Ludovico Antonio Muratori nacque a Vignola (Ducato di Modena) il 21 ottobre del 1672 da famiglia contadina. Sin da fanciullo dimostrò una forte passione per gli studi. Studiò grammatica a Vignola; poi, dal 1685, lettere umane a Modena nelle scuole della Compagnia di Gesù, quindi filosofia e diritto nel Collegio dei Nobili di San Carlo, conseguendo le lauree in entrambe le discipline, rispettivamente nel 1692 e nel 1694. Si compì in questi stessi anni l’avvicinamento appassionato alla letteratura, alla storia, alle arti, per amore delle quali giunse alla promessa d’opporsi alle prospettive di una carriera opportunistica.
Si dedicò così volontariamente allo studio della lingua greca. Lesse con passione gli autori italiani e della classicità greca e romana, e se inizialmente fu ostacolato dalla ristrettezza di testi e strumenti, fu poi accolto favorevolmente dal bibliotecario ducale Benedetto Bacchini, storico d’orientamento maurino ma anche sincero cristiano in qualità di abate del monastero di San Pietro in Modena, e a cui Muratori testimoniò di dovere molto sia nel campo dello studio che in ambito religioso; al seguito del “maestro” si immerse nella letteratura patristica, più in generale ecclesiastica, religiosa, tessendo in pochi anni una fitta corrispondenza con i principali intellettuali bolognesi e modenesi.
Il momento della formazione si può dire per buona parte concluso al termine del soggiorno milanese presso la Biblioteca Ambrosiana, dove fu accolto nel 1695 in qualità di Dottore dal conte Carlo Borromeo, a cui peraltro il giovane fu segnalato dallo stesso Bacchini, e dove rimase cinque anni. La ricchezza dei testi ivi conservati nutrì l’inclinazione letteraria e filologica di Muratori, e assieme l’esigenza di verificare l’attendibilità delle informazioni. Di verità Muratori ebbe a parlare assai spesso: divenne la priorità da perseguire in ambito sia religioso sia storico, sempre con fede, ma anche a costo di scontrarsi con la tradizione più radicata.
Risalgono al periodo milanese, durante il quale, nel 1695, ricevette l’ordinazione sacerdotale, i primi veri impulsi allo studio del Medioevo, a cui si avvicinò rivoluzionando le precedenti analisi storiche d’impianto religioso (cattolico o riformato). Nei venti anni compresi tra 1723 e 1743 Ludovico Muratori compendiò, seguendo l’invito degli amici tra cui Apostolo Zeno, il frutto delle immense ricerche storiche e letterarie in 38 volumi divisi fra 3 grandi opere: i Rerum Italicarum Scriptores (1723-1738), le Antiquitates Italicae Medii Aevi (1738-1743) e il Novus Thesaurus Veterum Inscriptionum (1738-1743), e non perse le forze e la volontà di pubblicare, nell’ultimo decennio, la prima grande storia d’Italia, dall’era volgare ai suoi tempi: gli Annali d’Italia (1743-1749).
Anche in ambito religioso non cessò di produrre: seguirono dunque ancora il De Superstitione Vitanda (1732-1740), con cui rilanciò le tematiche del De Ingeniorum Moderatione e condannò gli eccessi di culto come il voto sanguinario. Si espresse sul Cristianesimo primitivo di matrice gesuita importato nelle Americhe con il saggio Cristianesimo felice nelle missioni de’ padri della Compagnia di Gesù nel Paraguay (1743-1749). Ma soprattutto vige l’imponenza del De regolata devotione de’ cristiani, opera cardine del Settecento religioso italiano, esempio alla prassi di Papa Benedetto XIV (ovvero Prospero Lambertini), e in cui ritroviamo la sintesi dell’apporto razionale alla religione, al culto e alla vita pratica dei cristiani.
Non mancarono frutti di un impegno religioso e intellettuale anche sul piano civile, ove, intravedendo l’esigenza dei tempi di muovere ad un più concreto bene pubblico, ribadisce il valore dell’educazione, della scienza, delle riforme, della religione stessa, della giurisprudenza benché da riformare. Ecco venire alla luce dunque La filosofia morale spiegata ai giovani (1735), il saggio Dei difetti della giurisprudenza (1742-1743), il trattato Delle forze dell’intendimento umano o sia il pirronismo confutato (1745), il saggio sulla Pubblica Felicità (1749), l’ultima opera di Muratori, il suo trattato di filosofia politica.
Morì a Modena il 23 gennaio 1750.
Note biografiche tratte e riassunte da Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Ludovico_Antonio_Muratori
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750
Compilati da L. Antonio Muratori e continuati sino a' giorni nostri. Volume ottavo
Il testo, pubblicato sotto il nome di Ludovico Antonio Muratori, è in realtà di competenza di Antonio Coppi. - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750
Compilati da L. Antonio Muratori e continuati sino a' giorni nostri. Volume primo - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750
Compilati da L. Antonio Muratori e continuati sino a' giorni nostri. Volume quarto - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750
Compilati da L. Antonio Muratori e continuati sino a' giorni nostri. Volume quinto - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750
Compilati da L. Antonio Muratori e continuati sino a' giorni nostri. Volume secondo - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750
Compilati da L. Antonio Muratori e continuati sino a' giorni nostri. Volume sesto - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750
Compilati da L. Antonio Muratori e continuati sino a' giorni nostri. Volume settimo - Annali d'Italia dal principio dell'era volgare sino all'anno 1750
Compilati da L. Antonio Muratori e continuati sino a' giorni nostri. Volume terzo - Del governo della peste e della maniera di guardarsene
Diviso in politico, medico ed eclesiastico con l'aggiunta della rarissima relazione della Peste di Marsiglia pubblicata dai medici che hanno operato in essa
L'erudizione medica del Muratori emerge chiara in questo scritto sul governo delle pestilenze, tema di particolare oggetto della riflessione morale e civile dello studioso oltreché dei suoi interessi personali. Il testo, che ebbe notevole diffusione, trova la sua originalità nel riuscire a operare una sintesi tra aspetto medico e implicazioni civili e religiose conseguenti all’epidemia di peste. - Della forza della fantasia umana