In questo saggio critico, Nencioni si propone di far emergere l’importanza del pensiero letterario di Giuseppe Mazzini, troppo spesso oscurato dal suo ruolo politico. Egli lamenta che, pur essendo Mazzini riconosciuto come uomo d’azione, la sua attività come critico e teorico della letteratura rimanga «vergognosamente dimenticata». Nencioni analizza gli scritti letterari di Mazzini valorizzandone l’«acume di analisi» e la «larga e feconda sintesi estetica», riconoscendo in essi un pensiero che intreccia i temi dell’arte, della letteratura e del dovere nazionale.

Pur segnalando qualche limite — in particolare la subordinazione del concetto artistico al pensiero politico e l’entusiasmo quasi evangelico che talvolta pervade la scrittura — Nencioni sostiene che queste opere restino fra le più memorabili della critica italiana del suo tempo. In definitiva, il volume invita a riscoprire Mazzini non solo come leader politico del Risorgimento, ma come figura culturale complessa, che concepì la letteratura e l’arte come strumenti vitali della rigenerazione civile e nazionale.

Dall’incipit del libro:

Se il Mazzini fu talvolta calunniato come uomo politico, come critico letterario è vergognosamente dimenticato in Italia. Eppure pochi libri di critica italiana contengono sì gran numero di idee notevoli per verità, novità e varietà; per acume di analisi, e per larga e feconda sintesi estetica. Se egli non subordinasse talora quasi tirannicamente il concetto artistico al pensiero politico, se non si abbandonasse troppo spesso ai lirici entusiasmi di apostolo rinnovatore, i suoi volumi di scritti letterari sarebbero da classare fra i più insigni libri di critica pubblicati ai di nostri in Europa. A ogni modo, nonostante i loro difetti, rimangono fra tanta miseria pedantesca o arroganza scientifica di critica contemporanea, opera memoranda e ammirabile. Il Mazzini espone concetti profondi in veste luminosa e poetica ma siccome è radicato in molti il pregiudizio che la immaginazione e il colorito dello stile escludano ogni profondità di pensiero, e che non si possa essere insieme pensatore e poeta; così è avvenuto che il lirismo di alcune pagine degli scritti letterari del Mazzini ha fatto diffidare del libro: senza considerare che molti dei più insigni critici moderni sono appunto poeti: Lessing, Schiller, Tieck, Schlegel, Manzoni, Coleridge, Sainte Beuve, Swinburne, Foscolo, e tanti altri: e che poeti son molti fra i più grandi pensatori dell’umanità: Eschilo, Lucrezio, Dante, Shakespeare, Molière, Goethe, Browning. «Poeta come politico, e poeta come critico; cioè un sognatore, un visionario, un allucinato:» così in due o tre righe si sbriga di Giuseppe Mazzini quello sciame di anonimi scrittorucoli che brulica nella nostra penisola, e tirato il calcio al morto gigante, seguitano a ragliare di realtà pornografiche.

Il testo è pubblicato in collaborazione con la Associazione Mazziniana Italiana (associazionemazziniana.it) che ringraziamo per aver concesso la pubblicazione nell’ambito del Progetto Manuzio.

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titolo:
Gli scritti letterari di Giuseppe Mazzini
titolo per ordinamento:
scritti letterari di Giuseppe Mazzini (Gli)
descrizione breve:
Il volume invita a riscoprire Mazzini non solo come leader politico del Risorgimento, ma come figura culturale complessa, che concepì la letteratura e l’arte come strumenti vitali della rigenerazione civile e nazionale.
autore:
opera di riferimento:
Gli scritti letterari di Giuseppe Mazzini / Enrico Nencioni. - Roma : Commissione editrice, 1884. - 40 p. ; 19 cm..
licenza:

data pubblicazione:
23 novembre 2010
opera elenco:
S
soggetto BISAC:
CRITICA LETTERARIA / Generale
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Alessio Sfienti,
https://www.associazionemazziniana.it/
impaginazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
pubblicazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
revisione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it