Dall’incipit del libro:
Io canterò l’italiche fatiche,
seguìte già ne’ duo passati lustri
sotto le stelle al suo bene inimiche.
Quanti alpestri sentier, quanti palustri
narrerò io, di sangue e morti pieni,
pe ‘l variar de’ regni e stati illustri!
O Musa, questa mia cetra sostieni,
e tu, Apollo, per darmi soccorso,
da le tue suore accompagnato vieni.
Aveva ‘l sol veloce sopra ‘l dorso
del nostro mondo ben termini mille
e quattrocen novanta quattro corso,
dal tempo che Iesù le nostre ville
vicitò prima e, col sangue che perse,
estinse le diaboliche faville
quando, in sé discordante, Italia aperse
la via a’ Galli, e quando esser calpesta
da le genti barbariche sofferse.
E perché a sequitarle non fu presta
vostra città, chi ne tenea la briglia
assaggiò e’ colpi de la lor tempesta.
Così tutta Toscana si scompiglia
così perdesti Pisa e quelli stati
che dette lor la Medica famiglia.


