Dall’incipit del libro:
ARB. Addio.
MAN. Sentimi, Arbace.
ARB. Ah che l’aurora,
Adorata Mandane, è già vicina;
E, se mai noto a Serse
Fosse ch’io venni in questa reggia ad onta
Del barbaro suo cenno, in mia difesa
A me non basterebbe
Un trasporto d’amor che mi consiglia;
Non basterebbe a te d’essergli figlia.
MAN. Saggio è il timor. Questo real soggiorno
Periglioso è per te, ma puoi di Susa
Fra le mura restar. Serse ti vuole
Esule dalla reggia,
Ma non dalla città. Non è perduta
Ogni speranza ancor. Sai che Artabano,
Il tuo gran genitore,
Regola a voglia sua di Serse il core:
Che a lui di penetrar sempre è permesso
Ogn’interno recesso
Dell’albergo real: che ’l mio germano
Artaserse si vanta
Dell’amicizia tua. Cresceste insieme
Di fama e di virtù. Voi sempre uniti
Vide la Persia alle più dubbie imprese;
E l’un dall’altro ad emularsi apprese.
Ti ammirano le schiere,
Il popolo t’adora, e nel tuo braccio
Il più saldo riparo aspetta il regno:
Avrai fra tanti amici alcun sostegno.


