Dall’incipit del libro:
CLEON Basta, Olinto, non più. Fra pochi istanti
Al destinato loco
Il popolo inquieto
Comparir mi vedrà. Chiede ch’io scelga
Lo sposo, il re? Si sceglierà la sposo,
Il re si sceglierà. Solo un momento
Chiedo a pensar. Che intolleranza è questa,
Importuna, indiscreta? I miei vassalli
Sì poco han di rispetto? A farmi serva
M’innalzaste sul trono, o v’arrossite
Di soggiacere a un femminile impero?
Pur l’esempio primiero
Cleonice non è. Senza rossore
A Talestri, a Tomiri
Servì lo Scita, ed in diverso lido
Babilonia a Semira, Africa a Dido.
OLI. Perdonami, o regina;
Di noi ti lagni a torto. I pregi tuoi
Non conosce la Siria? Estinto appena
Il tuo gran genitor, t’innalza al trono;
Al tuo genio confida
La scelta del suo re; tempo concede
Al maturo consiglio; affretta in vano,
In van brama il momento
Già promesso da te per suo conforto:
E ti lagni di noi? Ti lagni a torto.
CLEON. E ben, se tanto il regno
Confida a me, di pochi istanti ancora
Non mi nieghi l’indugio.


