Dall’incipit del libro:
Una galleria nel Castello di Medina-Coeli, una delle abitazioni reali a Madrid: la scena è illuminata da molta cera. Una fuga di stanze si vedono di prospetto e tutte ugualmente illuminate. A destra la porta che conduce nell’interno del palazzo, a sinistra la comune. Un concerto si ode all’alzarsi della tenda, e cessa quando incominciano a parlare gli attori.
A destra degli attori siedono sopra di un sofà la Contessa e la Marchesa. Verso le quinte dalla stessa parte, D. Roquillo siede grave e pensieroso. A sinistra sur un piccolo tavoliere giuocano ai dadi il Cav. Privado ed il Ten. Amezaga. In fondo un tavoliere grande da giuoco intorno al quale Uffiziali e Gentiluomini giuocano alle carte. La Duchessa d’Avrè viene dal fondo osservando.
Con. Duchessa D’Avrè, favorite di seder qui fra noi; col vostro grazioso spirito francese rallegrate la nostra gravità castigliana.
Mar. Vi prego, Contessa di Ribera, di un poco più di rispetto pel carattere della nostra nazione.
Duc. L’amabile Contessa celia col buon’umore proprio della sua età. Venendo in questa corte moglie del capitano d’Avrè sono divenuta una vera spagnola.
Mar. È ammirabile, signora, poichè oggidì ogni spagnolo si dà l’aria di francese.

