Dall’incipit del libro:
Io de’ forti Cecropidi
Nell’inclita famiglia
D’Atene un dì non ultimo
Splendor e maraviglia,
A riveder io Pericle
Ritorno il ciel latino,
Trïonfator de’ barbari,
Del tempo e del destino.
In grembo al suol di Catilo
(Funesta rimembranza!)
Mi seppellì del Vandalo
La rabbia e l’ignoranza.
Ne ricercaro i posteri
Gelosi il loco e l’orme,
E il fato incerto piansero
Di mie perdute forme.
Roma di me sollecita
Se ’n dolse, e a’ figli sui
Narrò l’infando eccidio
Ove ravvolto io fui.


