Per Tomaso Moro, cittadino e visconte di Londra
Questo classico del pensiero politico, il cui nome è entrato nel linguaggio comune a designare progetti belli ma irrealizzabili, fu composto in latino e pubblicato nel 1516 con il titolo “Libellus vere aureus nec minus salutaris quam festivus de optimo reipublicae statu deque nova insula Utopia”. L’opera comprende due libri: il secondo, dedicato alla presentazione dei costumi e degli ordinamenti dell’isola di Utopia, fu composto per primo, nell’estate del 1515. L’opera venne completata l’anno successivo con la premessa, a mo’ di introduzione, di un “libro primo” in cui si descrive la situazione politico-sociale dell’Inghilterra del tempo.
La presente edizione elettronica riproduce la prima traduzione italiana del secondo libro, opera di Ortensio Lando, pubblicata a Venezia nel 1548 da Anton Francesco Doni.
Dall’incipit del libro:
La isola degli Utopii, larghissima, nel suo mezzo si stende dugentomila passi e per lungo tratto non si stringe molto, ma ver la fine d’amendue i capi si va ristringendo, i quai piegati in cerchio di cinquecentomila passi, fanno l’isola in forma de la nuova luna. Questi suoi corni dal mare combattuti sono distanti uno da l’altro circa undeci miglia, e il mare, tra queste braccia dai venti difeso, fa come un piacevol lago e commodo porto, di onde per suo bisogno manda le navi agli altri paesi; la bocca da una parte con guadi e secche, da l’altra con aspri sassi, mette spavento a chi pensasse d’entrarvi come nimico. Quasi nel mezzo di questo spacio è un’alta rupe, la quale per ciò non è pericolosa, sopra la quale in una torre da loro fabricata tengono il presidio; molte altre rupi vi sono nascoste e perigliose. Elli solamente hanno cognizione dei canali; indi aviene di raro che alcuno esterno, che non sia da uno di Utopia guidato, vi possi entrare, quando che elli a fatica v’entrano senza pericolo, non si reggendo a certi segni posti nel lito, i quai essendo mossi dai luochi soliti, guiderebbono ogni grande armata nimica in precipizio. Da l’altra parte è un porto assai frequentato e, dove si scende, fortificato da la natura e con arte in tal guida che pochi uomini lo possono difendere da copioso esercito.
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