Mura (alias di Maria Assunta Giulia Volpi Nannipieri)Mura, pseudonimo di Maria Assunta Giulia Volpi Nannipieri, è stata una scrittrice e giornalista italiana, nata a Bologna nel 1892 e morta a Stromboli nel 1940. Di famiglia borghese, Maria Volpi trascorse la giovinezza a Livorno, e si trasferì a Milano nel 1912 per lavorare come giornalista presso l’editore Sonzogno. Visse quindi a Gavirate, viaggiando frequentemente per lavoro, e pubblicando articoli di viaggio e rubriche su diverse testate, soprattutto su “L’Illustrazione Italiana”.

Insieme con Alessandro Chiavolini, con cui ebbe anche un legame sentimentale, scrisse e pubblicò libri per l’infanzia. Ma la Volpi raggiunse la notorietà come scrittrice di “romanzi rosa” nel 1919, anno in cui uscì il romanzo Perfidie, centrato su un amore saffico. Due anni dopo, il successo editoriale del romanzo Piccola ne consacrò la popolarità; a questi primi libri seguirono circa trenta romanzi, alcuni dei quali usciti postumi. Scrisse inoltre commedie, novelle, e libri di viaggio.

Il romanzo rosa non va considerato soltanto come un romanzo sentimentale a lieto fine. Secondo Anna Banti, le scrittrici di romanzi rosa erano “Conscie… della barriera che le divide dalla letteratura propriamente detta,… le prime a trascurare la loro notorietà e a far capire… di considerarsi impresarie di un’industria redditizia e di grande smercio”. La più celebre delle scrittrici di romanzi rosa, forse l’unica nota ancora oggi, fu Liala, che pubblicò per Mondadori e fu concorrente della Volpi. Caratteristico del romanzo rosa, come illustrato da Eugenia Roccella, è il dualismo tra la rappresentazione del ruolo tradizionalmente subordinato della donna, e la trasgressività del desiderio femminile. Da qui la classificazione dei romanzi rosa in due filoni, quelli pedagogici e quelli trasgressivi: con Maria Volpi che rappresenta l’esponente più rappresentativa di quest’ultimo filone. Lo pseudonimo adottato, Mura, fu scelto come omaggio alla contessa Maria Tarnowska, soprannominata appunto Mura, che fu protagonista di un celebre processo nel 1910, poi condannata per aver spinto un amante a commettere un omicidio, e quindi diventata nell’immaginazione popolare il simbolo della donna dissoluta.

Mura occupa un posto particolare nella storia dell’editoria italiana grazie al libro Sambadù amore negro (1934), storia dell’amore tra Silvia, ricca vedova romana, e Sambadù, africano occidentalizzato, ingegnere che vive e lavora in Italia (il libro è disponibile su Liberliber). Una copia di Sambadù, giunta sulla scrivania di Mussolini, ne suscitò le ire: il Duce ne fece sequestrare tutte le copie, e quindi avviò un processo centralizzato di censura, applicato da quel momento in poi. Una copia di ogni pubblicazione doveva, prima della distribuzione, essere inviata anche all’Ufficio stampa del Capo del Governo, per verificare che non contenesse elementi contrari agli ordinamenti politici, sociali ed economici dello Stato. Il sequestro del libro fece sì che la polizia politica iniziasse la sorveglianza di Mura, ma non portò a conseguenze pratiche nella sua vita professionale di scrittrice e giornalista, conclusasi tragicamente in un incidente aereo a soli 48 anni.

Fonti:

(per le quali si ringrazia Claudio Paganelli)

Note biografiche a cura di Gabriella Dodero

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Sambadù, amore negro
    Romanzo
    Questa edizione digitale mette a disposizione un romanzo rosa, ma del filone più trasgressivo, censurato da Mussolini in persona, e quindi praticamente sparito dalla circolazione. La scrittrice negli anni Trenta pubblicò libri, articoli, novelle, aforismi, con indubbio successo di pubblico.
 
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Mura (alias Maria Assunta Giulia Volpi Nannipieri)
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