Dall’incipit del libro:
Arnaldo fu Bresciano non sol di domicilio, ma ancora di nascita. Non si può tuttavolta ben accertare s’egli nascesse in città, o in alcun luogo del contado, non trovandosi ciò scritto; ma è più probabile che fosse cittadino. Alcuno de’ nostri scrittori ha detto ch’ei fu nobilissimo, ma non ci dice d’onde abbia presa questa notizia; ed è noto, che un secolo prima gli scrittori lavoravano francamente di fantasia. L’essere però Arnaldo stato mandato sino in Francia agli studi, dimostra che la sua famiglia non era povera di facoltà. In qual anno egli nascesse, è difficile l’indovinarlo; io conghietturo ch’egli nascesse circa l’anno 1105. Eccone il fondamento. Egli morì in Roma nell’anno 1155, assai verisimilmente nell’anno cinquantesimo dell’età sua; perchè non veggo che alcuni de’ suoi avversari lo rimproveri o di furor giovanile, o di aver delirato in vecchiezza nell’opporsi in Roma con tanta costanza al formidabile partito papale. La figura ch’ei fece in Brescia nella fazione de’ Bresciani contra il vescovo Maifredo, nell’anno 1138, e nel Concilio di Sens in Francia, nel 1140, dimostra ch’ei non doveva esser minore d’età di trenta e più anni quando figurò in Brescia, e di vicino a’ quaranta quando figurò in Francia. Ponghiamo che quando egli era in Roma avesse quarantacinque anni; dal 1150 sino al 1155, in cui morì, corrono cinque anni, che aggiunti a quarantacinque fanno in punto gli anni cinquanta. Abbracciò Arnaldo da giovinetto lo stato ecclesiastico, e ricevette i primi due ordini minori. Ciò apparentemente deve essere succeduto in Brescia, e il suo vescovo ordinatore esser dovette il nostro vescovo Villano, che di coadiutore divenne vescovo nel 1116 per la deposizione del suo predecessore il cardinale Arimanno, seguita quell’anno nel Concilio Romano; alla qual disgrazia soggiacque di poi nel 1132 anche il medesimo Villano, che fu discacciato dal vescovado di Brescia da papa Innocenzio. Aveva Arnaldo sortito uno straordinario talento, ed una veemente inclinazione agli studi. Questo fece che i suoi maggiori determinarono di mandarlo a tal fine in Francia alla scuola del celebre Pietro Abailardo, la cui fama tirava in quel regno il fiore della nobiltà italiana. Ebbe ivi, in conseguenza, per condiscepoli molti giovani illustri d’Italia, e spezialmente di Roma; poichè nella Romana Corte per questo appunto vantava Pietro Abailardo molti suoi scolari divenuti prelati e cardinali, tra quali il cardinal Guido di Castello, illustre per e sue Legazioni, onorato dalle lettere di san Bernardo, e divenuto papa col nome di Celestino II. Guntero ci dice che Arnaldo stette alla scuola d’Abailardo per lungo tempo, ma non ci dice quanti anni.
La presente edizione è corredata della “Vita d’Arnaldo” di Giovan Battista Guadagnini, di note e documenti storici.


