julius Evola e più recentemente da Gianfranco De Turris.

Mayrink fu nemico di ogni totalitarismo e fu tra i pochi a prevedere con largo anticipo il trionfo della dittatura hitleriana; questo al crepuscolo di una delle esperienze politico-culturali più tolleranti e creatrici: la repubblica di Weimar.

Morì a Starnberg, Monaco, il 4 dicembre 1932. Era da tempo logorato dal diabete; la causa ufficiale di morte fu uremia. Alcuni pensano che la sua fine sia stata accelerata dal suicidio di suo figlio, Harro. L’inverno precedente Harro si era seriamente ferito alla spina dorsale in un incidente sciistico; dopo diversi mesi di cure fu chiaro che non si sarebbe mai rimesso completamente e non sarebbe mai più stato in grado di camminare correttamente. Il 12 luglio, dopo una serata trascorsa con la famiglia cui non dava alcun segno delle sue intenzioni, Harro uscì con le stampelle nel bosco e si uccise.

Fonti:

  1. AA.VV., Meyrink scrittore iniziato, Roma, 1983.
  2. M. Mitchell, Vivo, the life of Gustav Meyrink, Sawtry Cambridgeshire UK, 1912.
  3. Marino Freschi, voce Meyrink, Gustav, in GDE, Torino, 1989.

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Il Golem
    Romanzo
    Golem, che troviamo menzionato al salmo 138 della Bibbia (oggi il verso “il mio golem hanno visto i tuoi occhi” viene tradotto “ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi”) è concetto poi prepotentemente entrato nella tradizione talmudica e dei riti cabbalistici segreti. Elémire Zola ha scritto abbondantemente sull'argomento. Meyrink, a sua volta conoscitore delle scienze esoteriche e magiche, ritaglia questo suo primo romanzo (pubblicato la prima volta a Lipsia nel 1915, che ebbe grande successo subito dopo la fine della prima guerra mondiale) sulla leggenda del Golem, radicata come antica leggenda praghese soprattutto nell'ambito della comunità ebraica.
  • La morte violetta
    Il racconto, dove l’ironia e la satira nei confronti del mondo accademico è più che evidente, va visto nell’ambito dell’epoca caratterizzata da conquiste coloniali e scoperte di un mondo orientale spesso favoloso e magico.
 
autore:
Gustav Meyrink
ordinamento:
Meyrink, Gustav
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