I testi del teatro delle marionette non sono ampiamente documentati, e non destano l’attesa di vette letterarie. Lo starnuto di Ercole (1717) sarà magari il tetto di questo piccolo mondo, vasto quanto un giardino. Ercole càpita nel Paese dei Pigmei e ne mette in ebollizione passioni e manie. Le signore s’innamorano, i signori s’ingelosiscono, i politici tramano, i traditori complottano, i soldati sognano la preda sterminata. Alla fine, quando quello sciame di moscerini muove all’assalto, a Ercole viene da starnutire, e li disperde ai quattro venti. Pier Jacopo Martello, l’autore, presenta il testo come “una bambocciata”.

Non è un genere letterario, ma pittorico. Pieter van Laer, il Bamboccio, olandese ma attivo a Roma nella prima metà del Seicento, si specializzò in quadretti di genere con personaggi popolari o furfanteschi, in contrasto con la pittura ufficiale barocca. Il richiamo al genere promette vicende semplici, personaggi buffi e linguaggio corrente. Anche la speciale applicazione a un universo nano trova riscontro nella pittura. Se si volesse illustrare adeguatamente Lo starnuto, se ne ritroverebbero clima, colore e gusto nelle bambocciate di Enrico Albrici, bergamasco, dipinte nella seconda metà del Settecento; egli non ha illustrato direttamente il testo teatrale, ma è probabile che lo conoscesse.

Carlo Goldoni racconta d’aver messo in scena Lo starnuto a Vipacco nel 1726, per un’allegra compagnia. «Scommetterei di essere stato il solo che abbia immaginato di mettere in scena la bambocciata del signor Martello». Non è probabile che restasse un caso isolato, per quanto sia difficile accertarlo: il teatro delle marionette difetta di cronache. È rimasta traccia di un’esecuzione al Teatro San Girolamo di Venezia, nel carnevale del 1746, «dedicato a tutti li Ragazzini dell’uno e dell’altro sesso», giusto perché il testo venne adattato a “dramma per musica” (nel senso che gli attori davano voce alle marionette cantando dietro le quinte).

Dall’incipit del libro:

Io siedo al mio tavolino per scrivervi, illustrissimo ed amicissimo Signor Marchese, una la più seria, la più severa che per me si possa, dedicatoria. Questa trasposizione e questo lungo nomaccio di sillabe cinque può farvi testimonianza siccome io volea per sonori e ritondi periodi la vostra amicizia e la mia gratitudine raggirare. Eccomi però accigliato su questa carta a pescar forme di dire e concetti: dico prima forme che concetti, così insegnandomi alcuni esimi copisti della Raccolta delle lettere dei dodici uomini illustri, che in primo luogo certe forme di quelle che portano la randiglia trascrivono alle quali poi, come Iddio vuole, adattano i lor sentimenti.

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titolo:
Lo starnuto di Ercole
titolo per ordinamento:
starnuto di Ercole (Lo)
descrizione breve:
I testi del teatro delle marionette non sono ampiamente documentati, e non destano l'attesa di vette letterarie. Lo starnuto di Ercole (1717) sarà magari il tetto di questo piccolo mondo, vasto quanto un giardino. Ercole càpita nel Paese dei Pigmei e ne mette in ebollizione passioni e manie. Le signore s'innamorano, i signori s'ingelosiscono, i politici tramano, i traditori complottano, i soldati sognano la preda sterminata. Alla fine, quando quello sciame di moscerini muove all'assalto, a Ercole viene da starnutire, e li disperde ai quattro venti. Pier Jacopo Martello, l'autore, presenta il testo come "una bambocciata".
autore:
opera di riferimento:
Teatro : 1 / Pier Jacopo Martello ; a cura di Hannibal S. Noce; Collezione: Scrittori d'Italia; Laterza, Bari, 1980
cura:
Hannibal S. Noce
licenza:

data pubblicazione:
17 maggio 2005
opera elenco:
S
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Serafino Balduzzi, wuchengen@tiscalinet.it
Giuseppe Bonghi, bonghi18@classicitaliani.it
pubblicazione:
Davide de Caro, collaborare@liberliber.it
Alberto Barberi, collaborare@liberliber.it
revisione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
Serafino Balduzzi, wuchengen@tiscalinet.it