Sergio Ortolani nacque a Feltre (Belluno) il 30 giugno 1896, da Tullio e Maria Merlo.
A causa degli spostamenti del padre (critico letterario e professore di italiano) passò la prima giovinezza fra l’Umbria, le Marche, la Campania e la Sicilia. A Benevento seguì gli studi fino al primo liceo classico, completandoli poi a Modica nel 1913. Si iscrisse in seguito alla facoltà di lettere dell’Università di Firenze, entrando in contatto con ambienti letterari e artistici.
Il richiamo alle armi nel 1915 (dove fu tenente degli alpini e fatto prigioniero dagli Austriaci) lo costrinse a sospendere gli studi. Tornato a Firenze alla fine della guerra, nel 1919 si laureò in filologia moderna, con una tesi su Pietro Aretino. Nello stesso anno vinse una borsa di studio per la scuola di perfezionamento in storia dell’arte di Firenze, poté seguire le lezioni di Pietro Toesca e dare avvio a ricerche storico-artistiche.
Dopo aver insegnato materie letterarie a Rieti, si trasferì a Roma per frequentare la scuola di perfezionamento in storia dell’arte di Adolfo Venturi.
Viaggiò per tutta l’Italia e prese parte al dibattito culturale, conseguente alla crisi nella storia dell’arte che allora si confrontava con la scuola viennese, con Bernard Berenson e con Benedetto Croce.
Ebbe modo di approfondire temi già affrontati durante e subito dopo la tesi di laurea negli scritti sulla critica d’arte veneziana, su Aretino, su Savoldo, nei quali si mostra la sua riflessione su Croce, Lionello Venturi e sulla storiografia artistica allora appena giunta in Italia attraverso i viennesi e soprattutto tramite l’opera di Julius von Schlosser.
Tra il 1922 e il 1925 partecipò alla redazione di alcune monografie per “Le chiese di Roma illustrate” (Ss. Giovanni e Paolo – 1922, S. Andrea della Valle – 1924, S. Croce in Gerusalemme – 1924, S. Bernardo alle Terme e le distrutte chiese di S. Ciriaco e S. Caterina in Thermis – 1924, S. Giovanni in Laterano – 1925, S. Carlo ai Catinari – 1927). Pubblicò anche il saggio “Cultura ed Arte”.
Nel 1926 entrò nell’amministrazione delle Antichità e belle arti come ispettore aggiunto e fu assegnato alla Real Soprintendenza all’arte medievale e moderna della Campania; nel luglio si trasferì a Napoli.
Lavorò al catalogo della Real Pinacoteca e all’ordinamento dei depositi, divenendo poi direttore della Pinacoteca napoletana nel 1930, ruolo che rivestì sino alla morte, pur tra alterne vicende politiche. Non essendo iscritto al partito nazionale fascista e frequentando gli ambienti crociani, gli fu negata la promozione che gli sarebbe spettata in seguito ad un concorso del 1935 e fu ‘pretermesso’ nel 1937 dalla nomina a direttore di I classe (ottenuta solo nel 1941).
Riordinò completamente (1937) la Pinacoteca di Napoli. Nello stesso anno sposò Blanche Goode, una pianista inglese, vedova del filosofo e professore di letteratura inglese Raffaello Piccoli.
Nel 1932 istituì un Gabinetto di pinacologia e restauro, primo organo preposto alla conservazione delle opere d’arte, che fu chiuso nel 1937 in previsione della fondazione a Roma dell’Istituto centrale per il restauro.
L’attività del Gabinetto di pinacologia – dove lavorarono Stanislao Troiano, Giovanni (Giannino) Marchig, Umberto Chiariello, Anita Garzia e Selim Augusti – svolgeva la propria opera tenendo conto, oltre che degli aspetti artistici, anche di quelli scientifici, così connotandosi con caratteri di grande modernità riguardo all’attività di restauro.
Alcuni dei suoi contributi di quegli anni riguardarono: nel 1933, la storia della pittura napoletana del XVI secolo; nel 1938, “Tre secoli della pittura napoletana” (fu tra i curatori del catalogo dell’esposizione); nel 1940, “L’Oriente e l’arte italiana” per la mostra “Le terre d’Oltremare e l’arte italiana dal Quattrocento all’Ottocento”.
Durante la seconda guerra mondiale collaborò al salvataggio del patrimonio artistico nazionale.
Nel dopoguerra ebbe un ruolo determinante nella riorganizzazione dei musei napoletani e cercò di destinare il palazzo di Capodimonte a sede della Pinacoteca, progetto che non riuscì a vedere realizzato (fu poi portato a termine da Bruno Molajoli nel 1957).
Ortolani pubblicò importanti scritti sulla storia dell’arte dell’Italia meridionale e gettò le basi per i successivi studi sul Seicento e sull’Ottocento: monografie su Giacinto Gigante (1930), Gioacchino Toma (1934), La Scuola di Posillipo (1934), Giacinto Gigante e la pittura di paesaggio a Napoli e in Italia dal ’600 all’800 (uscito postumo nel 1970 e ripubblicato ancora nel 2009). Non trascurò tuttavia neanche l’arte del Novecento.
Negli anni Quaranta pubblicò ampie monografie su artisti italiani del Quattro e Cinquecento: Cosmè Tura, Francesco del Cossa, Ercole de’ Roberti, Raffaello, Pollaiolo.
Inoltre fu docente, dal 1939 al 1949, di storia dell’arte presso il Magistero Suor Orsola Benincasa, ove organizzò un archivio fotografico e una biblioteca specializzata.
Ma gli interessi di Ortolani si estendevano anche alla poesia (soprattutto di Paul Valéry); egli stesso fu poeta, traduttore e scrittore: nel 1920 tradusse il Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde; nel 1925 lo Zadig di Voltaire; nel 1926 pubblicò il romanzo Rufino protomartire; nel 1928 dette alle stampe Selva e nel 1932 Controcanto. Tutte le sue poesie furono ripubblicate da Mondadori nel 1957, a cura del fratello Roberto, con un’ampia prefazione di Francesco Flora.
I suoi scritti non sono di agevole lettura e questo certamente non favorì la loro diffusione. Tuttavia, poiché non sono né incerti né confusi, ad una lettura attenta essi si vengono gradualmente e completamente chiarendo.
Morì a Cuneo il 2 novembre 1949.
Fonti:
- TRECCANI. Dizionario Biografico degli Italiani
http://www.treccani.it/enciclopedia/sergio-ortolani_(Dizionario-Biografico)/) - Bollettino d’arte
http://www.bollettinodarte.beniculturali.it/opencms/multimedia/BollettinoArteIt/documents/1468501672235_10_-_Ortolani_341.pdf
Note biografiche a cura di Roberto Rogai
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Controcanto
Breve testo, senza narrazione continua, che raccoglie dei quadretti con episodi di vita (presumibilmente vissuta), descrizioni, suggestioni, riflessioni, paesaggi. - Poesie
1914-1948
Raccolta di tutta l’opera poetica di Sergio Ortolani, dagli anni giovanili fino all’anno precedente la morte, a cura del fratello Roberto. - Rufino protomartire
Romanzo
Romanzo e novella, nella letteratura italiana, hanno quasi sempre trovato il loro respiro migliore nell’ambiente della provincia; e questo, unico, romanzo di Ortolani non può che confermare questa osservazione più volte ripetuta. - Il teschio di Onèsilo
Breve testo ospitato dalla rivista di poesia «Circoli» che rappresentò negli anni ’30 il tentativo culturale di andare oltre il crepuscolarismo e il futurismo per fondere in una moderna essenzialità lirica le nuove istanze poetiche.