Dall’incipit del libro:
Questo romanzo fu scritto negli anni 1916-17, per sollevare il pensiero dalle tristezze della guerra. Fu pubblicato nella rivista, La Lettura, dal 1^o maggio 1918 al 1^o marzo 1919, con qualche colpetto di soppressione su le punte più ardite. Si stampa ora in volume con non pochi emendamenti; ma non sarà mai emendato abbastanza da essere accettato nelle nobili sale della Letteratura. Ciò mi fu detto, a voce e per iscritto, da amici, da critici e da qualche mia cara amica. A tutti io sono grato; e nell’emendare il libro, ho tenuto conto delle osservazioni, sì benigne, sì anche maligne, che mi furono fatte. Volevo dedicare il libro a qualcuno di questi miei critici, ma ho pensato che si sarebbe avuto a male di simile dono. E allora, ecco. Questo luglio, all’ufficio postale di Bellaria (un ufficio fantastico dove si attende di fuori la posta, facendo lunghe conversazioni) c’erano due signore, mamma e figlia, che tutte le volte che io arrivavo, mi guardavano con un sorriso di benevolenza, e direi di compiacimento. Un po’ alla buona, mamma e figlia; ma così fiorenti e così sane che ricordavano le buone famiglie patriarcali di Romagna, ai bei tempi ospitali di una volta. Un giorno, la mamma si fece coraggio e mi disse: «È lei quello che ha scritto Io cerco moglie nella Lettura ?» Io non potei dir di no, ma avevo un po’ di paura. Invece la mamma mi disse: «Abbiamo riso tanto questo inverno». E la figlia approvava con un simpatico sorriso. Ciò mi ha fatto molto piacere
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