Antoine François PrévostLa vita di Prévost è stata assai avventurosa, romanzesca. Nonostante, lui vivente, ci siano stati numerosi biografi pronti a raccontarne brani, episodi più o meno scabrosi, la ricostruzione esatta di essa ancora non è del tutto completa. J. Sgard (1928), professore emerito dell’Università Stendhal-Grenoble3, ha dedicato la sua vita di studi al XVIII secolo ed in particolare a Prévost, sul quale ha scritto vari saggi e di cui ha curato l’edizione delle opere complete nelle Éditions littéraires et linguistiques de l’université de Grenoble. In uno dei suoi saggi egli ha esposto il risultato di un certosino e prezioso lavoro di comparazione delle biografie più rilevati − diciannove! − più o meno coeve a Prévost, aiutando molto la ricostruzione della sua vita. Qui abbiamo cercato di integrare questo lavoro con altre notizie documentate più recenti.

Antoine François Prévost nasce a Hesdin, nell’Artois, il 1° aprile 1697. È figlio di Marie Duclaie e Liévin Prévost, avvocato al parlamento, procuratore del re nella sua circoscrizione, a sua volta − pare − figlio di un mastro birraio. Il grado di nobiltà e di vetustà della famiglia non sono dunque certi, ma è sicuro che i suoi membri ricevano di regola un’eccellente educazione. Antoine François, secondo di cinque figli, inizia gli studi nel collegio gesuita di Hesdin e si fa notare per la sveglia intelligenza. La sua infanzia termina bruscamente alla morte della madre e della prediletta sorella minore.

Nel 1712, dopo aver tentato di fuggire da casa per arruolarsi, viene avviato, insieme con il fratello Liévin-Norbert, al noviziato presso il collegio gesuita dell’Università di Parigi, mentre prosegue gli studi al Collegio de La Flèche. I membri cadetti della sua famiglia da secoli abbracciano la carriera religiosa e quindi quello di Antoine François è un destino segnato. Nel 1714, sorpreso ad attendere ad un’opera non religiosa, viene allontanato dal collegio. Parte per Roma, per chiedere al Papa la grazia di essere reintegrato nell’Ordine, ma incontra un ufficiale che lo convince ad arruolarsi. Si arruola, ma presto diserta − la vita militare non fa per lui −; fugge in Olanda dove cerca di arrangiarsi come può. È opinione comune che durante questo soggiorno, pur accolto nei migliori salotti, egli conduca una vita un po’ losca di avventuriero.

Sia l’abbandono del noviziato sia la diserzione sono colpe gravi, ma il giovane Prévost, approfittando di un’amnistia generale proclamata nel 1716 dal duca d’Orléans, reggente di Luigi XV, torna in Francia, e l’anno successivo inizia un secondo noviziato presso i Gesuiti a Parigi, cercando di completare gli studi di filosofia. Alla fine del 1718 (o inizio del 1719), sorpreso questa volta a comporre le Mémoires d’un homme de qualité, fugge di nuovo e si arruola ancora nell’esercito, come ufficiale in una campagna militare. Nel giugno 1719, terminate le operazioni, fa perdere le sue tracce, finendo forse un’altra volta in Olanda, dove probabilmente il soggiorno non è particolarmente facile.

Nel 1720 torna in Francia e lascia l’Ordine dei Gesuiti entrando in quello dei Benedettini dell’abbazia di Saint-Wandrille de Fontenelle in Normandia; segue un anno di noviziato secondo la rigida regola riformata di Saint-Maur e nel 1721 pronuncia i voti nell’abbazia di Jumièges. Da questo momento si trasferisce in diverse residenze dell’ordine: nel 1722 è presso l’abbazia di Bec-Hellouin; nel 1723 è presso l’Abbazia della Santissima Trinità a Fécamp; nel 1724 è nell’Abbazia di Saint-Martin de Sées, dove inizia ad elaborare una traduzione delle Historiae sui temporis dello storico Jacques-Auguste de Thou (1553-1617).

Nel 1721 consegna ad un editore di Rouen il manoscritto de Les Aventures de Pomponius, chevalier romain, romanzo di satira antigesuita, ad imitazione di Petronio e di Rabelais, ma subito lo riprende. Il manoscritto viene poi inviato nel 1724 all’editore Valat di Amsterdam, che lo pubblica.

Nel 1726 è ordinato sacerdote nell’abbazia di SaintGermer-de-Flay e inizia ad insegnare lettere presso il Collegio dell’abbazia. Nel 1727, non sappiamo quanto volontariamente, è ‘accettante’ della bolla Unigenitus Dei Filius. Questa è una Costituzione apostolica in forma di Bolla, promulgata nel 1713 da papa Clemente XI per contrastare l’eresia giansenista. I Benedettini ne sono ‘accettanti’, mentre i Gesuiti sono ‘appellanti’, cioè respingono la Bolla e si appellano ad un concilio. Più tardi Prévost entra nell’abbazia di Saint-Germain-des-Prés, a Parigi, impegnato ufficialmente nella stesura della Gallia Christiana, una monumentale opera collettiva di documentazione storiografica voluta dei Benedettini e avviata dal religioso e teologo Denis de Sainte-Marthe (1650-1725).

Nel frattempo lavora anche alle sue opere ‘profane’: nel febbraio 1727 deposita alla censura, ancora molto attiva durante l’Ancien Régime, il manoscritto dei primi volumi delle Mémoires et aventures d’un homme de qualité qui s’est retiré du monde, ne ottiene l’approvazione e li pubblica nel 1728. Nel corso dello stesso anno chiede il trasferimento ad un ramo meno rigoroso dell’Ordine di S. Benedetto, forse presso l’abbazia di Cluny, ma, non riuscendo ad ottenerlo, abbandona il monastero senza autorizzazione. Viene immediatamente colpito da una lettr**e de cachet (o lettre close, era una lettera con un ordine diretto del re che poteva consentire l’arresto senza giudizio, la detenzione o l’esilio di persone indesiderabili). Fugge a Londra e diviene precettore di Francis Eyles, figlio di Sir John Eyles vice governatore della Compagnia dei Mari del Sud; con Sir John visita il sud dell’Inghilterra ed acquisisce una ricca conoscenza della cultura e della lingua inglese.

Sul finire del 1729 seduce e cerca di sposare la figlia di Eyles; è costretto quindi a riparare, nel 1730, ad Amsterdam dove il monaco diventa un galant homme, ma anche ladro di manoscritti, e dove stringe una relazione con un’avventuriera di nome Hélène Eckhardt, nota come Lenki.

Nel 1731, in una lettera ai librai di Amsterdam, per la prima volta si presenta con il cognome Prévost d’Exiles. Mentre la scelta di aggiungere un titolo nobiliare al cognome è sua e diventa il suo preferito ma non esclusivo nom de plume**, al contrario la forma Abbé Prévost o Dom Prévost, che alcuni suoi contemporanei usano, non gli è gradita. Exiles è un luogo di fantasia, anche se richiama il nome di un paesino forse conosciuto in gioventù dall’autore. Alcuni critici hanno ipotizzato che volesse sottolineare lo sconforto per i suoi numerosi spostamenti, fughe e peregrinazioni, per i suoi ‘esili’. Ma questo non sembra probabile, perché in tutti i suoi romanzi, in tanti personaggi costretti a lasciare la loro patria, questo senso dell’esilio come nostalgia del luogo d’origine non compare mai. Prévost nella sua vita vive numerosi trasferimenti e separazioni dagli amici, ma per lui la patria è dove gli è permesso di vivere secondo i suoi principi e la sua vocazione al servizio della letteratura. Questo lo rende aperto al genere umano e rompe il cerchio delle relazioni sociali strette.

Ad Utrecht, tra il 1731 e il 1732, pubblica i primi quattro volumi dell’Histoire de Monsieur Cleveland, fils naturel de Cromwell ou Le Philosophe anglais, écrite par lui-même, et traduite de l’anglais, un romanzo frutto della documentazione raccolta durante il soggiorno inglese. L’editore olandese, avendo l’autore interrotto la stesura dell’opera (gli ultimi volumi usciranno nel 1738-39), commissiona un quinto volume apocrifo che contiene forti attacchi contro i Gesuiti (Utrecht, 1734), attacchi che metteranno in una difficile situazione Prévost, supposto autore.

Prosegue con lena la traduzione delle Historiae sui temporis di de Thou e, avendo avuto un notevole successo con i primi volumi, pubblica il seguito in tre volumi delle Mémoires et aventures d’un homme de qualité**. Nell’ultimo, il settimo, narra la Histoire du chevalier des Grieux et de Manon Lescaut, forse ispirato da una delle sue stesse avventure e che il parlamento di Parigi ‘condanna al rogo’. Il libro è invece accolto dal pubblico con entusiasmo ed essendo proibito in Francia viene letto soprattutto attraverso copie ‘pirata’.

Nel 1733, oberato di debiti e compromesso da una bancarotta scandalosa, torna a Londra, dove, affascinato dal mondo particolarmente vivace, libero e popolare del giornalismo inglese, fonda il “Pour et Contre : opera periodica di un gusto nuovo, nella quale si esplica liberamente sopra tutto ciò che può interessare la curiosità del Pubblico, in materia di Scienze, d’Arti, di Libri, d’Autori ecc. senza prendere alcun partito & senza offendere nessuno”, dando vita ad un progetto a lungo da lui sognato. Nel “Pour e Contre” fa conoscere l’Inghilterra, appoggia la tolleranza e la dignità dello scrittore, si schiera per Newton e la nuova scienza, partecipa all’elaborazione del lavoro dei filosofi. Solo alla metà del 1733 ottiene l’autorizzazione alla pubblicazione e i primi esemplari del giornale cominciano a circolare a Parigi. Prévost, che ne è l’autore principale, continua la pubblicazione quasi ininterrottamente fino al 1740. Nel frattempo abbandona la sua religione per abbracciare l’anglicanesimo. I guai proseguono. La sua situazione economica è ancora incerta: emette un assegno falso e nel dicembre 1733 finisce in prigione.

All’inizio del 1734 torna in Francia, si riconcilia con la Chiesa, grazie all’indulto all’apostasia firmato da papa Clemente XII, ma si allontana sempre più dai Gesuiti e ribadisce la sua adesione alla Costituzione Unigenitus. Con i Gesuiti è guerra. Nel 1735 è accolto ancora tra i Benedettini e segue un nuovo breve noviziato nell’abbazia di Croix-Saint-Leufroy, vicino a Évreux, prima di diventare nel 1736 l’elemosiniere di Luigi Francesco I di Borbone-Conti, che diventerà il suo protettore e presso il quale prenderà dimora.

La vita di Prévost è sempre una battaglia continua e disperata per evitare il fallimento. Costretto a non scrivere più romanzi, si reca a più riprese in Olanda dove vive di lavori clandestini e di correzione di bozze − Voltaire, tra gli altri, gli affida la correzione di alcune sue opere −. La posizione di Prévost tra il 1736 e il 1739 è decisamente quella di chi cerca di ‘navigare tra due acque’, le sue simpatie vanno a Voltaire e ai suoi amici ma, per potersi esprimere liberamente, tiene alla benevolenza del clero. Sono anni in cui la Chiesa cerca di reagire da una parte al giansenismo dilagante dall’altra alla tendenza al libero pensiero associato ad un’idea di società moderna. Quindi se si trova a ribadire l’ortodossia, contemporaneamente sente l’urgenza di modernizzare il messaggio cristiano, rivolto ad un pubblico tentato dalla letteratura libertina, dalla morale del sentimento e dalle libertà d’influenza anglosassone. Nel tentativo di farsi degli amici in tutte le ‘corti’, Prévost è riuscito a farsi il vuoto intorno. Così nel 1739 sceglie la libertà dell’anonimato. In questo periodo − a parte un periodo tra il 1741-42 in cui, per uno scandalo giornalistico, si reca a Bruxelles e Francoforte − scrive altre opere e cura la traduzione delle Lettere ai familiari di Cicerone e di vari scritti di Samuel Richardson (1689-1761), primo fra tutti Pamela, che suscita l’entusiasmo di Diderot e di Rousseau.

Dal 1745 inizia a tradurre dall’inglese la monumentale enciclopedia Voyages and Travels (Histoire générale des voyages) del libraio/editore Thomas Astley, il quale aveva collazionato resoconti di viaggio pubblicati a partire dal XV secolo. È questo come uno spartiacque nella vita dello scrittore: per vent’anni ha conosciuto le passioni, i vagabondaggi, le conversioni religiose; nei prossimi quasi vent’anni, fino alla morte, si vota alle lettere. Nel 1754 ottiene il priorato di SaintGeorges de Gesnes, tra Le Mans e Rennes, dove forse non mette mai piede ma questo incarico lo solleva finalmente da ogni preoccupazione economica. Prosegue con le traduzioni delle opere di Richardson; nel 1755 dirige il “Journal étranger”; nel 1760 pubblica Le Monde moral.

Trascorre gli ultimi anni della sua vita tra Parigi, in rue Saint-Séverin, e una residenza isolata a Saint Firmin, nei pressi della foresta di Chantilly, dove muore il 25 novembre 1763 per la rottura di un aneurisma, di ritorno da una visita ai monaci benedettini di Saint-Nicolas-d’Acy. Sgard ha dimostrato che l’episodio, secondo il quale Prévost era ancora vivo quando stava per essere sottoposto ad autopsia da parte del chirurgo dell’abbazia, chiamato dall’ufficiale giudiziario, fu inventato nel 1782. L’abate Prévost fu sì sottoposto ad autopsia, ma era già definitivamente morto. I Benedettini, alla sua prima fuga nel 1728, avevano incaricato la polizia di ritrovarlo; nel 1734 per reintegrarlo nell’Ordine gli imposero delle procedure lente e penitenze; alla morte intervennero per ottenere la restituzione del corpo: un Benedettino lo è tale in aeternum. Ma il priorato di Saint-Nicolas-d’Acy fu distrutto nel 1791.

In Francia fino al 1715 regna Luigi XIV e durante il suo regno è già comparso il movimento giansenista, è forte l’esodo dei protestanti perseguitati, ci sono campagne militari sfortunate, le carestie del 1693 e 1709, che provocano quasi due milioni di morti. Luigi XV (1710-1774) fino al 1743 lascia il potere prima al Reggente Filippo d’Orléans, poi al duca di Borbone e infine al suo ex tutore, il cardinale de Fleury. La pubblicazione dell’Encyclopédie di Diderot e Le Rond d’Alembert viene vietata. Nonostante un periodo di relativa prosperità, la Francia rimane uno stato assolutista e attraversa una serie di crisi che aumentano il desiderio di cambiamento.

Dopo il ‘grand siècle de Louis XIV‘, che di fatto si può far arrivare fino al 1680 − ma Luigi XIV regnerà ancora per 35 anni −, si va sempre più denotando quello che verrà chiamato ‘siècle philosophique‘ che, pur nelle sue diverse articolazioni storiche e ideologiche, dà un’idea di fusione e unitarietà. L’età dei ‘lumi’ è culto un po’ astratto dell’uomo − astratto anche perché non sembra avere consapevolezza delle profonde trasformazioni sociali in essere per via della nascente rivoluzione industriale −, e attenzione alle conquiste della ragione, ma anche agli intimi grovigli dei sentimenti, spirito critico nel soppesare l’io e la società, senso di tolleranza. Il poeta, il drammaturgo, il giurista, lo scienziato danno autenticità al loro lavoro solo riconoscendosi ‘philosophes‘, elaboratori di progresso, identificando in questo la propria funzione di intellettuali. Questo atteggiamento è presente e costante in tutto l’arco del secolo, applicato ai vari generi letterari, tradizionali o innovativi che siano.

In campo specificamente letterario ricordiamo che già nel 1670 Pierre Daniel Huet nel suo Traité de l’origine des romans difende il genere del romanzo come “histoires feintes d’aventures amoureuses, écrites en prose avec art, pour le plaisir et l’instruction des lecteurs”. Il trattato ha molto successo e certo affianca, incoraggia la nascita di un genere letterario nuovo. Il Settecento è un secolo pieno di fermenti culturali e letterari, non è solo pura razionalità. Esiste, anche attraverso l’opera di Prévost, M.me de Lafayette (1634-1693), Lesage (1668-1747), Marivaux (1688-1763), Choderlos de Laclos (1741-1803), un culto della passione e dei sentimenti. Se da una parte l’uomo del ‘700 rifiuta le passioni come groviglio di irrazionalità e teme di esserne travolto, dall’altra è attratto dal mistero che le avvolge e sedotto dalla ricerca dell’emozione, dalla profondità del sentimento, dalla voluttà del dolore. In un certo modo Prévost ha creato una sorta di letteratura biografica nella quale sono adombrate le esperienze e le passioni dell’autore. Al contrario che nelle opere di M.me de Lafayette, di Lesage e di Marivaux, con Prévost il classico genere dei ‘mémoires’ assurge a romanzo.

La Manon di Prévost, eroina ambigua, e il cavaliere des Grieux, pervaso da una passione tutt’altro che razionale, sono chiarissimi esempi di questa dualità. E l’homme de qualité esprime perfettamente la logica di questo disordine:

“… se ci si lascia tirare da un cieco pensiero, non vi è eccesso, nel quale non si possa cadere senza averlo preveduto; e quel che è peggio, le passioni sregolate fortificandosi più presto che non si può immaginarselo, diventa una cosa quasi impossibile il poterle vincere, quando anche si ravvisa il precipizio nel quale ci hanno condotto.” (Mémoires et aventures d’un homme de qualité**… I, p.284. Venezia, appresso Giuseppe Bettinelli, 1743)

La vita, e i romanzi, di Prévost sono esemplificativi di questa doppia anima: è un abate, libertino e scrittore di romanzi spesso osteggiati dalla censura; è un filosofo in cui è vivo lo spirito religioso; è un avventuriero, un truffatore, ma insieme è un uomo completamente immerso e compreso nella cultura più alta del suo secolo; usa spesso un linguaggio accademico ma compone un racconto spoglio e tragico nel quale traspare la sua vita. Sembra nato per conoscere le passioni e descriverne i danni, per far conoscere il vero linguaggio dei sentimenti, percepiti per esperienza diretta. È indubbiamente un cosmopolita, che, tra i tanti ‘pellegrinaggi’ all’estero, resta affascinato dall’Inghilterra tanto da essere tra i primi a raccontarne la cultura ai francesi, anche attraverso le sue traduzioni di Richardson. Infine sogna anche l’America e in particolare quella di quegli stati che non sono ancora Uniti, che sono ancora nel 1731 delle semplici colonie.

Nelle opere di numerosi biografi e critici tra il 1732, proprio a partire dalla pubblicazione completa delle Mémoires et aventures d’un homme de qualité qui s’est retiré du mond, e fino al 1783, i giudizi sulla produzione letteraria di Prévost sono totalmente contrastanti e si passa da una critica satirica e aggressiva all’apologia. Fino alla sua morte la critica gli è contraria ma dopo il 1763 il suo genio è riconosciuto, il romanzo comincia ad essere ammesso come genere letterario e la sua opera ad essere celebrata. Tuttavia lo scandalo della sua vita passata e l’odore sulfureo dei suoi romanzi alimentano un dibattito ancora vivo.

Credo che la cosa migliore sia a questo punto leggere le sue opere e da queste trarre tutto l’interesse e il piacere possibile.

Scritti:

  • Panégyrique de saint Louis,… prononcé dans la chapelle du Louvre… le 25. d’aoust 1717**. [S.l., s.n.], 1717.
  • Les Aventures de Pomponius, chevalier romain, ou l’histoire de notre temps. Roma, presso gli eredi di Ferrante Pallavicini, 1724 (in realtà edito in Olanda).
  • Mémoires et aventures d’un homme de qualité qui s’est retiré du monde. Paris, Martin, 1728-1731, 6 volumi (7 se si comprende Histoire du chevalier des Grieux et de Manon Lescaut).
  • Histoire de M. Cleveland, fils naturel de Cromwell ou Le philosophe anglais écrite par lui-même. Utrecht, Neaulme, 1731-1739, 6 volumi. Dopo i primi quattro volumi, esce, nel 1734, un quinto volume apocrifo.
  • Histoire du chevalier des Grieux et de Manon Lescaut (VII volume delle Mémoires et aventures d’un homme de qualité), riedito numerose volte anche con il titolo Manon Lescaut. La Haye, Paris, [s.n.], 1731 ; Amsterdam (Paris), La Compagnie, 1753, 2 volumi (testo definitivo).
  • “Pour et Contre : ouvrage périodique d’un goût nouveau”. Paris, Didot, 1733-1740, 20 volumi. La gran parte dei tomi sono scritti da Prévost; il lavoro di Charles-Hugues Le Fèvre de Saint Marc, che lo sostituirà, inizia dal tomo XVI.
  • Traduzione con altri: Histoire universelle de Jacque-Auguste de Thou depuis 1543 jusqu’en 1607. Tome 1. Paris (Londres), [s.n.], 1734.
  • Le Doyen de Killerine : histoire morale, composée sur les Mémoires d’une illustre famille d’Irlande. Paris, Didot, 1735, 6 volumi.
  • Histoire de Marguerite d’Anjou, reine d’Angleterre. Amsterdam (Paris), Chez François Desbordes, 1740, 2 volumi.
  • Histoire d’une Grecque moderne (1740). Paris, François Desbordes, 1740-1741, 2 volumi.
  • Campagnes philosophiques ou Les mémoires de M. de Montcal. Amsterdam, Chez Jacques Wetstein, 1741, 4 volumi.
  • *Mémoires pour servir à l’histoire de Malte ou l’Histoire de la jeunesse du commandeur de ***. Amsterdam, La Compagnie, 1741.
  • Histoire de Guillaume le Conquérant, duc de Normandie et R**oi d’Angleterre, Paris, Prault fils, 1742, 2 volumi.
  • traduzione: Samuel Richardson, Pamela (1742).
  • Voyages du capitaine Robert Lade en differentes parties de l’Afrique, de l’Asie, et de l’Amerique, Parigi, 1744. Immaginario racconto di viaggio.
  • collaborazione e traduzione: Histoire générale des voyages, ou nouvelle Collection de tous les voyages par terre et par mer qui ont été publiés jusqu’à présent. Paris, Didot, 1745-1759, 15 volumi + 5 volumi usciti postumi fino al 1789 (compresa la tavola con le carte e le incisioni). Prévost è l’autore dei tomi da I a XV. Il XX volume pubblicato nel 1789 è un compendio dei viaggi, tra gli altri, di Bougainville e Cook.
  • traduzione: Marco Tullio Cicerone, Lettres de Cicéron qu’on nomme vulgairement familières; traduites en français par l’abbé Prévost. Prima ed. [S.l.], 1745 ; Paris, Goujon fils, 1801, 6 volumi.
  • Mémoire d’un honnête homme. Amsterdam (Paris), [s.n.], 1745.
  • Manuel lexique ou Dictionnaire portatif des mots français dont la signification n’est pas familière à tout le monde. Paris, Didot, 1750-1788, 2 volumi.
  • traduzione: Samuel Richardson, Lettres anglaises ou Histoire de miss Clarisse Harlowe (1751)
  • traduzione: Samuel Richardson, Nouvelles Lettres anglaises ou Histoire du chevalier Grandisson (1755)
  • Le Monde moral ou Mémoires pour servir à l’histoire du cœur humain**. Genève, [s.n.], 1760, 2 volumi.
  • Mémoires pour servir à l’histoire de la vertu, extraits du journal d’une jeune dame. Cologne (Paris), [s.n.], 1762, 4 volumi.
  • Contes, aventures et faits singuliers. Paris, Duchesne, 1764, 2 volumi. Raccolta postuma tratta da “Pour et Contre”.
  • Lettres de Mentor à un jeune seigneur. Paris, Vaillant, 1764. Raccolta postuma.
  • Pensées de l’abbé Prévost précédées de l’Abrégé de sa Vie écrit par lui-même. Amsterdam, Arhitée et Merkus & Paris, Desaint, 1764. Raccolta postuma.

Fonti:

Note biografiche a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi APS

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Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Storia di Manon Lescaut e del Cavaliere di Grieux
    Di tutte le opere di Prévost, abate, colto e libertino, questa, dedicata all'amore travagliato del cavaliere Des Grieux e della bellissima Manon Lescaut, velata di tristezza, ma vibrante di vita reale, è quella più famosa, più tramandata nei secoli in infinite versioni.
 
autore:
Antoine François Prévost
ordinamento:
Prévost, Antoine François
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