Dall’incipit del libro:
C’era una volta un uomo che si credeva d’essere sapiente. In che consistesse la sua sapienza, forse non l’avrebbe saputo dire neanche lui. Leggeva giorno e notte in certi suoi libracci, ed era convinto di conoscere benissimo tutto il mondo perchè lo studiava attentamente su un globo di cartapesta. Egli viveva solo solo in una casa posta fuori della città perchè sdegnava la compagnia. Secondo lui, la gente era tutta ignorante e si occupava di cose inconcludenti. Faceva una vita assai misera. Non apriva mai la finestra per fare entrare un po’ di sole, e non desiderava che nella sua casa si facesse pulizia. Perciò i ragni indisturbati tessevano tele fitte sulle pareti e sul soffitto, e un palmo e più di polvere si stendeva sulle vecchie carte e sull’impiantito.
Il sapiente possedeva un tabarro ereditato dal nonno. Un brutto giorno, il tabarro già strambellato si stracciò in così malo modo da non poter più servire a riparare dal freddo. Il sapiente restò un pezzo perplesso, non sapendo come fare.

