Karl MarxKarl Marx nacque a Treviri nel 1818.

Figlio di un brillante avvocato ebreo che, insieme con la famiglia, si era convertito al protestantesimo per motivi politici, nonostante fosse rimasto su posizioni sostanzialmente agnostiche, Marx ebbe un’educazione improntata al liberalismo ed in un primo momento pensò di seguire la carriera paterna iscrivendosi a Giurisprudenza.

A Berlino, però, il contatto con il club dei Giovani Hegeliani (dei quali in seguito rinnegherà le posizioni) e con il pensiero di Hegel, lo portarono a maturare la decisione di abbandonare Legge e di iniziare a frequentare la facoltà di filosofia a Jena, dove si laureò con una tesi su Democrito ed Epicuro.

Data la politica reazionaria vigente in Prussia, decise che le sue posizioni politiche non gli avrebbero permesso di intraprendere serenamente la carriera universitaria e così divenne caporedattore della Gazzetta Renana, che fu in seguito interdetta dal governo. Proprio a causa dello scioglimento forzato del giornale, Marx fu costretto a trasferirsi a Parigi (1843), dove terminò la stesura della Critica della filosofia del diritto di Hegel. Il 1844 fu l’anno in cui Marx abbracciò definitivamente l’ideologia comunista: ne sono testimoni i due saggi che pubblicò sul primo (e ultimo) numero degli Annali franco-tedeschi, redatto insieme con Ruge.

Sempre nel ’44 Marx strinse una profonda amicizia con Friedrich Engels e con lui cominciò ad interessarsi alle materie economiche, un interesse che sfociò nei Manoscritti economico-filosofici. Il soggiorno francese non durò comunque oltre: sotto la pressione del governo prussiano, Marx fu costretto ad abbandonare Parigi e si stabilì a Bruxelles. Qui, in collaborazione con Engels, scrisse La Sacra Famiglia (diretta contro Bauer ed i suoi discepoli) e maturò il definitivo distacco dalla filosofia tedesca con le Tesi su Feuerbach e, soprattutto, con l’Ideologia tedesca, pubblicata per la prima volta solo nel 1932, in URSS.

Nel 1848 la Lega dei comunisti, al cui primo congresso del 1847 Marx non aveva potuto partecipare, gli propose di stendere un documento teorico-programmatico: il frutto di questo lavoro fu il Manifesto del partito comunista, edito a Londra sempre in collaborazione con Engels. Ristabilitosi nel frattempo in Germania, Marx ne fu nuovamente espulso nel ’49 e questa volta si trasferì a Londra, dove si ritirò dalla politica attiva dopo aver tentato di ricostituire la Lega dei comunisti.

Per Marx, la moglie Jenny e la loro numerosa famiglia, il soggiorno inglese si presentò carico di problemi economici: il suo lavoro al British Museum e la sua collaborazione col New York Tribune non sarebbero stati sufficienti al sostentamento se non fossero arrivati aiuti da Engels. Ciò nonostante Marx non interruppe la sua attività di studio e, nel 1866, iniziò a comporre il I libro del Capitale, che, dopo la sua morte, fu redatto da Engels, il quale si basò sui suoi appunti.

Nel frattempo (1864) era diventato la figura dominante dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, per la quale, nel 1870, scrisse due Indirizzi sulla guerra franco-prussiana. Del 1875 sono gli Appunti sul programma di Bakunin ‘Stato e Anarchia’ e la Critica del programma di Gotha, una disamina nei confronti della decisione di unificazione dei socialisti tedeschi, per Marx poco rivoluzionaria. Nel 1881 gli morì la moglie Jenny e Marx la seguì 2 anni dopo, lasciando nello sconforto Engels e tutto il movimento operaio internazionale.

Note biografiche a cura di Maria Agostinelli.

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Discorso sul libero scambio
    In questo breve testo, spesso messo da parte dalle bibliografie marxiane, la dicotomia protezionismo-libero scambio e la propensione di Marx per il secondo serve solo per richiamare il concetto, non economico, appunto, ma sociale, della possibilità di affrettare, attraverso il libero scambio, il susseguirsi delle crisi di sovraproduzione che porteranno, secondo il materialismo dialettico, alla crisi ultima e al rovesciamento del capitalismo.
  • Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850
    Ristampa dalla Neue Rheinische Zeitung, rivista politica-economica, Amburgo 1850
    Le vicende rivoluzionarie che nel 1848 percorsero l’intera Europa continentale furono lo sbocco di lotte diverse, con obiettivi diversi, tesi comunque ad infrangere i lacci dell’assolutismo e le vestigia del feudalesimo. Ma in Francia i moti videro il sorgere della coscienza di un proletariato.
  • Manifesto del partito comunista
    Traduzione di Lucio Caracciolo
    Scritto nel 1848, espone in forma di manifesto le idee chiave della concezione storica e politica di Marx ed Engels. Al di là dei giudizi sulla sua attualità politica, rimane un documento storico di fondamentale importanza.
  • Il manifesto del Partito comunista
    Traduzione di Pompeo Bettini
    Pubblicato in Italia vari anni dopo la prima edizione, in tedesco, questa qui presentata è la prima traduzione completa ed ufficiale del Manifesto del Partito Comunista. La pubblicazione di questa traduzione permette di riportare il più possibile vicino alle origini un testo, che in alcuni punti può sembrare desueto ma che è ancora linfa e memoria per il movimento del comunismo internazionalista.
 
autore:
Karl Marx
ordinamento:
Marx, Karl
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