Dall’incipit del libro:
Alcuni anni fa, in uno dei suoi possedimenti, viveva un signore russo d’antico stampo, Kirila Petrovič Trojekurov. La sua ricchezza, la nobiltà dei natali e le relazioni gli davano una grande importanza nella provincia dove si trovava il suo possesso. Viziato da tutto ciò che lo circondava, era abituato a dar pieno corso ad ogni impulso della sua natura focosa e a tutte le fantasie d’un’intelligenza abbastanza limitata. I vicini soddisfacevano con gioia i suoi minimi capricci; i funzionari provinciali tremavano a sentire il suo nome. Kirila Petrovič accoglieva tutti i segni di servilità come un tributo che gli fosse dovuto. La sua casa era sempre piena di ospiti, pronti a divagare la sua oziosità di signore, partecipando ai suoi rumorosi, e a volte anche violenti, divertimenti. Nessuno osava rifiutare i suoi inviti o non comparire in certi giorni con l’ossequio dovuto nel villaggio di Pokrovskoje. Kirila Petrovič era di una grande ospitalità e, malgrado la forza non comune delle sue facoltà fisiche, un paio di volte alla settimana soffriva per la sua golosità, e ogni sera era in cimberli.
Raramente una ragazza della sua servitú si sottraeva ai lussuriosi attentati del vecchio cinquantenne.

