Dall’incipit del libro:
Chiama chiama—ed alcun non le risponde—
la Donna prigioniera nella Trappa:
dello spiraglio ai ferri ella s’aggrappa,
livida tra le sparse ciocche bionde:
notte e giorno, alba e vespro, estate e inverno,
chiama ed attende, chiama e spera, chiama
e piange:—taglia l’aria come lama
lo stridor vano del singhiozzo eterno.
*
«Sorella Anna, tu che insonne vegli
sulla torre più alta, e conti gli astri
e le nuvole in cielo, e i vïolastri
veli dell’alba cingi a’ tuoi capegli:
se è ver che la Speranza t’assomiglia
e che il tuo sguardo scorge oltre il mistero,
mira se lungi appaia un cavaliero
lanciato a corsa su disciolta briglia.
Forse or non è che un punto all’orizzonte,
solo un punto: e convien, sì, ch’ei galoppi!…
Ma è lui: verrà: l’attendo ormai da troppi
anni: verrà dal mare, o pur dal monte.
La prigion che mi serra ha sette porte,
ognuna è chiusa a sette catenacci:
Sorella Anna che lassù t’affacci,
prima ch’ei venga, ahimè, verrà la morte!
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