Un libro per tutti e per nessuno

Si tratta di una vera e propria curiosità e rarità editoriale: un’edizione Monanni modificata e distribuita da Bolla.
Complesse traversie hanno portato a questo risultato. La casa editrice Monanni fu perseguitata dai fascisti che bruciarono sede, depositi di libri etc. Monanni dovette cedere quello che rimaneva; magazzino e catalogo furono rilevati da Gaetano Facchi. Da Facchi l’edizione delle “opere complete” di Nietzsche (ovviamente mai completata) di Monanni, già stampata e mai distribuita, venne diffusa con data di stampa 1927, come “unica edizione italiana autorizzata”. Ma nel frattempo Facchi aveva ceduto il suo catalogo, quello di Monanni e i fondi di magazzino a Bolla. E Bolla, ancora con data di stampa 1927, distribuì come “prima traduzione italiana autorizzata” il volume Monanni, dopo avervi apportato integrazioni e modifiche.


Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno (tedesco: Also sprach Zarathustra. Ein Buch für Alle und Keinen) è il titolo di un celebre libro del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, composto in quattro parti, la prima nel 1883, la seconda e la terza nel 1884, la quarta nel 1885.

Gran parte dell’opera tratta i temi dell’eterno ritorno, della parabola della morte di Dio, e la profezia dell’avvento dell’oltreuomo, che erano stati precedentemente introdotti ne La gaia scienza. Definito dallo stesso Nietzsche come “il più profondo che sia mai stato scritto”, il libro è un denso ed esoterico trattato di filosofia e di morale, e tratta della discesa di Zarathustra dalla montagna al mercato per portare l’insegnamento all’umanità.

Il comportamento di Zarathustra qui descritto è opposto a quello già espresso da un saggio di Arthur Schopenhauer che prefigura – al contrario – un allontanamento del mistico dal mercato verso, appunto, la montagna. Ironicamente il testo utilizza uno stile simile a quello della Bibbia, ma contiene idee e concetti diametralmente opposti a quelli del cristianesimo e del giudaismo riguardo alla morale ed ai valori tradizionali.

Con questo testo Nietzsche prosegue la propria strada di allontanamento dalla filosofia di Schopenhauer e dal mondo di Richard Wagner a cui era stato fino ad allora legato. L’opera è il frutto della ripresa, da parte di Nietzsche, dello studio di un autore amatissimo sin da quando era diciottenne, Ralph Waldo Emerson. I temi emersoniani percorrono infatti tutta l’opera: tra questi spiccano la fiducia in se stessi, l’affermazione della vita intramondana, l’amore del fato e l’idea dell’oltreuomo.

Note tratte da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Così_parlò_Zarathustra

Dall’incipit del libro:

Allorchè Zarathustra ebbe raggiunto il trentesimo anno, abbandonò il paese nativo ed il nativo lago e andò sulle montagne. Ivi godè del suo spirito e della sua solitudine e non se ne stancò per dieci anni. Ma alla fine il suo cuore si cangiò – e un mattino, levatosi con l’aurora si mise di fronte al sole e gli disse così:
«O grande astro! Che sarebbe della tua beatitudine, se tu non avessi coloro ai quali risplendi?
Da dieci anni vieni quassù nella mia caverna; ti saresti tediato della tua luce e di questo cammino, se non fosse per me, per l’aquila mia e pel mio serpente.
Ma noi ti attendevamo ogni mattina, prendevamo il tuo superfluo, benedicendoti in cambio.
Guarda! mi è venuta in disgusto la mia sapienza, come l’ape che ha raccolto troppo miele, ho bisogno di mani che si tendano.
Vorrei donare e distribuire fin che i savi tra gli uomini fossero ridivenuti lieti della loro follia e i poveri della loro ricchezza.
Perciò debbo discendere nel profondo: come tu fai la sera quando scomparisci dietro il mare e dispensi la luce tua anche al mondo degli inferi, tu astro fulgentissimo!
Al pari di te, io debbo tramontare, come dicono gli uomini, tra i quali voglio discendere.
Benedicimi dunque, occhio tranquillo, che puoi contemplare senza invidia anche una felicità troppo grande!
Benedici il calice che sta per traboccare, affinchè l’acqua ne esca dorata e porti da per tutto il riflesso della tua gioia!
Vedi! Questo calice vuol essere vuotato un’altra volta e Zarathustra vuol ridivenire uomo».
Così cominciò la discesa di Zarathustra.

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titolo:
Così parlò Zarathustra
sottotitolo:
Un libro per tutti e per nessuno
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Così parlò Zarathustra
descrizione breve:
Si tratta di una vera e propria curiosità e rarità editoriale: un’edizione Monanni modificata e distribuita da Bolla. Complesse traversie hanno portato a questo risultato. La casa editrice Monanni fu perseguitata dai fascisti che bruciarono sede, depositi di libri etc. Monanni dovette cedere quello che rimaneva; magazzino e catalogo furono rilevati da Gaetano Facchi. Da Facchi l'edizione delle “opere complete” di Nietzsche (ovviamente mai completata) di Monanni, già stampata e mai distribuita, venne diffusa con data di stampa 1927, come “unica edizione italiana autorizzata”. Ma nel frattempo Facchi aveva ceduto il suo catalogo, quello di Monanni e i fondi di magazzino a Bolla. E Bolla, ancora con data di stampa 1927, distribuì come “prima traduzione italiana autorizzata” il volume Monanni, dopo avervi apportato integrazioni e modifiche.
autore:
opera di riferimento:
Così parlò Zarathustra : un libro per tutti e per nessuno / Federico Nietzsche ; introduzione e appendice di Elisabetta Foerster-Nietzsche ; traduzione di Domenico Ciampoli. - Prima traduzione italiana autorizzata. - Milano : Monanni, stampa 1927. - (Depositario esclusivo Giovanni Bolla editore – Via Sant’Antonio, 10 – Milano). - 462 p. ; 21 cm.
copertina:
[elaborazione da] "Eraclito" di Hendrick ter Brugghen. - Museo Statale, Amsterdam. - https://it.wikipedia.org/wiki/Eraclito#/media/File:Hendrik_ter_Brugghen_-_Heraclitus.jpg. - Pubblico dominio.
licenza:

data pubblicazione:
24 ottobre 2017
opera elenco:
C
ISBN:
9788828102328
soggetto BISAC:
FICTION / Classici
FILOSOFIA / Generale
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Federico Ranieri, dingopuzo@tiscali.it
impaginazione:
Federico Ranieri
Marco Totolo (revisione)
pubblicazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
revisione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
Ugo Santamaria
traduzione:
Domenico Ciampoli