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Ombre di Occaso è un romanzo epistolare immaginario, nel quale Alfredo Oriani scrive ad una destinataria, a sua volta immaginaria.
Nelle epistole l’autore affronta temi di varia natura: sociale, politica, sull’amore, sulla (bancarotta della) scienza, di letteratura o religione e semplici scorci di vita quotidiana.
Un put-pourri di originali riflessioni, figlie del tempo e della terra in cui Oriani visse.
Dal Prologo del libro:
Signora,
Casolavalsenio, 23 ottobre 1900.
Chiunque voi siate, straniera per sangue e per lingua, lontana al di là dell’Alpi e del mare, o vicina in qualche città o campagna d’Italia, non vi ho mai veduta e non vi vedrò. Non so nemmeno se siate bella, ma io non lo sono più da quando le rughe si ammassarono sulla mia fronte, e i capelli ne caddero lentamente come le foglie in autunno, quando l’aria si raffredda e le notti allungano la tenebra triste.
Perchè dunque vi scrivo?
Anche questa è una contraddizione del nostro spirito, che nei troppo lunghi soliloqui finisce col rivolgersi ad un fantasma pel bisogno supremo di non essere solo, e di sentirsi almeno dinanzi il silenzio di qualcuno, che ascoltando gli rattenga il pensiero nei limiti della parola. Solamente coloro che sono soli, possono comprendere la necessità di parlare e di scrivere ad un fantasma senza nemmeno fingersi il suo aspetto.

