Come ogni città anche Genova vede nelle sue strade e nei suoi palazzi il succedersi degli avvenimenti, il mutamento delle tradizioni artistiche, le antiche radici delle proprie tradizioni popolari e della propria lingua. Vede nel ricordo dei suoi figli più illustri e famosi i capisaldi della sua storia, della storia delle sue famiglie più cospicue – Doria, Spinola, Grimaldi, Lercari – il ricordo di un passato di commerci in terre lontane e di fiorenti colonie – tanti i nomi delle strade che riportano le località raggiunte e spesso governate dai genovesi, come Caffa, Teodosia, Antiochia, Tenedo, Tolemaide, Teodosia – la testimonianza di artisti e letterati la cui opera è tuttora conservata nelle chiese, nei musei, nelle pinacoteche, nelle biblioteche. Pescio offre quindi una miscellanea di notizie storiche, biografiche, aneddotiche, tramite le quali possiamo seguire la storia della repubblica di Genova, le sue guerre per il predominio sui mari conteso vittoriosamente a Pisa e Venezia, la partecipazione alle guerre crociate, fino al contributo alle più importanti battaglie risorgimentali.

Pescio diede alle stampe questo suo lavoro nel 1912. Genova era in pieno sviluppo ma, ovviamente il suo dizionario delle strade non comprende quelle zone che oggi sono “delegazioni” ma erano un tempo comuni autonomi, sia sulla riviera di ponente che di levante e nell’entroterra delle due principali vallate (Polcevera e Bisagno). Al momento della formazione della “grande Genova” la toponomastica stradale delle delegazioni dovette essere mutata per non avere “doppioni” (quale comune non aveva una via Garibaldi?); poi cambiò per i bombardamenti della seconda guerra mondiale che distrussero interi quartieri poi ricostruiti pur lasciando quando possibile gli antichi nomi. Cambiò per ragioni di opportunità politica: le strade intitolate ai componenti della famiglia Savoia sono praticamente scomparse. Piazza Umberto I è oggi piazza Matteotti, via Carlo Felice si chiama via XXV Aprile, via Carlo Alberto oggi è via Gramsci, via Vittorio Emanuele II si intitola adesso a Filippo Turati. Il più volte menzionato ospedale di Pammattone ha lasciato il posto al tribunale.

Come spiega fin dall’introduzione, a Pescio non garbano affatto i nomi di strade che ricordano specie animali, né quelli che si rifanno alla mitologia. Quando non abbiamo una via intitolata a Petrarca! Ma Pescio stesso ha avuto modo di vedere, in seguito alla sistemazione di Piazza De Ferrari, intitolata al grande poeta una via centralissima adiacente proprio alla piazza più nota di Genova. Non ha potuto vedere invece, ovviamente, la via che oggi è intitolata proprio ad Amedeo Pescio…

L’autore fa cenno ripetutamente con vivo disappunto ai “torbidi del 1797” causa di parecchie rimozioni di statue e di altri atti vandalici quasi sempre inutili ma suscitati dallo scontento popolare. La data è per Genova di grande importanza perché è in quella data che cessò di essere stato autonomo per seguire le sorti del resto d’Europa. Già dal 1796 Genova dovette cadere nella politica e nell’azione francese, con il Bonaparte sempre poco rispettoso di trattati e di indipendenze territoriali a fronte dei suoi progetti di guerra. Per questa situazione una parte di genovesi immaginarono riforme sulla spinta degli ideali della rivoluzione francese, e nel maggio 1797 vi fu una sollevazione popolare di ispirazione liberale e anticlericale (Pescio ricorda infatti i numerosi conventi abbandonati in quell’anno) alla quale non era estraneo un desiderio di rivalsa di alcune famiglie nobili desiderose di togliere il governo dalle mani di famiglie avversarie. Vi furono morti da entrambe le parti e l’uccisione di alcuni “forestieri” fornì il pretesto al Bonaparte per imporre i suoi “patti” alla Repubblica. La più immediata conseguenza fu l’assedio del 1800 contrastato dal generale Andrea Massena (la piazza a lui intitolata è oggi a Cornigliano) coadiuvato dal genovese Luigi Corvetto «che ebbe la grande postuma fortuna di dare il nome a quella che divenne la più bella piazza di Genova e una delle più caratteristiche e pittoresche d’Italia». Tra i difensori di Genova durante quell’assedio ci fu Ugo Foscolo – e Pescio lo ricorda parlando della via intitolata a questo grande letterato – che in quell’occasione compose l’ode alla Pallavicini caduta da cavallo.

Il lavoro di Pescio ci aiuta a ricordare la transizione da una città percorsa da carri e pedoni a quella dove i selciati calpestati da i Doria, Spinola, Grimaldi sono oggi asfaltati e funzionali alle automobili. Ma ancora in epoche successive a quelle descritte da Pescio a Genova non si buttava via niente… pochi forse sanno che il Ponte Pila descritto in queste pagine oggi lo si può percorrere di fronte all’ingresso principale del cimitero di Staglieno, con le sue ringhiere e le sue caratteristiche lampade.

L’amore di Pescio per la sua città traspare da queste pagine a ogni riga e suona un po’ come un monito, un’esortazione ad apprezzare la nostra città anche attraverso le sue strade, le sue piazze e sentire tra queste l’eco del tempo, le gioie e i tormenti dei nostri testardi antenati.

Un dizionario delle strade di Genova fu compilato in tempi più recenti da Tommaso Pastorino e pubblicato postumo per la prima volta nel 1968, aggiornato da Carlo Marchesani ed altri e curato, nella sua terza edizione, da Bianca Maria Vigliero, che è stata attenta studiosa e acuta conoscitrice della storia e della toponomastica della nostra città.

Sinossi a cura di Paolo Alberti

Dall’incipit del libro:

ACCADEMIA (Vico dell’antica-). Molo, dal vico della Casana al vico dei Garibaldi.

L’Accademia Ligustica di Belle Arti venne istituita nel 1751, per la iniziativa di parecchi artisti e colle elargizioni del patriziato. Ebbe sua prima stanza nella loggia dei Doria in piazza San Matteo, poi in piazza Soziglia. Ottenne finalmente il palazzo fabbricatole espressamente dalla città (1831). L’edificio, opera dell’insigne architetto Carlo Barabino, occupa degno posto in piazza De Ferrari e ospita, oltre l’Accademia e la Civica Biblioteca Berio, il magnifico museo d’arte Giapponese, raccolto nella sua lunga permanenza nell’impero nipponico, dal prof. Edoardo Chiossone, antico allievo dell’Accademia (v. David Chiossone).

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titolo:
I nomi delle strade di Genova
titolo per ordinamento:
nomi delle strade di Genova (I)
descrizione breve:
L’amore di Pescio per la sua città traspare a ogni riga: apprezzare la città, in questo caso Genova, anche attraverso le sue strade, le sue piazze è ricostruirne la storia e far rivivere le persone che l’hanno animata.
autore:
opera di riferimento:
I nomi delle strade di Genova / Amedeo Pescio. - Rist. anast. dell'ed. di Genova 1912. - Sala Bolognese : A. Forni, 1986. - 369 p. ; 22 cm.
licenza:

data pubblicazione:
20 febbraio 2024
opera elenco:
N
soggetto BISAC:
ARCHITETTURA / Generale
STORIA / Generale
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
impaginazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
pubblicazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
Claudia Pantanetti, liberabibliotecapgt@gmail.com
revisione:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it