Dall’incipit del libro:
Soglion tutti i felice, e lieti amanti Spesso nanti lor dolci inamorate Andar, con dellettevoi versi e canti Per exaltarle, e per trovar pietate Et io, con mesti accenti e flebil pianti A tue maniere crude & dispietate Vengo: e dimando poi che ‘l vol mia sorte Da tue man non più tante, una sol morte Ma pria ch’io giungea a disiata morte Vo’ palesar mio stato a tutto il mondo Et vo’ gridando suspirar sì forte Che se odirà nel cielo, e nel profundo Strade, sentier, muri, fenestre, e porte Voi che fusto al penar mio furibondo Sarete ancho al finir mio, che sia presto Poi che d’un tanto amor, il premio è questo Voi tutti intorno che ascoltate questo Flebile, horrendo e lachrymoso canto Fatto che harrovi il mal mio manifesto Sarete sasso non doprando il pianto Che se al mondo mai fu tormento infesto Gli è il mio che de tutti altri porta il vanto E ognun move a pietà , se non costei Che non cura lo abysso il mondo, o i dei O voi omnipotenti & iniusti Dei Da cui tutto il mio mal nasce e deriva Udite almanco mei dogliosi omei Nanti ch’io giunga a la tartarea riva Dapoi che consentite che costei Facci l’anima mia de vita priva Udite il mio tormento, e vostro errore Che piettoso e iusto atto è udir chi more.
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