Tomaso MonicelliTomaso Monicelli nacque a Ostiglia, provincia di Mantova, il 10 febbraio 1883. La famiglia di modesti commercianti non aveva i mezzi per mantenerlo agli studi e Tomaso, nonostante i precoci interessi letterari, dovette cercarsi un lavoro e riuscì a entrare, nel 1903, come impiegato nella casa editrice Treves.

Maturava nel frattempo il suo slancio verso l’impegno politico; fu nel partito socialista aderendo alla corrente di E. Ferri dapprima e poi di Labriola. Collaborò con diversi giornali d’area socialista (“Avanguardia socialista”, “Il Divenire sociale”, “Il Socialismo”) e fu in prima linea nell’organizzazione, nel 1904, del primo sciopero generale in Italia.

Nel 1905 si trasferì a Roma dove divenne redattore dell’“Avanti!”. Le vicissitudini degli equilibri tra le varie correnti lo condussero però presto a distaccarsi almeno in parte dal vivo del dibattito politico e a interessarsi soprattutto di critica letteraria e teatrale.

Nel 1906 venne rappresentato a Roma il suo primo lavoro teatrale (La sorella minore) al quale seguirono altri lavori che ebbero anche il supporto di una favorevole critica.

Nel 1909 fondò il settimanale “Il Viandante” e si andò progressivamente staccando dall’ambiente socialista avvicinandosi invece a posizioni filomonarchiche e nazionaliste.

Tra il 1910 e il 1915 ottenne un buon successo con opere di narrativa (Il viaggio di Ulisse, la raccolta di novelle Aia madama) e pubblicò la fiaba per l’infanzia Nullino e Stellina che segnò l’inizio della collaborazione con Arnoldo Mondadori, marito di sua sorella Andreina.

Nel 1913 si sposò con Maria Carreri dalla quale ebbe cinque figli. Da una relazione con l’attrice Elisa Severi aveva avuto un altro figlio, Giorgio, che fu fondatore di “Urania” nel 1952 e in pratica il padre “fondatore” del genere fantascienza in Italia coniando per primo questo termine e scrivendo anche romanzi con pseudonimi come Tom Arno (col quale fondò e diresse la rivista «Galassia ‘Udine’»). Fu fondatore e direttore della collana “Medusa” di Mondadori.

Il portarsi su posizioni interventiste e nazionaliste modificò anche l’ispirazione del lavoro teatrale di Tomaso Monicelli: da opere come La terra promessa, Il viandante, Il bivacco, ispirati dai temi della lotta di classe e con forte motivazione sociale (non estranea in queste opere l’influenza di Ibsen), passò a testi apologetici come L’Italia più grande e Come abbiamo conquistato la Tripolitania e la Cirenaica.

Ricordiamo questo periodo con le parole di Mussolini, allora socialista, riportate da Paolo Valera: «Adesso acciuffo e porto sulla bascule della mia ghigliottina, un altro miserabile giullare del nazionalismo, un altro impudentissimo transfuga: Tomaso Monicelli. L’ho conosciuto nel ‘904. Scriveva sull’“Avanguardia” del Labriola e del Mocchi. Faceva l’impiegatuccio privato a Milano. Il suo pseudonimo era l’Homme qui rit. Ricordo i suoi Medaglioni riformisti. Una prosa stentata, greve. Non prometteva il Monicelli del Viandante. È stato lo sciopero generale del settembre che lo ha rivelato. La cronaca di quelle memorabili giornate di dittatura proletaria – fatta dal Monicelli – rimarrà nella storia della prosa sovversiva. Era scritta con l’anima.

C’era finalmente uno stile, e non la pedissequa, quasi plagiaria imitazione carducciana. Dopo il salutare tirocinio dell’“Avanguardia”, Monicelli passò all’“Avanti!” Poi tentò le scene. La sua Sorella Minore parve una magnifica promessa. Non l’ha mantenuta. Le produzioni che la seguirono ci allontanano sempre più dal capolavoro sperato. Il tentativo di serrare nelle brevi scene di un dramma recitato, il vasto dramma sociale, gli è fallito. Il teatro monicelliano si è chiuso coll’insuccesso. E allora venne il “Viandante”, giornale.

Di notevole, nella vita di questo giornale, un referendum che fu l’indice segnalatore del grado di degenerazione politica cui era pervenuto il socialismo italiano.» Dal 1913 trasferitosi a Bologna iniziò a collaborare con “Il resto del Carlino” nel quale fece rapida carriera divenendo caporedattore e poi, nel 1923, direttore. Coronò il suo interventismo andando in guerra fino alla fine del 1916, quando venne congedato rimanendo tuttavia a Udine e fornendo reportages di guerra per l’“Idea Nazionale” (di cui divenne direttore nel 1921).

Nel 1917, preso da interesse per il cinema. Fondò la rivista “Penombra” e nel 1919 scrisse il soggetto del film La casa che brucia.

Fu sostenitore del primo fascismo, fino al delitto Matteotti. Avendo criticato lo squadrismo in un articolo, la sede del “Resto del Carlino”fu oggetto di attacchi squadristi e Monicelli fu costretto ad abbandonare il giornale. Cominciarono quindi periodi di stenti e di gravi difficoltà economiche e Tomaso Monicelli riuscì a sopravvivere grazie alla parentela con Arnoldo Mondadori e all’amicizia di Bottai, assieme al quale era stato condirettore de “Il Tempo” tra il 1921 e il 1923. Ebbe quindi un modesto impiego presso la casa editrice Rizzoli. In questo periodo ebbe modo di dedicarsi alla traduzioni di classici della letteratura francese.

Alla fine della guerra, osteggiato per il suo possibile reinserimento con ruolo dirigente nell’Ordine dei giornalisti e probabilmente debilitato da esaurimento nervoso, finì per scegliere la strada del suicidio il 25 maggio 1946.

Uno dei suoi figli, Mario, è il noto regista cinematografico. Fu lui a trovare il corpo del padre suicida, nel piccolo e modesto bagno della sua abitazione.

Fonti:

  • Willy Gianinazzi, Intellettuali in bilico. ‘Pagine libere’ e i sindacalisti rivoluzionari prima del fascismo, Milano, 1996.
  • F. Chiavegatti (a cura di): Tomaso Monicelli, un protagonista della cultura e della storia italiana del primo novecento. Atti del convegno. Mantova 2010.
  • Luigi Cozzi: La storia di “Urania” e della fantascienza in Italia: Giorgio Monicelli, il vagabondo dello Spazio 1952-1961. Roma 2007. F. Gaeta (a cura di): La stampa nazionalista, Bologna 1965.
  • M. Antonioli – M. Bergamaschi – L. Ganapini, Milano operaia dall’Ottocento ad oggi, Bari 1993.
  • Paolo Valera: Mussolini. https://www.liberliber.eu/mediateca/libri/v/valera/mussolini/pdf/mussol_p.pdf

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • San Giovanni Nepomuceno
    La giovane Maddalena riceve una grossa eredità dalla zia, a sua volta beneficata dall’ex suocero. Ma questa eredità è vincolata alla clausola di doversi maritare con uno dei due fratelli figli della cognata della defunta.
  • Il viaggio di Ulisse
    Il viaggio più emozionante di tutti i tempi, quello di Ulisse per tornare alla sua patria, raccontato ai ragazzi.
 
autore:
Tomaso Monicelli
ordinamento:
Monicelli, Tomaso
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