Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791).
L’infanzia a Salisburgo
La famiglia del piccolo Wolfgang era costituita da altre tre persone: il padre Leopold, un uomo dal carattere austero, permeato di ideali illuministi, schivo e sprezzante, che all’epoca ricopriva l’incarico di compositore di corte e insegnante di musica (scrisse una Violinschule edita nel 1756) al servizio dell’arcivescovo Anton Firmian; la madre Anna Maria Pertl, una donna semplice, dal carattere sereno e scherzoso; la sorella Maria Anna Mozart detta Nannerl, nata cinque anni prima di lui, il 30 luglio 1751, e a sua volta straordinariamente dotata per la musica.
Genio precoce
Non si sa molto dei primissimi anni di vita di Mozart. È, però, certo che egli venne a contatto con la musica assai presto. Quando, infatti, il padre cominciò ad impartire alla sorella di otto anni le prime lezioni di clavicembalo, il piccolo Wolfgang, che di anni ne aveva tre, dimostrò immediatamente uno spiccato interesse per la musica. Il bimbo, infatti, amava trascorrere ore intere a strimpellare sulla tastiera. Tra il 1763 e il 1766, la famiglia Mozart viaggiò per l’Europa. Tra le tappe: Monaco di Baviera, Francoforte, Bruxelles, Parigi, Londra, dove, al suo primo concerto pubblico, Wolfgang Amadeus fu affiancato da esecutori allora di grande fama, come l’italiano Giovanni Battista Cirri.
Mozart in Italia
Dal 1769 al 1773 Wolfgang viaggiò con il padre per l’Italia, in varie riprese, soggiornando a Milano, Verona, Venezia, Bologna, Roma e Napoli. I soggiorni milanesi diventeranno una importante esperienza formativa: Mozart rimarrà a Milano complessivamente per quasi un anno della sua breve vita. Incontrò musicisti (Johann Adolph Hasse, Niccolò Piccinni, Giovanni Battista Sammartini e forse anche Giovanni Paisiello), cantanti (Caterina Gabrielli) e scrittori (Giuseppe Parini, che scrisse per lui alcuni libretti). Lasciò Milano il 15 marzo 1770, per tornarvi più volte.
Arrivato a Lodi, sulla strada per Parma, scrisse le prime tre parti, Adagio, Allegretto e Minuetto, del quartetto KV80, completato con il Rondò che scriverà più tardi, forse a Vienna (1773) o a Salisburgo (1774). Tornerà a Milano per rappresentare le sue opere liriche. L’ultima a debuttare in un teatro italiano fu il Lucio Silla, nel 1772. Un altro importante soggiorno fu quello di Bologna (in due riprese, da marzo ad ottobre 1770). Ospite del conte Gian Luca Pallavicini, ebbe l’opportunità di incontrare musicisti e studiosi (dal celebre castrato Farinelli ai compositori Vincenzo Manfredini e Josef Mysliveček, fino allo storico della musica inglese Charles Burney e padre Giovanni Battista Martini). A Parma ebbe l’occasione di assistere ad un concerto privato della celebre soprano Lucrezia Agujari, detta La Bastardella.
Amadeus prese lezioni di contrappunto da padre Martini e sostenne l’esame per l’aggregazione all’Accademia Filarmonica di Bologna (allora titolo ambitissimo dai musicisti europei). Il difficile e rigido esame dell’ancora giovane Mozart non fu particolarmente brillante, ed esistono prove del fatto che lo stesso Martini lo abbia aiutato in sede d’esame per favorirne la promozione. A Roma Mozart dà una straordinaria prova del suo genio: ascolta nella Cappella Sistina il Miserere di Gregorio Allegri e riesce nell’impresa di trascriverlo interamente a memoria dopo solo due ascolti.
Si tratta di una composizione a nove voci, apprezzata a tal punto da essere proprietà esclusiva della Cappella pontificia, tanto da essere intimata la scomunica a chi se ne fosse impossessato al di fuori delle mura vaticane. L’impresa ha i caratteri dello sbalorditivo, se si pensa all’età del giovanissimo compositore e alla incredibile capacità mnemonica nel ricordare un brano che riassume nel proprio finale ben nove parti vocali. Dopo tale impresa i salisburghesi si recarono a Napoli, dove soggiornarono per sei settimane e dove la proverbiale scaramanzia partenopea additava all’anello che portava il compositore al dito la genesi delle sue incredibili capacità musicali, tanto da costringerlo a toglierselo.
Il viaggio di ritorno verso la casa natia iniziò con una nuova sosta a Roma, dove Papa Clemente XIV gli conferì lo Speron d’oro. Indi ripartirono passando per Bologna, dove come detto sopra, Mozart sostenne l’esame all’Accademia, e giunsero poi a Milano dove Wolfgang sperò di rimanere quale compositore di corte, ma le sue aspettative furono frustrate da Maria Teresa d’Austria. A marzo del 1771 i Mozart tornarono a Salisburgo dove vi rimarranno fino ad agosto, quando ripartiranno per un secondo viaggio in Italia, di quattro mesi.
A Milano in Ottobre viene rappresentata l’opera Ascanio in Alba per celebrare le nozze dell’arciduca Ferdinando d’Austria con la principessa Maria Beatrice Ricciarda d’Este di Modena. Nel dicembre dello stesso anno Wolfgang con suo padre torna nella città natale. Il terzo e ultimo viaggio in Italia durò dall’ottobre del 1772 fino al marzo del 1773, periodo in cui di rilievo è la composizione e la rappresentazione dell’opera Lucio Silla a Milano. Dopo un iniziale insuccesso, questa opera seria divenne ancora piu rappresentata e apprezzata della precedente e applaudita Mitridate re del Ponto, scritta e diretta dallo stesso Mozart per la stessa città nel 1770.
Malattia e morte
La malattia e la morte di Mozart sono stati e sono tuttora un difficile argomento di studio, oscurato da leggende romantiche e farcito di teorie contrastanti. Gli studiosi sono in disaccordo sul corso del declino della salute di Mozart, in particolare sul momento in cui Mozart divenne conscio della sua morte imminente e se questa consapevolezza influenzò le sue ultime opere. L’ idea romantica sostiene che il declino di Mozart fu graduale e che la sua prospettiva e le sue composizioni declinarono anch’esse in ugual misura. Al contrario qualche erudito suo contemporaneo sottolineò come Mozart nell’ultimo anno fosse di buon umore e che la morte giunse inattesa anche per gli amici e la famiglia stessa. La tomba di Mozart rimane ignota; la sua musica è il suo monumento.
Anche l’effettiva causa del decesso di Mozart è materia di congettura. Il suo certificato di morte riporta “hitziges Frieselfieber” (“febbre biliare acuta”, che allora era considerata contagiosa, o “esantema febbrile”), una definizione insufficiente ad identificare la corrispettiva diagnosi nella medicina odierna. Sono state avanzate diverse ipotesi, dalla trichinosi all’avvelenamento da mercurio, alla febbre reumatica o, più recentemente, la sifilide. La pratica terapeutica del salasso, all’epoca diffusa, è menzionata come concausa della morte.
Mozart spirò nella notte del 5 dicembre 1791, poco prima dell’una, mentre stava lavorando alla sua ultima composizione: il Requiem. Al giovane compositore Franz Xaver Süssmayr, allievo e amico di Mozart, fu affidato il compito di completare il Requiem. Non fu il solo compositore al quale fu affidato tale incarico, ma è collegato ad esso più di altri a causa del suo rilevante contributo.
Secondo la leggenda, Mozart morì squattrinato e dimenticato da tutti e fu seppellito in una tomba per poveri, ossia una fossa comune. In realtà, sebbene a Vienna non fosse ormai più “sulla cresta dell’onda”, continuò ad avere un lavoro ben pagato a corte e a ricevere consistenti commesse dalle più disparate parti d’Europa, soprattutto da Praga. Restano molte sue lettere in cui richiede aiuto economico che testimoniano non tanto della sua indigenza quanto della sua inclinazione a spendere più di quanto guadagnasse.
E’certo,però,che il successo da cui era stato baciatissimo come enfant prodige, negli ultimi anni gli aveva voltato violentemente le spalle. Non fu seppellito in una fossa comune, come talvolta è stato detto o scritto, ma in una normale tomba comunale conformemente alla normativa del 1783. Anche se al cimitero di St. Marx la tomba originaria è andata perduta, in corrispondenza della sepoltura e nel Zentralfriedhof sono state collocate lapidi commemorative.
Nel 1809 Constanze Weber, la vedova, si risposò col diplomatico danese Georg Nikolaus von Nissen (1761-1826), il quale, essendo un fanatico ammiratore di Mozart, pubblicò diversi brani – dal tenore scurrile – da lettere del compositore e scrisse una sua biografia.
Note biografiche tratte (e riassunte) da Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Wolfgang_Amadeus_Mozart
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Abendempfindung, K 523
- Adagio e Fuga in Do minore, K 546
- Als Luise die Briefe ihres ungetreuen Liebhabers verbrannte, K 520
- Die Alte, K 517
L'opera venne completata a Vienna il 18 maggio 1787, contemporaneamente agli impegnativi quintetti per archi K. 515 e K. 516. Il brano presenta un ritratto musicale drammatico di un'anziana donna che ricorda i bei tempi andati. Nel testo viene citata la Grande Cometa del 1744. - An Chloë, K 524
- La Betulia Liberata
Un oratorio in due parti per solisti, coro e orchestra, composto nel 1771 (perciò a 15 anni) da Wolfgang Amadeus Mozart su testo di Pietro Metastasio e ispirato al biblico Libro di Giuditta. - Concerto per pianoforte e orchestra n° 14 in Mi bemolle maggiore, KV 449
- Concerto per corno e orchestra n° 1 in Re maggiore, K 412
Mozart non si fa intimidire e, nonostante le oggettive limitazioni dello strumento, ne individua subito il suo utilizzo virtuosistico. - Concerto per corno e orchestra n° 2 in Mi bemolle maggiore, K 417
Apre il concerto un allegro maestoso in forma sonata. Il materiale tematico viene esposto dall'orchestra in cui, seppure per brevi sequenze, emerge la coppia di oboi. - Concerto per corno e orchestra n° 3 in Mi bemolle maggiore, K 447
Dei quattro concerti scritti da Wolfgang Amadeus Mozart per corno ed orchestra il concerto per corno e orchestra n. 3 in Mi bemolle maggiore K 447 è sicuramente - a parere di molti critici - il più riuscito ed il più romantico della serie (K 412, K 417, K 495). Il carattere musicale profondo è ottenuto con l'utilizzo dei clarinetti e dei fagotti. - Concerto per corno e orchestra n° 4 in Mi bemolle maggiore, K 495
Questo concerto viene considerato importante per la sua esteriorità, per la capacità di valorizzare al meglio le risorse dello strumento ma non così significativo in termini di novità e inventiva. Occorre tener presente che questo concerto, come gli altri della serie, sono tutti scritti per corno naturale, e richiedono doti tecniche non indifferenti nell'esecuzione. Mostra infatti numerosi influssi di altre opere a cui il compositore aveva lavorato in quel periodo. - Concerto per flauto e orchestra in Re maggiore, K 314
- Concerto per flauto, arpa e orchestra in Do maggiore, K 299
Si tratta in realtà di un doppio concerto in cui l'arpa intrattiene un dialogo galante con il flauto (e con l'orchestra) dando vita ad una serie di sonorità di rara bellezza. - Concerto per pianoforte e orchestra in Mi bemolle maggiore, KV 107 n° 3
(da J. C. Bach Op. 5 No. 3) - Concerto per pianoforte e orchestra in Re maggiore, KV 107 n° 1
(da J. C. Bach Op. 5 No. 3) - Concerto per pianoforte e orchestra in Sol maggiore, KV 107 n° 2
(da J. C. Bach Op. 5 No. 3) - Concerto per pianoforte e orchestra n° 12 in La maggiore, K 414
Riprende lo stile del concerto in fa maggiore, ma lo ripropone attraverso una qualità melodica non raggiunta prima ed una ricchezza tematica mai ripetitiva. Venne anche pensato per essere eseguito da un'orchestra di soli archi, anche per favorirne la diffusione fra i musicisti dilettanti - Concerto per pianoforte e orchestra n° 13 in Do maggiore, K 415
- Concerto per pianoforte e orchestra n° 15 in Si bemolle maggiore, K 450
- Concerto per pianoforte e orchestra n° 17 in Sol maggiore, K 453
Secondo la data indicata dallo stesso compositore nella partitura, il concerto fu completato il 12 aprile 1784. La data della prima è incerta. Da un certo punto di vista, si dice che l'opera sia stata presentata in anteprima dalla studentessa di Mozart Barbara Ployer il 13 giugno 1784, in un concerto in cui Mozart aveva invitato Giovanni Paisiello a ascoltare sia lei che le sue nuove composizioni, incluso anche il suo Quintetto in Mi bemolle per pianoforte e fiati scritto di recente. - Concerto per pianoforte e orchestra n° 19 in Fa maggiore, K 459
Direttore: Constant Silvestri - Concerto per pianoforte e orchestra n° 19 in Fa maggiore, K 459
Direttore: John Pritchard
Il concerto è anche noto come Concerto dell'incoronazione in quanto il compositore lo eseguì e diresse in occasione dei festeggiamenti per l'incoronazione dell'imperatore Leopoldo II a Francoforte sul Meno, assieme al concerto dell'Incoronazione n. 26 K 537, il quale era stato composto proprio per l'occasione; per tale importante esecuzione, Mozart ampliò l'organico, aggiungendo 2 trombe e timpani, in modo da aumentarne l'aspetto più marziale e celebrativo. ma queste parti sono andate perdute. - Concerto per pianoforte e orchestra n° 20 in Re minore, KV 466
Direttore: Paul Hindemit - Concerto per pianoforte e orchestra n° 20 in Re minore, KV 466
Direttore: Bruno Walter
L'importanza nella storia della musica del Concerto KV 466 è notevole. La sua influenza attraversa tutto l'Ottocento e si estende sino al XX secolo. Il KV 466 è tutt'oggi uno dei concerti per pianoforte di Mozart più eseguiti e amati, assieme al KV 488. - Concerto per pianoforte e orchestra n° 23 in La maggiore, K 488
Direttore: Carlo Maria Giulini - Concerto per pianoforte e orchestra n° 23 in La maggiore, K 488
Direttore: Bernhard Paumgartner
Contende al K 466 la palma del più eseguito tra i concerti di Mozart e appartiene alle opere di rilevante importanza dell'autore. Fu composto per una serata pubblica delle Accademie Viennesi per la stagione di Quaresima del 1786 - Concerto per pianoforte e orchestra n° 24 in Do minore, K 491
Direttore: André Cluytens - Concerto per pianoforte e orchestra n° 24 in Do minore, K 491
Direttore: Rudolf Moralt
La ricchezza di suono dell'orchestra è sfruttata da Mozart soprattutto nella parte finale, nella quale è adottata una forma diversa dall'usuale rondò: quella del tema con (otto) variazioni. - Concerto per pianoforte e orchestra n° 25 in Do maggiore, K 503
Sono presenti più momenti virtuosistici ma non a scapito delle esigenze espressive che cominciavano ad emergere anche nelle opere e nelle pagine cameristiche; ci troviamo di fronte ad un concerto sinfonico e non ad un concerto "brillante". - Concerto per pianoforte e orchestra n° 27 in Si bemolle maggiore, K 595
- Concerto per pianoforte n° 22 in Mi bemolle maggiore, K 482
Fu composto a Vienna sul finire del 1785, destinato ad un organico di tutto rilievo. - Concerto per violino e orchestra n° 3 in Sol maggiore, K 216
- Concerto per violino e orchestra n° 4 in Re maggiore, K 218
Il concerto si rifà alla scuola italiana (Boccherini, Vivaldi, Tartini, Geminiani, Nardini) a cui il compositore aggiunge il suo inconfondibile estro melodico. In particolare si pensa che Mozart si sia ispirato a un Concerto di Boccherini, scritto nella stessa tonalità e presumibilmente del 1768, che avrebbe apprezzato moltissimo dopo averlo ascoltato in Italia. - Così fan tutte, K 588
Direttore: Fritz Busch - Così fan tutte, K 588
Direttore: Karl Böhm
L'architettura di questo dramma giocoso è edificata su un divertente gioco di simmetrie. Le due coppie originarie (Fiordiligi e Guglielmo, Dorabella e Ferrando) sono perfettamente speculari: al binomio soprano-baritono si oppone quello di mezzosoprano-tenore. - Don Giovanni, K 527
Direttore: Josef Krips
Ossia Il dissoluto punito - Don Giovanni, K 527
Direttore: Ferenc Fricsay
È il secondo dei tre drammi giocosi che il compositore austriaco scrisse su libretto di Lorenzo Da Ponte (che era al servizio del Sacro Romano Imperatore). È considerata uno dei capolavori massimi di Mozart, della musica e della cultura occidentale in generale. - Die Entführung aus dem Serail, K 384
Direttore: Hans Rosbaud - Die Entführung aus dem Serail, K 384
Direttore: István Kertész
Il lavoro rappresenta un momento fondamentale non solo per il teatro musicale, ma soprattutto nell'evoluzione compositiva del musicista, è infatti la prima opera teatrale mozartiana veramente matura in cui la partitura e l'azione drammaturgica sono in perfetto accordo. - Exsultate, Jubilate, K 165
- Fantasia in Do minore per pianoforte, K 475
- Im Frühlingsanfange, K 597
- Das Kinderspiel, K 598
- Die kleine Spinnerin, K 531
- Messa dell'incoronazione per soli, coro, organo e orchestra in Do maggiore, K317
Mozart dimostra come la sua musica abbia avuto una maturazione nell'espressività, sviluppando anche una nuova forza e incisività nella composizione; sicuramente in questo influì la conoscenza della musica di Gluck, mentre per la raffinatezza della strumentazione, e soprattutto per la caratterizzazione strumentale dei temi, l'incontro con l'orchestra di Mannheim fu determinante. - Messa in Do minore, K 427
«Grande Messa» - Musica funebre in Do minore, K 477
«Ode massonica» - Ein musikalischer Spaß, K 522
- Le Nozze di Figaro, ossia la folle giornata, K 492
- Oiseaux, si tous les ans, K 307
- Popoli di Tessaglia - Io non chiedo, eterni Dei, K 316
Recitativo e Aria
I soprani che sono in grado di affrontare quest'aria oggi sono rari e, di conseguenza, questo pezzo viene solitamente omesso dalle rappresentazioni dell'Alceste. Il pezzo è diventato un'aria da concerto, che viene cantata nei recital dai pochi cantanti che sono in grado di affrontare un'aria così diabolicamente difficile. - Preludio (Fantasia) e Fuga per pianoforte in Do maggiore, K 394
(383a)
Il pezzo inizia con un'indicazione di tempo adagio. Le battute iniziali mostrano forti contrasti dinamici: il forte della prima battuta cambia rapidamente al piano della seconda battuta. L'adagio iniziale cambia in andante otto battute dopo; a questo punto, la mano destra comincia a suonare terzine di sedicesimi, mentre la mano sinistra si sposta sulla destra per suonare arpeggi di sedicesimi ascendenti e poi torna a suonare un sedicesimo puntato nella sua posizione normale. - Quartetto in Do maggiore, K 465
«Quartetto delle dissonanze» - Quartetto in Fa maggiore per oboe, viola, violino e violoncello, KV 370
- Quartetto per archi in Mi bemolle maggiore, K 171
- Quintetto per archi n° 5 in Re maggiore, K 593
- Requiem in D minor, K 626
Direttore: Josef Krips
Wiener Hofmusikkapelle - Requiem in D minor, K 626
Direttore: Ferenc Fricsay
RIAS-Symphonie-Orchester Berlin - Requiem in D minor, K 626
Direttore: Bruno Walter
Wiener Philharmoniker - Ridente la calma, K 152
- Rondò da concerto in Re maggiore per pianoforte e orchestra, K 382
- Rondò in La minore per pianoforte, K 511
- Sehnsucht nach dem Frühlinge, K 596
- Serenata in Sol maggiore, K 525
«Eine kleine Nachtmusik» - Serenata n° 11 per fiati in Mi bemolle maggiore, K 375
- Serenata n° 6 in Re maggiore, KV 239
Serenata notturna
Il brano ha la particolarità di essere scritto per due piccole orchestre che permettono all'autore un interessante gioco di sonorità tra i due comparti di solo e tutti ben sottolineato dai timpani. - Sinfonia concertante in Mi bemolle maggiore per violino, viola e orchestra, KV 364
Il primo tempo allegro maestoso è una pagina sinfonica. L'andante è invece una pagina lirica in cui l'orchestra ha funzione di accompagnamento dei due strumenti solisti che senza soluzione di continuità alternano e compenetrano temi di soave bellezza e irresistibile poesia. Il presto che conclude la sinfonia concertante è un rondò dal ritmo instancabile e luminoso. - Sinfonia n° 1 in Mi bemolle maggiore, K 16
- Sinfonia n° 18 in Fa maggiore, K 130
La sinfonia prevede una strumentazione per due flauti, quattro corni e archi. Non sono presenti parti per oboi in quest'opera, essendo stati rimpiazzati dai flauti per la prima volta in una sinfonia di Mozart. È presente invece un secondo paio di corni nel primo e nel secondo movimento: ciò rappresenta una rarità nel repertorio del compositore. - Sinfonia n° 19 in Mi bemolle maggiore, K 132
La sinfonia prevede un organico di due oboi, quattro corni (due dei quali suonano unicamente in Mi bemolle maggiore), e archi. - Sinfonia n° 20 in Re maggiore, K 133
Rispetto alle altre sinfonie dello stesso periodo, la partitura risulta essere stravagante, prevedendo l'utilizzo di due trombe e un flauto in aggiunta ai canonici oboi, corni e archi. La tonalità in Re maggiore, spesso usata per composizioni cerimoniali, si adatta bene alla presenza degli ottoni. - Sinfonia n° 23 in Re maggiore, K 181/162b
La sinfonia n° 23 è talvolta chiamata "Overture", anche se la partitura autografa segna come titolo "Sinfonia". Ciò è dovuto al fatto che la sinfonia è composta da un unico movimento ininterrotto costituito da 3 tempi diversi - Sinfonia n° 25 in Sol minore, K 183
- Sinfonia n° 29 in La maggiore, K 201
- Sinfonia n° 33 in Si bemolle maggiore K 319
- Sinfonia n° 35 in Re maggiore, K 385
«Haffner»
Fu commissionata dagli Haffner, un'importante famiglia di Salisburgo, in occasione del conferimento del titolo nobiliare "von Imbachhausen". La sinfonia non va confusa con la Serenata Haffner, altra composizione di Mozart commissionata dalla stessa famiglia nel 1776. - Sinfonia n° 36 in Do maggiore, K 425
«Linz» - Sinfonia n° 38 in Re maggiore, K 504
Direttore: Bruno Walter
Si tratta di una sinfonia spumeggiante, di ritmo incalzante, la cui composizione strumentale è colma di sorprendenti modulazioni. Con questa sinfonia Mozart chiude l'epoca dei grandi lavori ispirati al modello Franz Joseph Haydn, pone i presupposti alle sue ultime composizioni e determina il modello a cui farà riferimento Beethoven all'inizio del suo sviluppo sinfonico. - Sinfonia n° 38 in Re maggiore, K 504
Direttore: Herbert von Karajan - Sinfonia n° 40 in Sol minore, K 550
- Sinfonia n° 6 in Fa maggiore, K 43
Questa è la prima sinfonia scritta da Mozart in quattro movimenti, introducendo per la prima volta il Minuetto e il Trio, caratteristica presente in molte delle sinfonie successive. - Sinfonia n° 7 in Re maggiore, K 45
Nella versione originale (K. 45) l'organico previsto era costituito da due oboi, due corni, fagotto, due trombe, timpani, archi e basso continuo. Nell'ouverture sinfonica (K. 46a), invece, le trombe sono sostituite con i flauti, viene aggiunta un'altra parte per fagotto e la parte per timpani è soppressa. - Sinfonia n° 8 in Re maggiore, K 48
Il primo movimento inizia con note discendenti dei violini, seguite da rapide scale. Queste figure sono alternativamente create dagli archi e dai fiati. L'Andante è suonato solo dagli archi e inizia con uno stretto intervallo melodico che si espande verso la fine. Il Minuetto è un movimento caratterizzato da rapidi passaggi degli archi, e include la presenza di trombe e timpani, ad esclusione del Trio. - Sonata in Do maggiore per violino e pianoforte, K 296
- Sonata in Mi minore per violino e pianoforte, K 304
- Sonata per pianoforte n° 10 in Do maggiore, K 330
- Sonata per pianoforte n° 11 in La maggiore, K 331
Pianista: Wilhelm Backhaus - Sonata per pianoforte n° 11 in La maggiore, K 331
Pianista: Walter Klien
Tutti e tre i movimenti sono in tonalità di la maggiore o minore, quindi si tratta di una composizione omotonale. È molto conosciuta per il suo terzo movimento, il rondò "alla turca". - Sonata per pianoforte n° 12 in Fa maggiore, K 332
Una volta si pensava che queste tre sonate fossero state scritte nel 1778 a Parigi, ma ora si ritiene probabile che risalgano al 1783, quando Mozart si era appena trasferito a Vienna. Alcuni credono che Mozart le abbia scritte a Salisburgo durante una visita nell'estate del 1783 per presentare sua moglie Constanze al padre Leopold. - Sonata per pianoforte n° 13 in Si bemolle maggiore, K 333
L'effettiva data di composizione non è facilmente determinabile. Il manoscritto non è vergato sul tipo di carta da musica che Mozart era solito utilizzare nel suo periodo viennese, cosicché gli studiosi pensarono inizialmente che il brano fosse stato composto prima che Mozart si trasferisse a Vienna. - Sonata per pianoforte n° 14 in Do minore, K 457
- Sonata per pianoforte n° 15 in Fa maggiore, K 533/494
Da sottolineare le dimensioni insolitamente ampie dell'opera (239 battute), la sua particolare complessità compositiva, il suo rigore polifonico e le sue difficoltà tecniche. - Sonata per pianoforte n° 16 in Do maggiore, K 545
- Trio per pianoforte, clarinetto e viola in Mi bemolle maggiore, K 498
- Das Veilchen, K 476
- Der Zauberer, K 472
- Die Zauberflöte, KV 620
- Die Zufriedenheit, K 349