Dall’incipit del libro:
Quando lo nostro Signore Gesù Cristo parlava umanamente con noi, infra l’altre sue parole, ne disse che dell’abbondanza del cuore parla la lingua. Voi, ch’avete i cuori gentili e nobili, in fra li altri, acconciate le vostre menti e le vostre parole nel piacere di Dio, parlando, onorando e temendo e laudando quel Signore nostro, che n’amò, prima che elli ne criasse, e prima che noi medesimi ci amassimo. E se, in alcu na parte, non dispiacendo a Lui, si può parlare, per rallegrare il corpo e sovvenire e sostentare, facciasi con più onestade e con più cortesia, che fare si puote. Ed acciò che li nobili e gentili sono, nel parlare e nell’opere, quasi com’uno specchio, appoi minori, acciò che il loro parlare è più gradito, però che esce di più dilicato stormento, facciamo qui memoria d’alquanti fiori di p arlare, di belle cortesie e di belli risposi e di belle valentie, di belli donari e di belli amori, secondo che, per lo tempo passato, hanno fatto già molti. E chi avrà cuore nobile e intelligenza sottile sì li potrà simigliare per lo tempo che verrà per i nnanzi, ed argomentare, e dire, e raccontare, in quelle parti dove avranno luogo, a prode ed a piacere di coloro, che non sanno e disiderano di sapere. E se i fiori, che proporremo, fossero mischiati intra molte al tre parole, non vi dispiaccia; ché ‘l nero è ornamento dell’oro e, per un frutto nobile e dilicato, piace talora tutto un orto e, per pochi belli fiori, tutto uno giardino. Non gravi a’ reggitori; ché sono stati molti, che sono vivuti grande lunghezza di tempo, e in vita loro hanno appena tratto uno bel parlare, od alcuna cosa da mettere in conto fra’ buoni.
La presente edizione ripubblica le cento novelle raccolte dal Gualteruzzi (1525) e le diciotto nuove date dal Borghini (1572).


