Opera scritta tra il 1513 ed il 1517 circa, nella forma di un commento alla Storia di Roma dello storico Tito Livio. In essa Machiavelli, opponendosi alle idee dominanti del Medioevo, sostiene che le vicende umane dipendono dal capriccio della Fortuna piuttosto che da un ordine divino imperscrutabile.

Dall’incipit del libro:

Ancora che, per la invida natura degli uomini, sia sempre suto non altrimenti periculoso trovare modi ed ordini nuovi, che si fusse cercare acque e terre incognite, per essere quelli più pronti a biasimare che a laudare le azioni d’altri; nondimanco, spinto da quel naturale desiderio che fu sempre in me di operare, sanza alcuno respetto, quelle cose che io creda rechino comune benefizio a ciascuno, ho deliberato entrare per una via, la quale, non essendo suta ancora da alcuno trita, se la mi arrecherà fastidio e difficultà, mi potrebbe ancora arrecare premio, mediante quelli che umanamente di queste mie fatiche il fine considerassino. E se lo ingegno povero, la poca esperienzia delle cose presenti e la debole notizia delle antique faranno questo mio conato difettivo e di non molta utilità; daranno almeno la via ad alcuno che, con più virtù, più discorso e iudizio, potrà a questa mia intenzione satisfare: il che, se non mi arrecherà laude, non mi doverebbe partorire biasimo.

Considerando adunque quanto onore si attribuisca all’antiquità, e come molte volte, lasciando andare infiniti altri esempli, un frammento d’una antiqua statua sia suto comperato gran prezzo, per averlo appresso di sé, onorarne la sua casa e poterlo fare imitare a coloro che di quella arte si dilettono; e come quegli dipoi con ogni industria si sforzono in tutte le loro opere rappresentarlo; e veggiendo, da l’altro canto, le virtuosissime operazioni che le storie ci mostrono, che sono state operate da regni e republiche antique, dai re, capitani, cittadini, latori di leggi, ed altri che si sono per la loro patria affaticati, essere più presto ammirate che imitate; anzi, in tanto da ciascuno in ogni minima cosa fuggite, che di quella antiqua virtù non ci è rimasto alcun segno; non posso fare che insieme non me ne maravigli e dolga.

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titolo:
Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
titolo per ordinamento:
Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
descrizione breve:
Opera scritta tra il 1513 ed il 1517 circa, nella forma di un commento alla Storia di Roma dello storico Tito Livio. In essa Machiavelli, opponendosi alle idee dominanti del Medioevo, sostiene che le vicende umane dipendono dal capriccio della Fortuna piuttosto che da un ordine divino imperscrutabile.
autore:
opera di riferimento:
Tutte le opere / Niccolò Machiavelli ; a cura di Mario Martelli. - Firenze : Sansoni, ©1971. - LXIV, 1282 p. ; 22 cm.. - (Le voci del mondo). - [BNI] 722453.
copertina:
[elaborazione da] "Ritratto di Niccolò Machiavelli" di Santi di Tito (1536-1603). - Palazzo Vecchio, Firenze. - http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/e/e2/Portrait_of_Niccol%C3%B2_Machiavelli_by_Santi_di_Tito.jpg. - Pubblico Dominio.
cura:
Mario Martelli
licenza:

data pubblicazione:
10 gennaio 1998
opera elenco:
D
ISBN:
9788828101116
soggetto BISAC:
FICTION / Classici
SCIENZE POLITICHE / Generale
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
impaginazione:
Carlo F. Traverso
Ugo Santamaria (revisione)
pubblicazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
Ugo Santamaria
revisione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
Ugo Santamaria