Dall’incipit del libro:
Bettina, Emilio e Leonarda addormentata su di un canapè.
Emil. È inutile che dite: a me non piace niente affatto che voi abbiate a dar lezione di ballo.
Bet. Ma si tratta di pochi giorni finchè mio padre sia guarito bene. Non sono poi una fanciulletta; alla fine son vedova.
Emil. Eh certo, la sig. Bettina ha pratica del mondo. Avea diciassette anni quando sposò quel vecchio cadente del sig. Eustachio; suo marito morì dopo un’anno del matrimonio; saranno dieci mesi ch’è morto, sicchè ha quasi diciannove anni, e pertanto può piuttosto dare de’ consigli che riceverne.
Bet. Carino: oggi fa l’ironico. È inutile, non ci avete grazia. Poi sto forse sola? Non vi è Leonardo in mia compagnia?
Emil. Ah, ah, ah! mi fareste ridere, se ne avessi voglia. In verità che non potrebbe desiderarsi una guardia migliore. È una vera sentinella morta. Dorme sì forte che non la sveglierebbero manco le cannonate.
Bet. Già con questo caldo non viene alcuno: meno voi e….
Emil. Senti, se non fosse per te io non verrei davvero.
Bet. Anche il sig. Ernesto non si vede più.
Emil. Sarete desolatissima senza del vostro prediletto ballerino?
Bet. Manco voglio rispondervi: non ho voglia di arrabbiarmi.
Emil. Non mi avete voi stessa confessato che vuole sposarvi quando avrà un avanzamento nel suo impiego? E questo avanzamento sappiamo che può tardare di poco.
