Nicola Cusano, noto anche come Niccolò Cusano o Niccolò da Cusa, in lat. Nicolaus Cusanus o Nicolaus de Cusa, in ted. Nikolaus Krebs von Kues o Nikolaus Chrypffs (Kues, 1401 – Todi, 11 agosto 1464), fu un cardinale, teologo, filosofo, umanista, giurista, matematico e astronomo tedesco.
Frequentò la facoltà di lettere dell’Università di Heidelberg nel 1416, completò gli studi a Padova, dove si laureò in diritto nel 1423, si perfezionò a Colonia studiando Alberto Magno, Platone e Raimondo Lullo e divenne dottore in filosofia. Intraprese anche studi sulla cultura islamica e su Averroè.
A Padova ricevette il titolo accademico di Doctor Decretorum. Strinse amicizia con gli umanisti Vittorino da Feltre e Francesco Filelfo, i matematici Prosdocimo de Beldemandis e Paolo dal Pozzo Toscanelli, il cardinale Domenico Capranica ed Enea Silvio Piccolomini, futuro papa Pio II. Andò a Parigi nel 1428 per studiare e tradurre le opere di Cicerone, Tacito e Plauto.
A Costanza e a Lovanio fu anche professore in teologia e diritto canonico. Nel 1429 si trasferì per breve tempo a Roma dove udì una predicazione di Bernardino da Siena e conobbe papa Martino V. Ottenne molti uffici ecclesiastici, fra i quali quello presso la basilica di San Pietro in Vincoli a Roma (1449-64), dove poi sarà sepolto.
Nel 1433 fu invitato da papa Eugenio IV al Concilio di Basilea, nel quale ebbe un ruolo fondamentale; per l’occasione scrisse il De concordantia catholica in cui sostenne la necessità dell’unità della Chiesa Cattolica e la concordanza di tutte le fedi cristiane.
Nel 1437 Eugenio IV lo inviò come legato a Costantinopoli con l’obiettivo di avere colloqui in vista di una riunificazione delle Chiese d’Oriente e d’Occidente, incarico che ebbe un grande successo. La riunificazione sarebbe dovuta avvenire sul piano dogmatico e disciplinare, ma si sarebbero dovute mantenere le differenze sul piano liturgico.
Cusano appoggiò il tentativo, proposto da Eugenio IV, di indire una crociata nel 1444 contro i musulmani, capeggiata da Giorgio Castriota Scanderbeg, appoggiato dal re di Napoli Alfonso V d’Aragona. Nel De pace fidei immagina una riunione in cielo di rappresentanti di tutte le nazioni e religioni.
Quando Eugenio IV morì, Cusano fu nominato camerlengo; papa divenne Niccolò V, suo amico di lunga data, che nel 1448 lo nominò cardinale della Basilica di San Pietro in Vincoli, titolo che conserverà fino al 1464, anno della morte.
Fin dal 1444 Cusano si era appassionato all’astronomia, sostenendo che la Terra non è immobile, ma ruota intorno al proprio asse e che non è possibile determinare il centro dell’universo, essendo questo infinito; che le stelle sono simili al Sole, che intorno ad esse possono ruotare dei pianeti e che alcuni pianeti possono essere abitati.
Il 23 marzo 1450 Cusano fu eletto Vescovo-principe di Bressanone da Niccolò V; ma Sigismondo d’Austria si proclamò duca della stessa città e fece costruire all’esterno della cittadina un castello, tuttora esistente. Cusano si batté aspramente contro il duca, che tentava di eliminare dalle sue terre la figura del Vescovo-conte, cui spettava il possesso della Valle Isarco, della Val Pusteria e dell’Engadina. Sigismondo aveva nominato Leonhard Wismair Principe-Vescovo di Bressanone, ma il 25 marzo 1450 giunse da Roma la notizia della nomina di Cusano. Seguì un accordo a Salisburgo e il Duca riconobbe la carica a Cusano, su pressione del Papa.
Dopo qualche anno, però, Cusano entrò in conflitto con i nobili tirolesi, fedeli a Sigismondo, capeggiati dal conte Georg Künigl e fomentati da Verena von Stuben, badessa del monastero benedettino di Castel Badia presso Brunico.
Il 14 luglio 1457, Cusano fu costretto a ritirarsi da Bressanone dopo alcuni tentativi di agguato, di avvelenamento e minacce di morte, rifugiandosi nel Castello di Andraz fino al 1458, quando si scontrò con Gregor Heimburg, appoggiato dal Duca Sigismondo. Cusano fu fatto prigioniero nel 1460 da Sigismondo, ma scrisse al papa Papa Pio II (già tutore di Sigismondo) che scomunicò il conte tirolese; Cusano riuscì poi a fuggire, rifugiandosi nel Castello di Brunico dove fu assediato da Sigismondo con 4000 fanti e 1000 cavalieri: fu libero solo dopo aver firmato la resa, contro la sua volontà.
Intanto, il 3 dicembre 1458, aveva fondato nella città natale il Cusanusstift (Ospedale di San Nicola), un ospedale di carità, per 33 persone (in memoria degli anni di Cristo), di cui 6 nobili, 6 sacerdoti e 21 persone comuni. Ospita ora una delle più ricche biblioteche europee, la Biblioteca dell’Ospedale di san Nicola a Bernkastel-Kues, dove sono custodite tutte le opere del cardinale ed altri 1841 manoscritti.
Negli anni 1460-61 scrisse la Cribratio Alchorani, in cui cerca di convincere il sultano, attraverso l’analisi del Corano, della superiorità del cristianesimo. Mentre si dedicava alla preparazione di una crociata indetta da papa Pio II contro i Turchi che avevano invaso Costantinopoli nel 1453, morì nel 1464 a Todi, tre giorni prima della morte di papa Pio II.
Attualmente Cusano è sepolto nella basilica di San Pietro in Vincoli a Roma, in una tomba marmorea realizzata da Andrea Bregno, ma il suo cuore si trova a Bernkastel-Kues, in Renania, suo borgo natale.
Fra le altre numerosissime opere, vanno citate:
- De docta ignorantia, la sua più famosa: i tre libri trattano di Dio, dell’universo e di Cristo, termine di congiunzione tra l’universo e Dio;
- De coniecturis, vasta sistemazione delle forme di sapere concesse all’uomo;
- De pace fidei, per richiamare la cristianità a una fede unitaria, superando le diversità dei culti.
Suoi e nuovi sono il tema della libera personalità umana e l’impiego dinamico del concetto di infinito. Suo il concetto che il mondo non ha un centro né una circonferenza, con il quale egli supera la cosmologia medievale.
La possibilità della conoscenza sta nella «proporzione» tra l’ignoto e il noto; ma tra l’infinito (Dio) e il finito non c’è proporzione; Dio sfugge pertanto alla conoscenza dell’uomo, cui non resta che riconoscere la propria ignoranza. Questo riconoscimento, che Cusano ricollega alla sapienza di Socrate, è la «dotta ignoranza». Egli usa, infatti, il termine «congettura» (di origine platonica) per indicare la natura della conoscenza umana che partecipa della verità solo per alterità, rinviando cioè a essa come a ciò che è altro da sé.
Se nello spirito umano i contraddittori (bene e male, vero e falso, ecc.) e nella natura i contrari (luce e tenebre, caldo e freddo, ecc.) si escludono a vicenda, in Dio tutte le opposizioni coincidono (coincidentia oppositorum); e nella sua indifferenziata unità egli contiene in sé la molteplice varietà delle cose, a cui come forma eterna dà l’essere pur rimanendone nettamente separato come creatore dalle sue creature.
I suoi studi sul problema della quadratura del cerchio lo portarono a usare un metodo che coincide in sostanza col metodo degli isoperimetri.
Fonti:
- Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Nicola_Cusano - Enciclopedia Treccani
https://www.treccani.it/enciclopedia/niccolo-da-cusa
Note biografiche a cura di Roberto Rogai
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- L'apice della contemplazione (De apice theoriae)
In forma di dialogo, Niccolò da Cusa illustra il suo concetto di meditazione in relazione alla "realtà fondamentale". L'opera è in latino con traduzione italiana e accompagnata da un ricco apparato critico.