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Dall’incipit del libro:
DIA.
Nice, Nice, che fai? Non odi come
Garriscon tra le frondi
De’ floridi arboscelli
I mattutini augelli,
Che al rosseggiar del Gange
Escono a consolar l’Alba che piange?
E tu mentre fiammeggia
Su l’Indico orizzonte
Co’ primi rai la rinascente aurora,
Placida dormi, e non ti desti ancora,
E poi dirai: son io
Della casta Diana
La fortunata Nice
Compagna cacciatrice?
Lascia, lascia le piume,
Neghittosa che sei; sorgi e raguna
Per la futura caccia
Dai lor soggiorni fuori
Silvia, Aglauro, Nerina, Irene e Clori.
NIC.
Tu mi condanni a torto,
Bella Dea delle selve. E quando mai
O per scosceso monte,
O per erta pendice
A seguir l’orme tue fu lenta Nice?
Fra quante a te compagne
Gli strali e l’arco d’or trattaron mai,
Seguace più fedel di me non hai.
Ed or, perchè un momento
Forse più dell’usato
Al sonno m’abbandono,
Neghittosa mi chiami, e pigra io sono?


