Alfredo PiodaNacque a Locarno il 1° novembre 1848 e morì sempre a Locarno il 7 novembre 1909.

Figlio di Giacomo Pioda, medico chirurgo, e di Carolina Bazzi. Nipote di Domenico Bazzi. Celibe. Dopo il ginnasio a Locarno, frequentò il collegio Landriani e il liceo a Lugano. Proseguì gli studi universitari a Pisa, Torino e Heidelberg, dove nel 1870 conseguì la laurea in legge.

Trasferitosi a Milano, iniziò una pratica di avvocato, ma insoddisfatto ritornò a Heidelberg, dove ottenne una seconda laurea in filosofia. Stabilitosi definitivamente a Locarno, si dedicò agli studi storici, letterari, filosofici, di teosofia e spiritismo, pubblicando sui vari argomenti articoli, saggi e libri; numerosi furono i lavori di traduzione di testi stranieri.

Uomo di pensiero più che di azione, non disdegnò comunque l’impegno politico che assunse con serena imparzialità; fu municipale di Locarno (1884-87) e deputato al Gran Consiglio ticinese (1893-1909) e al Consiglio nazionale (1893-1909).

Sebbene militante nelle file del partito liberale, rifiutò sempre il settarismo e l’esclusivismo che dominavano la vita politica ticinese. Rivolse particolare attenzione all’istruzione e, con i suoi contributi alla riforma degli studi, diede un importante impulso al rinnovamento del sistema scolastico. Dopo il 1893, Pioda – che, pur condividendone le ragioni, non aveva partecipato alla Rivoluzione del 1890 – divenne l’ideologo dell’indirizzo moderato e pragmatico del governo di Rinaldo Simen, sostenendo la necessità di “una nuova forma di vita pubblica” e “di lavoro comune pel vantaggio comune”.

Ma la sua tesi dell'”evoluzione graduale” si scontrò con la determinazione dei radicali che volevano spingere in avanti il Paese “a suon di decreti”, e sfociò in una polemica da cui uscì la scissione del 1902 fra Estrema radicale e Grande Corrente liberale.

Fonti

Note biografiche a cura di Pier Filippo Flores.

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Alfredo Pioda
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Pioda, Alfredo
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