Tratto dall'edizione C.D.C., Milano 1985. Traduzione di Lazzaro Papi.

Il Paradiso perduto (titolo originale: Paradise Lost), pubblicato nel 1667, è il poema epico in versi sciolti (blank verse) di John Milton, che racconta l’episodio biblico della caduta dell’uomo: la tentazione di Adamo ed Eva ad opera di Satana e la loro cacciata dal giardino dell’Eden.

Fu pubblicato per la prima volta nel 1667, in dieci libri; seguì una seconda edizione, del 1674, divisa questa volta in 12 libri (in imitazione della suddivisione dell’Eneide di Virgilio) con delle piccole revisioni nel testo e l’aggiunta di una nota sulla versificazione.

Il poema tratta il racconto ebraico-cristiano-islamico della caduta dell’uomo: la tentazione di Adamo ed Eva da parte di Lucifero, e la loro cacciata dal Giardino dell’Eden. Il fine di Milton, espresso nel primo libro, è “svelare all’uomo la Provvidenza eterna” (I, 26) e spiegare il conflitto tra tale Provvidenza eterna e il libero arbitrio.

Il personaggio principale del poema è Satana, l’Angelo caduto. Milton rappresenta Satana come un essere ambizioso e orgoglioso che sfida Dio Onnipotente, suo tirannico creatore, e muove guerra contro il paradiso, per esser poi sconfitto e fatto precipitare in terra.

Note biografiche tratte e riassunte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Paradiso_perduto

Dall’incipit del libro:

Dell’uom la prima colpa e del vietato
Arbor ferale il malgustato frutto,
Che l’Eden ci rapì, che fu di morte
E d’ogni male apportator nel mondo,
Finchè un Uomo divin l’alto racquisto
Fa del seggio beato e a noi lo rende,
Canta, o Musa del ciel; tu che del Sina
dell’Orebbe in sul romito giogo
Inspirasti il pastor che primo instrusse
La stirpe eletta come i cieli e come
La terra in pria fuor del Caosse usciro;
se più di Sión t’aggrada il colle,
il rio di Siloè che al tempio augusto
Di Dio scorrea vicino, indi tua fida
Aita imploro all’animoso canto
Che d’innalzarsi a nobil volo aspira
Oltre l’Aonio monte, e a dir imprende
Cose ancor non tentate in prosa o rima.
E pria tu Divo Spirto, a cui più grato
È d’ogni tempo un retto core e puro,
Sii, tu che sai, maestro mio: presente
Dal principio tu fosti, e con distese
Ali robuste, di colomba in guisa,
Stesti covante sopra il vasto abisso,
E di virtù feconda il sen n’empiesti.

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titolo:
Il paradiso perduto
sottotitolo:
Tratto dall'edizione C.D.C., Milano 1985. Traduzione di Lazzaro Papi.
titolo per ordinamento:
paradiso perduto (Il)
autore:
opera di riferimento:
Il Paradiso perduto / John Milton ; traduzione di Lazzaro Papi. - Milano : C.D.C., ©1985. - 349 p. ; 20 cm. \I. - (I grandi geni della letteratura universale ; 19).
copertina:
[elaborazione da] "Adam and Eve" (1538) di Lucas Cranach the Elder (1472–1553). - National Gallery. Prague. Czech Republic - https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Lucas_Cranach_the_Elder_-_Adam_and_Eve_-_Google_Art_Project.jpg. - Pubblico dominio.
licenza:

data pubblicazione:
15 gennaio 2001
opera elenco:
P
ISBN opera di riferimento:
8440113862
ISBN:
9788897313076
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Amedeo Marchini, marca@cdh.it
impaginazione:
pubblicazione:
Maria Mataluno, m.mataluno@mclink.it
revisione:
Edda Valsecchi, edda.valsecchi@libero.it
traduzione:
Lazzaro Papi