Louis-Henri Murger, noto anche come Henri Murger e Henry Murger(1), nacque a Parigi il 27 marzo 1822(2). Era di umili origini, figlio di un immigrato dalla Savoia, di professione sarto e portiere di uno stabile a Rue Saint Georges, e di un’operaia. La madre, sebbene non fosse una letterata, si oppose con tutte le forze a che il figlio venisse avviato al duro lavoro manuale. Il ragazzo aveva un carattere brillante e socievole e un’intelligenza particolarmente sveglia, ma, dati i mezzi limitati della famiglia, ebbe un’istruzione assai lacunosa. Tuttavia la casa dove abitava aveva inquilini importanti: tra questi la grande soprano Maria Malibran e lo scrittore ed accademico di Francia Étienne de Jouy, un uomo che da bambino conosceva le opere di Voltaire a memoria e la cui vita fu un vero romanzo. Henry divenne presto il loro beniamino e fu compagno di giochi della sorella minore della Malibran, la giovane Pauline Garcia, che divenne musicista e compositrice con il nome di Pauline Viardot.
Lasciata la scuola a 15 anni e dopo aver svolto umili lavori, entrò nello studio legale di un ecclesiastico. Cominciò a comporre poesie che furono notate ed apprezzate da de Jouy. Questi gli fornì l’occasione per diventare segretario di un erudito, il conte P. A. Tolstoj, incaricato politico del corpo diplomatico russo, presso il quale poté migliorare la sua istruzione e che gli concesse quella libertà di mente e di tempo necessari per scrivere. Il giovane segretario era impiegato, per quaranta franchi al mese, nella trasmissione dei dispacci privati con i quali il conte informava lo zar degli eventi politici in corso a Parigi; ma presto Murger dimostrò un’intelligenza troppo elevata per il lavoro assegnatogli ed il suo impiego divenne una sinecura. Alla fine del terzo anno del suo segretariato Murger si recò presso il conte Tolstoj solo per ricevere lo stipendio.
Cominciò a studiare gli scrittori francesi, in particolare Victor Hugo, e iniziò a dipingere acquerelli, continuando a scrivere poesie. Incontrò allora il giovane scrittore Jules Champfleury (1821-1889), divennero subito amici fino al punto di vivere insieme per qualche tempo e proprio Champfleury gli consigliò di abbandonare i versi e la pittura e dedicarsi alla prosa. Presto lo scrittore e letterato Arsène Houssaye (1815-1896), divenuto direttore della prestigiosa rivista “L’Artiste”, alla quale collaboravano i migliori intelletti di Francia – Théophile Gautier, Gérard de Nerval, Jules Janin, Charles Baudelaire ed altri – aprì le sue pagine agli scritti di Murger. Da quel momento iniziò a collaborare anche con altre riviste, come l’importante “Revue des Deux Mondes”, fondata nel 1828 ed ancor’oggi attiva, nel XIX secolo vera fucina culturale per i giovani scrittori e critici della generazione romantica, con “Le Corsaire”, altra rivista in cui si toccavano anche temi di politica, e con i giornali di moda “Le Moniteur de la Mode” e “Le Castor”.
Murger in quel periodo doveva fornire ogni giorno a “Le Corsaire” un capitolo di un feuilleton dal titolo Orbasan le Confident, quando improvvisamente la rivoluzione del 22 febbraio 1848, scoppiata a seguito di un divieto, da parte delle forze dell’ordine, di tenere una manifestazione per la riforma elettorale, rovesciò il governo di Luigi Filippo. Queste circostanze straordinarie spinsero il conte Tolstoj a richiedere l’aiuto del suo segretario, dopo anni che questo si presentava da lui solo per ritirare lo stipendio. Murger quindi dovette preparare la copia dei dispacci per l’imperatore russo e contemporaneamente fornire i suoi scritti al giornale. Secondo alcuni biografi, in un momento di distrazione lo scrittore indirizzò un capitolo del suo feuilleton allo zar e il dispaccio destinato a quest’ultimo al direttore del giornale. Il fatale scambio di indirizzi dovette provocare grande stupore nei destinatari dei due dispacci! Ma naturalmente l’errore fu considerato dal conte Tolstoj come una gravissima mancanza e Murger cessò di presentarsi alla porta del conte.
Il giovane ventiseienne scelse di vivere facendo assegnamento unicamente sul proprio lavoro di scrittore. Nel frattempo la sua amata madre era morta e il severissimo padre, che rimproverava al figlio di aver scelto di fare il poeta e lo scrittore, lo cacciò di casa. Iniziò per lui una vita da vero bohémien. Con qualunque nome siano stati etichettati, ogni epoca ha avuto i suoi bohémiens, giovani di ogni generazione avversi alla meschinità delle consuetudini e della mondanità , semplicemente artisti, letterati che si distaccano da ogni conformismo nella vita e nell’arte. Come i suoi personaggi che tanto bene avrebbe descritto nelle sue opere, pur lavorando freneticamente, conobbe un’esistenza di privazioni e di stenti, che intaccarono la sua salute. La malattia, contratta conducendo una vita così misera e disordinata, provocò frequenti ricoveri presso l’ospedale di St. Louis.
Profondo amante dell’arte, non riusciva a lavorare con la rapidità che gli avrebbe permesso di scrivere tanto e di avere dalla sua penna il ritorno economico per poter vivere con un minimo di agio. Gli articoli, le poesie richiedevano la sua massima cura e viveva di pane secco per settimane, scrivendo a letto per il freddo, piuttosto che prostituire la sua arte. Una vera lotta tra talento e miseria. Era un uomo singolarmente modesto e senza pretese, prematuramente calvo, con un’espressione di grande dolcezza, sempre bonario nella sua conversazione, rapido d’ira ma facilmente placato e del tutto privo di malizia.
Un brano di Murger tratto dal racconto La scène du gouverneur : Souvenirs de jeunesse (Paris, Lévy, 1876. Postumo. Pagg.179-181) illustra l’abitazione tipo dei bohèmiens:
“Mes deux amis, qui logeaient ensemble, avaient mis en commun un mobilier qui semblait avoir été choisi parmi les débris d’un tremblement de terre. L’huissier le plus farouche à la saisie aurait reculé en le voyant. Ce n’était que tables à demi boiteuses, fauteuils invalides, criant comme des blessés dont on heurte le membre amputé, lorsqu’on s’asseyait dessus.
Le piano brèche-notes jetait des soupirs de moribond. Pareille à la fameuse pendule, dans le Chapeau de l’horloger, le coucou sonnait des heures folles. Le baromètre avait des variations atmosphériques qui présageaient les plus grands cataclysmes. La boussole de voyage tournait obstinément son aiguille ahurie vers le midi, et le seul roulement d’une voiture un peu lourdement chargée sur le pavé de la rue suffisait pour mettre tout le ménage en danse. […]
Cependant, sur ces mauvaises tables étrangères aux lois de l’équilibre, on travaillait bien, et on dormait mieux dans ces deux petites couchettes jumelles, garnies chacune d’un matelas mince et dur comme une galette bretonne.”(3)
La collaborazione con la “Revue des Deux Mondes” fu un momento fondamentale nella carriera di Murger. Il pubblico della rivista era indubbiamente più intellettuale, colto e sobrio dei lettori dei giornali popolari: lo scrittore elevò lo standard del suo stile, la sua capacità di analisi della realtà si fece più profonda, la sua concezione dell’arte più alta. Alla “Revue”, nel corso degli anni, affidò la pubblicazione de Le Pays Latin, Adeline Protat, Les Buveurs d’Eau e di altre storie, che insieme alle sue liriche de Les Nuits d’Hiver, mostrano un notevole progresso rispetto alle sue precedenti opere.
Nel 1849, in collaborazione con Thèodore Barrière, attore e drammaturgo, trasse da una serie di racconti già pubblicati su “Le Corsaire-Satan”, che descrivevano la vita di graziose grisettes e di giovani artisti poveri ma pieni di speranze, un’opera teatrale dal titolo La vie de Bohème. L’editore Michel Lévy chiese allora a Murger di riunire i racconti che erano stati alla base dell’opera teatrale per farne un romanzo. Così lo scrittore arrivò a pubblicare la sua opera più nota Scènes de la vie de Bohème (Scene della vita di Bohème) (1851). La vita romantica, senza sicurezza nel domani ma fondata su solidissime basi di amicizie sincere e disinteressate, divenne un tema congeniale a tutta la sua produzione letteraria. Per il suo temperamento umano, secondo Théophile Gautier, egli era veramente un poeta nella sua opera e nella vita. Sia l’opera che il romanzo ebbero molto successo e garantirono un’effimera agiatezza all’autore. Murger, che non era più obbligato alla dieta di un pasto al giorno, si trasferì in rue Mazarine, nella stessa casa dove abitava Pierre-Joseph Proudhon, il filosofo ed economista socialista. Eugène de Mirecourt, giornalista e scrittore, ebbe modo di raccontare vari aneddoti su questa singolare prossimità .
Murger trascorreva il suo tempo libero tra i “buveurs d’eau“, un gruppo di giovani artisti del Quartiere latino. Il nome del gruppo allude ironicamente alla loro estrema povertà che non gli permetteva di acquistare e bere vino. Tra questi ebbe occasione di conoscere e frequentare anche il romanziere, giornalista e pioniere della fotografia Nadar, autore del ritratto di Murger in questa pagina. La banda aveva sede stabile presso il Café Momus e per descrivere le serate di incontri, le avventure di ogni giorno, le difficoltà a sbarcare il lunario ma anche la profonda amicizia e solidarietà che legava i giovani artisti basta leggere le pagine di Scene della vita di Bohème. La frequentazione assidua da parte della compagnia assai spesso squattrinata spinse M. Louvet, proprietario del locale, sull’orlo della rovina. Un aneddoto narra che Murger e Champfleury, per riparare ai danni economici e non solo provocati al Café Momus e risarcire il proprietario, fecero pubblicare su alcune riviste la notizia che nelle cantine del Café erano stati scoperti bauli stracolmi di manoscritti inediti di Jean-Baptiste Louvet de Couvray, autore del noto romanzo osé Les Amours du chevalier de Faublas (1787-1790). La notizia attirò per molti giorni folle di visitatori e di avventori i quali, per ingraziarsi il proprietario del locale e convincerlo a mostrare i testi inediti, mangiavano, bevevano e pagavano.
Negli anni 1858-60 intorno alla Brasserie Andler, simile a quello che era stato il Café Momus, si riunivano i componenti della così detta Scuola realistica, con il loro apostolo Champfleury e il loro sommo sacerdote il pittore Courbet. Ormai Murger non era più dei loro, si era trasferito in campagna e presto sarebbe morto. Ma in quella brasserie si potevano incontrare resti della vecchia banda di amici di Murger. L’unica celebrità era il musicista Schaun, modello che era servito per creare il personaggio di Schaunard, così come in Rodolphe aveva ritratto se stesso.
Affascinante scrittore di prosa, rimase sempre poeta, una passione che ebbe fin da giovane. Le sue liriche sono raccolte in Ballate e fantasie e Le notti d’inverno. Murger in tutta la sua opera, che sia prosa o che sia poesia, mostra sempre due punti di vista sulla realtà . Una è una visione di buon senso, piena di umorismo, con la quale si diverte a mostrare il lato assurdo delle cose, senza malumore, ma con genialità e ricchezza di immagini. L’altra è un visione squisitamente poetica, malinconica, con la quale, con toni delicati e mai estremi, lamenta l’instabilità delle cose e la frustrazione che ne deriva.
Amava moltissimo la natura e il desiderio di vivere in campagna lo fece lasciare Parigi per stabilirsi a Marlotte, un villaggio non lontano dalla foresta di Fontainebleau. Qui trascorse gli ultimi anni della sua vita, sempre in grandi ristrettezze economiche e con gravi problemi di salute. Se c’era una cura che avrebbe potuto restituire la salute al suo corpo e serenità alla sua anima, questa era certo la vita all’aria aperta, in mezzo a paesaggi rurali, così bene descritti in Adeline Protat. Purtroppo si era deciso troppo tardi. Nel 1858 ricevette la Légion d’honneur e il conte Alexandre Colonna Walewski, ministro di Napoleone III, gli assegnò 500 franchi per sostenere le spese mediche, ma ormai anche questo aiuto giungeva tardi.
Murger morì il 28 gennaio 1861 all’età di 38 anni, in un ospizio e in povertà assoluta, dopo quindici giorni di malattia, trascorsi nella revisione delle sue poesie. Il governo francese pagò per il suo funerale, che, secondo i resoconti de “Le Figaro”, fu un grande evento pubblico al quale parteciparono numerosissimi rappresentanti del giornalismo, della letteratura, del teatro e delle arti. “Le Figaro” avviò una raccolta di fondi per erigere un monumento alla memoria di Murger e centinaia di persone contribuirono: in due mesi furono raccolti oltre 6500 franchi. Fu sepolto nel cimitero di Montmartre. La statua in pietra, che adorna la sua sepoltura, rappresenta la Giovinezza che lascia cadere le rose sulla tomba. È opera dello scultore Aimé Millet ed è uno dei capolavori del cimitero.
La morte e il funerale di Murger furono un momento importante per i parigini, per i francesi, per capire cosa fosse veramente il clima della Bohème e quanto fosse parte delle loro vite. A poche settimane dal funerale, comparvero numerosi articoli di giornali e riviste su Murger e tre dei suoi vecchi amici dai tempi dei “buveurs d’eau” annunciarono di essere al lavoro per scrivere la sua biografia che venne pubblicata nel 1862 da Hetzel: [Lelioux, Nadar e Noêl], Histoire de Mürger pour servir à l’Histoire de la vraie Bohème par trois buveurs d’eau contenant des correspondances privées de Mürger.
Si riconosceva soprattutto a Murger il merito di aver raccontato, non solo nel suo Scene della vita di Bohème, la vita dei giovani artisti squattrinati e delle loro donne, senza infingimenti ed insieme con lirismo e ironia, tanto da far sì che anche la buona borghesia ne fosse quasi orgogliosa. Egli ebbe, a un livello del tutto al di sopra della media dei suoi colleghi, una straordinaria capacità di mescolare arguzia, umorismo, osservazione e pathos: era un vero maestro nell’analisi e nella descrizione di un periodo particolare della vita parigina, con le sue varie luci, ombre e forme. Scriveva come sentiva e come viveva. L’inventiva, l’immaginazione, la liberazione dalla tradizione, la rottura degli schemi erano alcune delle più importanti qualità che questa borghesia ottocentesca esaltava, come autentica cultura alternativa della società industriale, per rivendicare la sua superiorità sul mondo elegante, aristocratico ed apparentemente immutabile che la loro industriosità andava sostituendo. Sul solco della grande tradizione del romanticismo letterario in Francia rappresentato dalle opere, tra i tanti, di Madame de Staël, di Chateaubriand e culminate nella poderosa produzione di Victor Hugo, gli scritti di Murger avviano un rinnovamento che lo avvicina al movimento della scapigliatura, nato in Italia nell’area lombarda.
Scrisse Justin McCarthy (1830 – 1912), storico liberale, scrittore e politico irlandese, nella recensione di Scene della vita di Bohèmia a proposito della chiusa del libro, nella quale con rassegnazione uno dei personaggi riflette sulla fine della loro esperienza di bohèmiens:
“And succumbing at last to the respectability and the convenances, the friends shake their heads, and rather dismally console themselves with the acknowledgment that la jeunesse n’a qu’un temps — youth has only one season. Indeed, this melancholy moral is the refrain of nearly all Mürger ‘s works.”(4)
E ancora:
“Yet, whatever may be the immediate result, it is well to have frequent revolutions, and even rebellions, in the dynasties of letters. [… ] The literature of France was sinking into a very grandiose and pompous condition of decrepitude when the battle of classicists and romanticists came to infuse life into it; and the contest of these rival schools was degenerating itself into pedantry or extravagance, when the wild Bohemians suddenly diverted the public attention to realisms of an entirely novel kind.”(5) (The Bohemia of Henri Mürger. In: Con Amore, or Critical Chapters. London: Tinsley Brothers,1868, pp.231, 244)
In Italia il primo ad appassionarsi in particolare alla vita e all’opera di Murger fu Felice Cameroni (Milano 1844 – 1913), giornalista e critico letterario. Di tendenze democratico-radicali, fece conoscere al pubblico italiano, tra gli altri, la persona e l’opera di Murger – la prima traduzione italiana di Scene della vita di Bohème si deve a lui – e di Émile Zola, con il quale intrattenne anche un interessante carteggio, poi pubblicato. La prefazione, anonima, a I bevitori d’acqua (Sonzogno, 1884) fornisce molte notizie su Murger tratte dagli scritti di Cameroni, definito ‘critico tanto sapiente quanto modesto’.
Sono interessanti le posizioni di Cameroni nella polemica sull’arte; convinto sostenitore del realismo in letteratura, egli si spese in un’opera di divulgazione e sostegno del movimento della scapigliatura. La sua definizione di Bohème inizialmente comprendeva sia l’idea di un’arte oggettiva, sia di un suo carattere impegnato nella denuncia della miseria e delle ingiustizie sociali. Disordine e immaginazione, ribellione e umorismo rappresentavano sicuramente i termini di una arte implicitamente rivoluzionaria. Egli stesso comunque arrivava a distinguere, in relazione ad un impegno diretto o indiretto dell’artista, due facce della Bohème francese, la “Bohème artistica” di Henry Murger, e la “Bohème rivoluzionaria” di Jules Vallès.
NOTA. Non si è potuto, a tutt’oggi, consultare la biografia di Georges Montorgueil, Henri Murger, romancier de la Bohème (Paris, Grasset, 1929).
Scritti principali:
- La vie de Bohème – comédie en cinq actes (1849)
- Scènes de la vie de Bohème (1851)
- Scènes de la vie de jeunesse (1951)
- Le pays latin (1951) – apparso in “Revue des Deux Mondes”
- Claude et Marianne (1852) – apparso in “Revue des Deux Mondes”
- Madame Olympe (1852). Una edizione del 1859 (Paris, Michel Lévy), oltre al testo di Madame Olympe, contiene anche i racconti Comment on devient coloriste, Une victime du bonheur, La fleur Bretonne, Le fauteuil enchanté, Christine, Entre quatre murs e Les premières amours du Jeune Bluet.
- Le Bonhomme Jadis – comédie en un acte (1852)
- Les Vacances de Camille, scènes de la vie réelle (1852)
- Le Dernier Rendez-Vous (1852) – apparso in “Revue des Deux Mondes”. In un’edizione del 1856 (Paris, Michel Lévy) contiene anche La résurrection de Lazare.
- Adeline Protat (1853) – apparso in “Revue des Deux Mondes”
- Scènes de la vie de campagne (1854)
- Les buveurs d’eau (1854) – apparso in “Revue des Deux Mondes”
- Le Roman de toutes les femmes (1854)
- Ballades et Fantaisies (1854)
- Poésies (1855)
- Le Dessous du panier (1855)
- Propos de ville et propos de théâtre (1856)
- Le Sabot rouge (1860)
- Les Nuits d’hiver (1861 post.)
- Le Serment d’Horace – comédie en un acte (1861 post.)
- Le Roman d’un capucin (1868 post.)
- Le Souper des funérailles (1873 post.)
- Les Roueries d’une ingénue (1874 post.)
- Dona Sirène (1874 post.) L’edizione (Paris, Lévy), oltre al racconto Dona Sirène, contiene anche Le Mât de cocagne, Fragments d’un Journal d’un anonyme, Son Excellence Gustave Colline, Les derniers buveurs d’eau, Les propos de dessert du souper de Valentin, La grande marée e A propos des sauvages.
- Les roueries de l’ingénue ; La scène du gouverneur : Souvenirs de jeunesse ; La nostalgie ; Les sirènes (1876 post.)
Fonti:
- Henry Murger, Le Nuits d’hiver : Poésies complète ; suivi d’Études sur Henry Murger par MM. Jules Janin … [et al.]. Paris, Michel Lévy Frères, 1861.
- [Lelioux, Nadar e Noêl], Histoire de Mürger pour servir à l’Histoire de la vraie Bohème par trois buveurs d’eau contenant des correspondances privées de Mürger. 2.ème édition. Paris, Hetzel, 1862. https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k64359331.texteImage
- Armand de Pontmartin, Les Jeudis de Madame Charbonneau. Paris, Michel Lévy, 1862. pp.117-127. In questo testo l’autore chiama Murger con il nome di Schaunard, uno dei personaggi di Scene della vita di Bohème. https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k205395p.texteImage
- Théophile Gautier, Rapport sur les progrès de la poésie. Paris, 1868. https://web.archive.org/web/20071026135047/http://diogene.ch/IMG/pdf/rapport-sur-les-progres-poesie.pdf
- Justin McCarthy, The Bohemia of Henri Mürger. In: “Con Amore”, or Critical Chapters. London, Tinsley Brothers, 1868. pp.208–249. https://archive.org/details/conamoreorcritic00mccarich/page/208/mode/2up?view=theater
- Théophile Gautier, Henry Murger. In: Portraits contemporains : littérateurs – peintres -sculpteurs – artistes dramatiques. Paris, Charpentier et Cie, 1874, 3. ed. https://archive.org/details/bub_gb_JzPwQUmKuEUC/page/n9/mode/2up – (Portraits of the Day. Cambridge, The Jenson Society, 1901 pp. 138–147 https://archive.org/details/portraitsofday06gaut/page/138/mode/2up) Si tratta di un volume postumo che raccoglie articoli di Gautier apparsi su “Le Figaro”, “La Presse”, “Le Moniteur universel”, “La Gazette de Paris”, “L’Artist” tra il 1837 e il 1871.
- Maurice Mauris, Henri Murger. In: French Men of Letters. New York, D. Appleton and Company, 1880, pp. 89–108. https://archive.org/details/frenchmenoflette00maurrich/page/88/mode/2up
- Enrico Murger, I bevitori d’acqua. Introduzione anonima. Milano, Sonzogno, 1884. Biblioteca universale ; 75-76
- Alphonse Lemerre, Anthologie des poètes français du XIXème siècle, Alphonse Lemerre éditeur, 1887, **1818 -1841 (p.112-116) https://fr.wikisource.org/wiki/Anthologie_des_poètes_français_du_XIXème_siècle
- George Saintsbury, Henry Murger. In: Essays on French Novelists. London, Percival & Co., 1891. (p.381–418) https://archive.org/details/essaysonfrenchno00sain/mode/2up?view=theater
- Walter Besant, Henry Murger. In: Essays and Historiettes. London, Chatto & Windus, 1893, pp.170–196.
https://archive.org/details/essaysandhistori00besauoft/page/170/mode/2up?view=theater - Carlo Pellegrini, MURGER, Henri, in Enciclopedia Italiana (1934) https://www.treccani.it/enciclopedia/henri-murger_(Enciclopedia-Italiana)/
- Jerrold Seigel, Bohemian Paris : Culture, Politics and the Boundaries of Bourgeois Life, 1830-1930, Baltimore and London, The Johns Hopkins University Press, 1986.
- Paolo Alberti, Jules Vallès, in Liber Liber (2021) Biografia https://liberliber.it/autori/autori-v/jules-valles/
- Paolo Alberti, I refrattari, in Liber Liber (2021) Sinossi del libro di Jules Vallès https://liberliber.it/autori/autori-v/jules-valles/i-refrattari/
- https://fr.wikisource.org/wiki/Auteur:Henry_Murger
- https://www.treccani.it/enciclopedia/henri-murger
- https://www.sapere.it/enciclopedia/Murger,+Henri.html
- https://www.britannica.com/biography/Henri-Murger
- https://it.wikipedia.org/wiki/Henri_Murger
- https://en.wikipedia.org/wiki/Henri_Murger Con una ricca bibliografia di saggi su Murger, soprattutto di scrittori e critici inglesi.
- https://fr.wikipedia.org/wiki/Henry_Murger Anche qui è presente una ricca bibliografia su Murger.
- WorldCat Identities: Murger, Henri http://www.worldcat.org/identities/lccn-n83-140392/
- Alessandra Briganti, CAMERONI, Felice in Dizionario biografico degli italiani (1974) https://www.treccani.it/enciclopedia/felice-cameroni_(Dizionario-Biografico)/
Note biografiche a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi APS
(1) All’inizio della sua carriera di scrittore, nel tentativo di apparire più ricercato, Murger si firmò “Henry Mürger”, con la “y” di gusto inglese e l’umlaut tedesco, caratteri entrambi abbastanza fuori dal comune in Francia. Peraltro l’ortografia di Henry, piuttosto che Henri, risulta fosse presente nel francese arcaico, come loy e roy, essendo l’ortografia corrente prima del 1775 c. ed ancora in uso dopo il 1790. Alla fine Murger decise di mantenere la y ma eliminare la ü; così tutte le sue opere più note furono pubblicate con il nome di “Henry Murger”.
(2) I dati contenuti nella Légion d’honneur che venne assegnata allo scrittore nel 1858 riporta una diversa data – il 24 marzo – rispetto al certificato di nascita, che riporta il 27 marzo 1822. Inoltre secondo alcuni critici, in particolare Armand de Pontmartin, Murger era nato in Savoia “ai piedi del Monte Bianco”.
(3) “I miei due amici, che vivevano insieme, avevano messo in comune una collezione di mobili che sembravano essere stati scelti tra le rovine di un terremoto. L’ufficiale giudiziario più severo nei sequestri si sarebbe tirato indietro alla sola vista. I tavoli erano mezzo zoppi, le poltrone invalide e quando ci si sedeva sopra gemevano come un ferito a cui si tocca l’arto ferito. Il pianoforte spacca-note sospirava come un moribondo. Il coucou, come ne Le Chapeau de l’horloger, batteva ore pazze. Il barometro aveva variazioni atmosferiche che facevano presagire i più grandi cataclismi. La bussola da viaggio volgeva ostinatamente l’ago confuso verso mezzogiorno, e il semplice passaggio d’una vettura un po’ carica sul lastricato della strada era sufficiente per far ballare tutto quanto. […] Tuttavia, su questi cattivi tavoli estranei alle leggi dell’equilibrio, si lavorava bene, e si dormiva meglio in queste due piccole cuccette gemelle, ricoperte con un materasso sottile e duro come una galletta bretone.”
(4) “E piegandosi finalmente alla rispettabilità e alle convenzioni, gli amici scuotono la testa e si consolano piuttosto tristemente con l’ammissione che la jeunesse n’a qu’un temps – la giovinezza ha una sola stagione. In effetti, questa malinconica morale è il ritornello di quasi tutte le opere di Mürger.”
(5) “Eppure, qualunque possa esserne il risultato immediato, è bene avere frequenti rivoluzioni, e anche ribellioni, nelle ”dinastie’ delle lettere. [… ] La letteratura francese stava sprofondando in una condizione di decrepitezza grandiosa, pomposa, quando la battaglia tra classicisti e romantici venne a infondergli vita; e la contesa fra queste scuole rivali stava degenerando in pedanteria o stravaganza, quando i selvaggi boemi deviarono improvvisamente l’attenzione del pubblico su realismi di un tipo completamente nuovo.”
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- I bevitori d’acqua
Questo è il racconto della singolare piccola società dei bevitori d'acqua, giovani poveri artisti votati totalmente all'Arte e pronti a sacrificare tutto per essa. Sono pagine indimenticabili dipinte da Murger con una tavolozza ricca di sfumature e di toni nostalgici e luminosi, sempre profondamente umani. - Le notti d'inverno
Ballate
Le notti d'inverno, raccolta di versi datati dal 1841 al 1859, contiene le liriche dell'autore ben più noto per la sua opera sulla vita di Bohème. Sono poesie pervase da una quieta tristezza, da una grande freschezza e immediatezza ma anche leggera ironia, brevi vivaci tocchi assai curati, mai improvvisati che preludono alla grandiosa stagione dell'impressionismo in pittura. - Vita di Bohème
Questo è il primo vero testo della Bohème che ha generato miriadi di adattamenti già dall'opera di Puccini. Il giovane autore Murger conquistò con esso fama immortale; ancora oggi è una lettura commovente, divertente, frizzante, godibilissima.