Dall’incipit del libro:
Il genere umano, che al pari di Faust, è alla cerca di cognizioni e di felicità, non fu, forse, mai più di ora, lontano dal poter invocar il momento che passa per dirgli: «Fermati, sei tanto bello!». La coltura e l’incivilimento si estendono sempre più e s’impossessano delle regioni finora più selvaggie del mondo. Là, dove dominarono fino a ieri le tenebre, oggi fiammeggia una luce splendidissima. Ogni giorno sorge una nuova mirabile scoperta, che rende ognor più abitabile la terra, più sopportabili le traversie della vita, più svariati e sentiti i soddisfacimenti all’uomo concessi. Eppure malgrado tutto questo miglioramento nelle condizioni del benessere, il genere umano è più che mai malcontento, turbato, inquieto. Il mondo incivilito non è che un immenso ospedale, la cui atmosfera è piena di gemiti angosciosi, e sui letti del quale si contorce il male sotto tutte le sue forme. Se tu passi da paese a paese e vai dovunque interrogando ad alta voce: «Sta qui la contentezza? Avete voi qui, quiete e felicità?», ti risponderanno dappertutto: «Fuggi! non e qui ciò che cerchi».
Traduzione di Cimone (Emilio Faelli)

