Dall’incipit del libro:
Il mondo è cambiato, il mondo è adesso diverso da quello che era prima.
Bella novità! esclamerà taluno, e aggiungerà: Chi non lo sapeva? In parte per davvero, in parte illudendosi, ogni generazione si è convinta di aver messo a nuovo la faccia del mondo e lo ha affermato orgogliosamente. E poi niuno ignora più che il mondo moderno è differente dall’antico. Ma il mutamento non data da ora. È la civiltà che ha rifatto il mondo e le genti su un nuovo stampo. Diamine! noi siamo uomini civili, gli antichi erano barbari.E con questi due aggettivi il contraditore è sicuro di aver designato la massima differenza tra il presente e il passato e di avervi interposto la più insuperabile barriera.
Se si va a chiedere in che consista l’essere civili e l’essere barbari per valutare appunto la importanza del distacco fra le due condizioni, la risposta non sarà più tanto concisa e netta.
Si capisce così facilmente che cosa voglia dire civili e barbari! E perciò non si sa quasi definirlo. Che bisogno c’è?
Siamo civili perchè l’educazione della civiltà ha rifatto la nostra anima, perchè la nostra vita e la nostra società sono organizzate diversamente dalla vita e dalla società del barbaro.

